La comunità agraria di Elcito, località di San Severino Marche in provincia di Macerata, sta per chiudere una lunga fase di commissariamento iniziata nel luglio 2024. Il commissariamento era stato disposto dall’Unione Montana Potenza, Esino e Musone a causa di contrasti interni che avevano bloccato le attività della comunanza. Il passaggio decisivo è arrivato con l’approvazione del nuovo statuto, avvenuta il 24 febbraio, documento fondamentale per conformare la gestione collettiva alle norme statali aggiornate.
Approvazione dello statuto, tappa centrale per la rinascita della comunanza
Il 24 febbraio è stato un giorno importante per la comunanza agraria di Elcito. Il nuovo statuto è stato formalmente approvato, un passo che mancava da tempo e che era essenziale per superare i problemi che avevano paralizzato l’organizzazione. Questo statuto rispecchia le direttive nazionali che regolano i domini collettivi, introducendo regole più chiare e adatte al contesto attuale, che è molto diverso da quello di un tempo.
A breve documento sarà inviato alla Regione Marche e al Commissario per la presa d’atto ufficiale. L’aggiornamento normativo porterà obblighi precisi per la comunanza, che dovrà allineare subito la propria attività alla nuova struttura. Il testo quadro è stato concepito per restituire dignità a una realtà con radici settecentesche, ma che aveva rischiato di fare la fine di tante altre comunità rurali abbandonate.
Gestione del territorio e spopolamento: sfide e prospettive
Elcito si confronta con un problema comune in molte aree interne italiane: lo spopolamento. Nel tempo gli abitanti residenti nel territorio della comunanza si sono ridotti drasticamente a poche unità abitative, a volte due o tre famiglie, il che ha reso difficile mantenere viva la gestione collettiva dei beni comuni. La diminuzione netta della popolazione ha infatti comportato un progressivo indebolimento delle attività agricole tradizionali e la perdita di un ruolo sociale chiave.
Questo declino demografico ha spinto alla sospensione delle attività fino al commissariamento, ma la nuova legge e lo statuto appena approvato mirano a cambiare la rotta. Il sistema di regole chiare dovrebbe incoraggiare una gestione in grado di valorizzare il patrimonio territoriale e territoriale evitando che lo spopolamento porti a un abbandono definitivo.
Il ruolo del turismo e dei nuovi abitanti nella rinascita del castello di elcito
Il castello di Elcito e i suoi dintorni hanno assunto un ruolo particolare nella rinascita della zona. La bellezza dei luoghi ha attirato visitatori e anche nuovi residenti, tra cui molti discendenti delle famiglie che un tempo abitavano quei territori. Questi nuovi abitanti offrono ora un’opportunità per far ripartire la comunità, dando corpo a progetti di recupero e amministrazione.
Diversi soggetti, pur non essendo residenti stabili, hanno dimostrato interesse a partecipare alla gestione della comunanza, portando nuove energie. Il richiamo turistico del castello rappresenta l’occasione per rafforzare questo legame e per far vivere nuovamente una zona che rischiava di diventare un luogo completamente vuoto e dimenticato. La presenza di queste persone, unite al patrimonio storico e culturale, potrebbe stimolare una nuova stagione funzionale per la comunanza.
Prossimi passi per la comunanza dopo il commissariamento
La fase commissariale è quasi conclusa. A breve la comunanza di Elcito dovrà recepire pienamente il nuovo statuto e mettere in pratica quanto previsto per gestire il territorio. Questo richiederà un impegno concreto da parte di chi guiderà l’organizzazione, per garantire attività in linea con le norme e per assicurare una gestione che possa durare nel tempo.
L’obiettivo è chiaro: evitare che una realtà con una storia così lunga e radicata nel territorio sparisca senza lasciare traccia. La strada da seguire comprende il reinnesto delle attività agricole, la tutela del patrimonio collettivo e la valorizzazione del castello e del paesaggio circostante. La sfida è complessa ma la nuova organizzazione potrà affrontarla con strumenti giuridici aggiornati e un contributo più ampio da parte della comunità locale e di chi ha interesse a mantenere vivo questo pezzo di storia marchigiana.