La relazione tra comunicazione e sostenibilità rappresenta una sfida cruciale nell’odierno panorama globale. Nonostante l’urgenza della questione, il messaggio della sostenibilità fatica a trovare il giusto eco. Questo articolo esplora le problematiche legate alla comunicazione della sostenibilità attraverso le parole di Luigi Di Gregorio, professore di Scienza Politica all’Università della Tuscia. Di Gregorio analizza anche le recenti dinamiche politiche e come influenzino l’atteggiamento delle aziende nei confronti della sostenibilità.
La paura come motore della comunicazione
Uno dei punti principali evidenziati da Di Gregorio è il ruolo della paura come strumento comunicativo. Secondo lui, l’assenza di un messaggio forte e spaventoso sta ostacolando la mobilitazione delle persone verso azioni sostenibili. La comunicazione attuale sulla sostenibilità non riesce a trasmettere un senso di urgenza chiaro, rendendo difficile per le persone percepire il tema come una vera emergenza. In un’epoca caratterizzata da un forte “presentismo”, la crisi climatica e gli altri problemi legati alla sostenibilità non risuonano con la gravità necessaria.
Inoltre, l’euristica della disponibilità influisce sul modo in cui gli individui interpretano le informazioni. Molte persone tendono a generalizzare le loro esperienze quotidiane. Se si osserva un fenomeno locale, come una nevicata, si rischia di non riconoscere il cambiamento climatico su scala globale. Questo comportamento distorce la comprensione della crisi ambientale, diminuendo la spinta a prendere provvedimenti.
L’intervista con Di Gregorio mette in luce quanto sia importante rivedere il modo di comunicare la sostenibilità. Ristrutturare il messaggio attraverso elementi emotivi potrebbe essere decisivo. Offrire contenuti che suscitino emozioni forti potrebbe aiutare a raggiungere un pubblico più vasto. Trasformare complesse tematiche in messaggi semplici e immediati è quindi fondamentale.
La retromarcia delle aziende sotto la nuova amministrazione
Con l’elezione di Donald Trump, è emersa una tendenza tra le grandi aziende a rivedere i loro impegni verso la sostenibilità. Di Gregorio suggerisce che le aziende pubbliche hanno un ruolo cruciale nel comunicare l’importanza della sostenibilità come necessità concreta e non solo come un’idea astratta. L’introduzione di bilanci di sostenibilità rappresenta un passo positivo, anche se non sempre raggiunge l’intero pubblico.
Per superare queste difficoltà, un messaggio che parli al cuore delle persone e che utilizzi metafore e linguaggi comprensibili può generare un impatto maggiore. L’essenza del messaggio dovrebbe andare oltre le statistiche e i dati tecnici, mirare a stimolare una risposta emotiva autentica. La paura, ad esempio, potrebbe rivelarsi un valido alleato se usata saggiamente.
Tuttavia, l’efficacia della comunicazione dipende anche dal contesto globale. Se i messaggi non vengono ripresi o sostenuti da altri paesi che possono fungere da traino, gli sforzi di una nazione potrebbero sembrare insufficienti. La cooperazione e l’azione collettiva a livello internazionale diventano quindi cruciali nel creare una vera forza per il cambiamento.
L’impatto della comunicazione sostenibile nel futuro
L’intervista a Di Gregorio offre spunti interessanti su come la comunicazione sulla sostenibilità possa venire migliorata. Fedeli ai cambiamenti sociali e politici, le aziende e le istituzioni devono adattare le loro strategie comunicative per rispondere alle esigenze di un’epoca in cui l’emergenza climatica è diventata innegabile. Trasformare la comunicazione in un potente strumento di cambiamento richiede creatività, empatia e un forte impegno collettivo.
In sintesi, la strada da percorrere è quella di affrontare le sfide comunicative con consapevolezza, utilizzando approcci che mobilitino emozioni e stimolino l’azione. La sostenibilità può e deve diventare parte integrante del dibattito pubblico, non solo come una questione di responsabilità, ma come un imperativo morale e sociale.