La crescita esponenziale del gelato di latte biraghi: un simbolo della tradizione torinese

Il gelato di latte Biraghi, simbolo della gastronomia piemontese, ha raggiunto oltre 250.000 vendite nel 2024, grazie alla sua qualità artigianale e ingredienti freschi e locali.
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La crescita esponenziale del gelato di latte biraghi: un simbolo della tradizione torinese - Gaeta.it

Il gelato di latte Biraghi ha conquistato il palato degli amanti del gelato a Torino e oltre. Con la sua semplicità e qualità, questo prodotto rappresenta non solo un successo commerciale, ma anche un aspetto fondamentale della cultura gastronomica piemontese. Nel 2024, l’azienda ha registrato un aumento significativo delle vendite, superando le 250.000 unità, confermando il suo status di prodotto di punta nel panorama locale.

Un prodotto artigianale di eccellenza

Il gelato di latte Biraghi si distingue per la sua composizione semplice e genuina, realizzato con soli tre ingredienti: latte fresco, panna e zucchero. La scelta di utilizzare materia prima di alta qualità è fondamentale per l’azienda, che si rifornisce esclusivamente da produttori delle province di Cuneo e Torino. Questo approccio garantisce non solo freschezza, ma anche la valorizzazione dei prodotti locali, riflettendo un impegno verso pratiche sostenibili e un’economia a km zero.

La preparazione del gelato avviene con metodi tradizionali, senza l’uso di emulsionanti, aromi o stabilizzanti. Di conseguenza, il gelato mantiene un profilo gustativo autentico, richiamando ricordi di sapori genuini, tipici dell’infanzia di molti. Ogni ora vengono creati nuovi lotti, assicurando ai clienti un prodotto fresco e di altissima qualità.

Questa attenzione al dettaglio è evidente nella lunga fila di clienti che quotidianamente si dirige verso le 13 vetrine del negozio di Piazza San Carlo. La popolarità del gelato di latte Biraghi si estende dai torinesi ai turisti, attratti non solo dalla bontà del gelato ma anche dalla storia che lo accompagna.

Una storia radicata nella tradizione

La storia del gelato di latte Biraghi affonda le radici all’inizio degli anni Cinquanta, quando fu creato per la prima volta nel negozio di Cavallermaggiore, in provincia di Cuneo. Sin dal primo giorno, il gelato è diventato un simbolo di qualità e artigianalità, evolvendosi nel corso degli anni per soddisfare le esigenze di una clientela in continua crescita.

Negli ultimi anni, il negozio di Torino ha rappresentato un ampliamento naturale della tradizione Biraghi, portando il gelato a un pubblico sempre più vasto. L’innovazione è stata accompagnata da un forte legame con la tradizione, che è palpabile nei prodotti offerti. Infatti, il negozio non è solo un punto di vendita di gelato, ma anche un vero e proprio punto di riferimento per la gastronomia locale, con oltre 1.200 prodotti enogastronomici del Piemonte disponibili per i clienti.

Dai vini pregiati ai formaggi tipici, passando per cioccolato e altre specialità, il punto vendita di Torino offre una vasta gamma di opportunità per chiunque desideri esplorare i sapori e le tradizioni culinarie della regione. Questa offerta diversificata dimostra come il gelato di latte Biraghi possa farsi portavoce di un’intera cultura gastronomica.

Una soddisfazione condivisa

Daniele Di Palma, Direttore Marketing di Biraghi S.p.A., esprime grande entusiasmo per il risultato ottenuto nel 2024, affermando di aver servito oltre 250.000 gelati. Questo numero testimonia non solo l’apprezzamento del pubblico, ma anche l’impegno dell’azienda nel mantenere alti standard di qualità.

«Il nostro gelato viene orgogliosamente prodotto a partire da tre soli ingredienti» commenta Di Palma, sottolineando l’importanza di utilizzare lo stesso latte utilizzato per altri prodotti di punta dell’azienda come il Gran Biraghi e il Gorgonzola. Questo approccio consente di creare un legame tra le diverse specialità Biraghi, rendendo ogni prodotto parte di una storia più ampia. La freschezza e la genuinità del gelato di latte Biraghi continuano a conquistare anche le generazioni più giovani e i turisti provenienti da ogni angolo del mondo, rendendo il prodotto un simbolo della gastronomia piemontese.

Ultimo aggiornamento il 2 Ottobre 2024 da Elisabetta Cina

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