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La Corte internazionale di giustizia di AJA ha emesso un parere storico riguardo all’occupazione israeliana nei Territori palestinesi, affermando che le politiche di insediamento violate effettuate da Israele contraddicono il diritto internazionale. La decisione è stata annunciata dal presidente della Corte, Nawaf Salam, e si inserisce in un contesto di crescente tensione tra Israele e Palestina.
La sentenza della corte e il suo impatto
Violazione del diritto internazionale
Nel parere richiesto dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, i giudici hanno stabilito che Israele deve porre fine alla sua presenza illegale nei Territori palestinesi occupati. Il richiamo a una rapida cessazione delle attività di insediamento e l’ immediata evacuazione dei coloni sono elementi centrali della sentenza. Inoltre, la Corte ha ordinato a Israele di risarcire i danni causati alla popolazione palestinese.
Nella sua analisi, la Corte ha evidenziato che le azioni israeline, tra cui la confisca frequente di terreni e la demolizione delle proprietà palestinesi, sono operazioni permanenti, non temporanee, contrarie alla Quarta convenzione di Ginevra. Tali atti di occupazione sollevano interrogativi sulla legittimità della presenza israeliana e sulla salvaguardia dei diritti umani della popolazione locale.
Trasferimento dei coloni e risorse naturali
Il tribunale ha ribadito che il trasferimento dei coloni israeliani in Cisgiordania e a Gerusalemme est viola esplicitamente l’articolo 49 della Quarta convenzione di Ginevra. Vi è inoltre una forte denuncia riguardo allo sfruttamento delle risorse naturali da parte di Israele, considerato illegittimo per uno Stato che occupa un territorio.
In aggiunta, la Corte ha sottolineato che la violenza perpetrata dai coloni contro i palestinesi, così come l’ incapacità di Israele di intervenire adeguatamente per prevenire tali atti, contribuisce a un ambiente di coercizione nei confronti della popolazione palestinese. La situazione rimane quindi tesa e complessa, con ripercussioni a lungo termine sulle relazioni tra i due popoli.
Reazioni da Israele e dalla comunità internazionale
L’immediata risposta del governo israeliano
Le reazioni israeliane alla sentenza della Corte non si sono fatte attendere. I ministri di estrema destra Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich hanno dichiarato l’intenzione di annettare larghe porzioni della Cisgiordania in risposta al parere della Corte. Tali dichiarazioni rivelano una strategia di difesa e affermazione della sovranità israeliana su territori contesi.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha stigmatizzato la sentenza dell’Aja come falsa, respingendo con fermezza l’accusa secondo cui Israele agirebbe come un conquistatore. Netanyahu ha dichiarato che il popolo ebraico non occupa la propria terra e ha difeso la legalità degli insediamenti, argomentando che tali decisioni non distorcono i legami storici con il territorio.
La reazione della comunità internazionale
Dalla parte palestinese, la presidenza dell’Autorità Nazionale Palestinese ha accolto il parere della Corte come una vittoria della giustizia. Il presidente Mahmoud Abbas, noto come Abu Mazen, ha esortato la comunità internazionale a esercitare pressioni su Israele affinché ponga fine all’occupazione senza alcuna condizione. La posizione delle Nazioni Unite nei confronti degli insediamenti israeliani, considerati illegali, ha acquisito rinnovata attenzione alla luce delle recenti rivelazioni della Corte.
La situazione attuale dei Territori palestinesi rimane quindi un tema di rilevanza internazionale, con implicazioni politiche, legali e umanitarie. La sentenza della Corte dell’Aja potrebbe rivelarsi cruciale per il futuro delle relazioni israelo-palestinesi e per gli sviluppi geopolitici nell’area.