La commissione Ue definisce le contromisure sui prodotti americani: focus su whisky e vino

La commissione Ue definisce le contromisure sui prodotti americani: focus su whisky e vino

Tensioni crescenti tra Stati Uniti e Unione Europea sui dazi commerciali, con l’Italia che chiede l’esclusione del whisky americano per proteggere il settore vinicolo nazionale da possibili ritorsioni.
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La commissione Ue definisce le contromisure sui prodotti americani: focus su whisky e vino - Gaeta.it

La tensione tra Stati Uniti e Unione Europea riguardo ai dazi commerciali continua a crescere. La Commissione Europea sta lavorando per redigere una lista di beni provenienti dagli Stati Uniti che saranno soggetti a nuove misure restrittive. Nel mirino è finito in particolare il whisky americano, ma il Governo italiano, attraverso il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha fatto pressione affinché questo prodotto venga escluso dalle sanzioni. La questione ha importanti implicazioni per il settore agroalimentare italiano, in particolare per il vino.

La posizione dell’italia sulle sanzioni

Nelle ultime ore, il ministro Antonio Tajani ha partecipato a un collegamento durante Vinitaly per discutere l’importanza di escludere il bourbon americano dalla lista dei prodotti sottoposti a misure ritorsive. Questa richiesta si basa su una preoccupazione concreta: l’imposizione di dazi sul whisky statunitense potrebbe innescare una reazione a catena, portando a dazi sui vini italiani. La tempesta di vendette commerciali non è ciò che si vuole, specialmente in un panorama già influenzato dalla difficoltà del settore agroalimentare.

L’Italia si è spesa affinché tra i prodotti esclusi da misure di ritorsione ci sia anche il whisky americano,” ha spiegato Tajani. Questa affermazione sottolinea l’impegno del Governo per la salvaguardia di un settore vitale e di qualità come quello vinicolo. I produttori italiani di vino temono che, se il settore del whisky venisse colpito, le misure riguardanti i vini europei diventerebbero inevitabili. La posizione italiana, quindi, punta a proteggere non soltanto il whisky, ma anche i propri interessi commerciali.

Le origini della disputa commerciale

La disputa commerciale attuale tra Usa e Ue ha radici profonde. Tutto è cominciato con l’introduzione, da parte dell’amministrazione Trump, di dazi del 25% sull’importazione di acciaio e alluminio dall’Europa. Le autorità europee, a loro volta, avevano deciso di rispondere introducendo possibili dazi sui prodotti americani, inclusi i whisky, da cui deriva la tensione attuale. Fino a marzo 2023, Bruxelles aveva sospeso queste misure, ma il contesto attuale ha riacceso tali minacce.

Con l’amministrazione Biden, sembrava esserci una tregua, poiché le tariffe erano state messe in pausa. Tuttavia, l’uccello che scotta sembra aver preso nuovamente il volo. La reintroduzione di dazi sul whisky ha provocato un’immediata reazione negativa da parte delle autorità americane. Trump ha dichiarato che, in assenza di un’opzione per ritirare le tariffe sui whisky, sarebbero stati elevati i dazi sui vini europei fino al 200%. Questa escalation di dichiarazioni e contromisure non fa altro che complicare la già fragile rete commerciale tra le due potenze.

Le prospettive future per il settore agroalimentare

L’ipotetica implementazione di tali misure potrebbe stravolgere il mercato del vino italiano, un settore che già combatte per rimanere competitivo in uno scenario globale in continua evoluzione. Le esportazioni di vini italiani negli Stati Uniti rappresentano una parte significativa del fatturato annuale del settore e l’imposizione di tariffe più elevate potrebbe compromettere le vendite. Le piccole e medie imprese vinicole, così come le grandi aziende, sono attente agli sviluppi. Una battaglia commerciale tra le due sponde dell’Atlantico metterebbe a rischio non solo le vendite, ma anche una tradizione culturale e culinaria radicata profondamente nella storia italiana.

In questo contesto, sarà fondamentale seguire da vicino le decisioni della Commissione Ue. Se da un lato le parti cercano di mantenere aperti i dialoghi, gli scenari futuri rimangono incerti. Le industrie vinicole e agroalimentari italiane attendono sviluppi, sperando in esiti favorevoli che evitino di restringere l’accesso a uno dei mercati più remunerativi.

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