Il caso di una coppia di Arezzo sta sollevando preoccupazioni e discussioni in Italia dopo la nascita del loro figlio, concepito attraverso un processo di maternità surrogata negli Stati Uniti. Attualmente bloccati in California, i due uomini temono di affrontare gravi conseguenze legali al loro ritorno in patria, ovvero l’arresto, con multe elevate e una possibile pena detentiva. Le avvocate Filomena Gallo e Francesca Re, facenti parte dell’Associazione Luca Coscioni, hanno fornito chiarimenti in merito alla situazione, evidenziando che, pur non rappresentando legalmente i protagonisti, ritengono improbabile una condanna per il caso specifico.
Il caso della coppia di Arezzo e le implicazioni legali
La vicenda della coppia aretina illustra le problematiche legate alla surrogazione di maternità legalmente complessa in Italia. Con la legge denominata “Varchi”, entrata in vigore il 3 dicembre 2022, sono state ampliate le norme che puniscono la surrogazione, inclusi i casi in cui questa avvenga all’estero. I due uomini, che desiderano tornare in Italia con il loro neonato, si trovano in una situazione di incertezza giuridica. In effetti, la legge prevede pene severissime, fino a due anni di carcere e multe che possono oscillare dai 600.000 euro a un milione. Questo ha contribuito a creare un clima di ansia attorno al loro ritorno, ma le avvocate Gallo e Re chiariscono alcuni punti fondamentali.
In base al principio di irretroattività della legge penale, la nuova normativa si applica solo ai reati commessi dopo la sua entrata in vigore. Questo significa che qualsiasi gravidanza cominciata prima del 3 dicembre 2022 non dovrebbe rientrare nel campo di applicazione della legge Varchi. La possibilità di una condanna, pertanto, appare ridotta secondo le legali, che si impegnano a fornire supporto a chi si trova in difficoltà.
La legge Varchi e il principio di irretroattività
La legge Varchi ha sollevato un dibattito intenso riguardo ai diritti delle persone coinvolte nella surrogazione di maternità. Le avvocate Gallo e Re spiegano che l’aspetto centrale della legge è proprio il principio di irretroattività, che è un elemento fondante del diritto penale italiano. Questo principio stabilisce che le nuove leggi penali non possono essere applicate retroattivamente a fatti avvenuti in un periodo anteriore alla loro promulgazione.
Il processo di maternità surrogata, come chiarito dalle legali, include diversi passaggi cruciali che risalgono a mesi prima della nascita, tra cui la formazione dell’embrione e il trasferimento nell’utero della gestante. Poiché la legge Varchi si applica solo ai fatti commessi dopo la sua entrata in vigore, qualsiasi gravidanza avviata prima di quella data non può essere perseguita penalmente. Questo suggerisce un contesto giuridico in cui, anche se ci sono stati riscontri di procedimenti penali in casi simili in passato, il rischio di condanna in questo caso specifico risulta molto basso con un’adeguata difesa legale.
Considerazioni finali sulla sicurezza dei bambini e delle famiglie
Le avvocate Gallo e Re sottolineano l’importanza di considerare la sicurezza e il benessere dei bambini nati attraverso la surrogazione. Abbandonare un bambino per evitare sanzioni giuridiche rappresenterebbe un atto di gravissima negligenza e di violazione dei diritti del minore. Questo, secondo le legali, andrebbe a creare un atteggiamento di stigmatizzazione e di paura, piuttosto che un contesto di tutela e supporto.
Le opinioni di Gallo e Re contribuiscono al discorso su diritti familiari e riproduttivi, sottolineando che è fondamentale agire entro un quadro legale che protegga sia i genitori che i bambini. La situazione attuale di questa coppia mette in evidenza la necessità di un aggiornamento della legislazione italiana sulla maternità surrogata, in modo da riflettere i cambiamenti sociali e i diritti delle famiglie, evitando conflitti tra normative e diritti umani.