La situazione abitativa a Napoli sta attraversando un momento critico, con un forte incremento dei costi degli affitti e una crescente difficoltà per gli studenti a trovare sistemazioni adeguate. L’influsso del turismo, che ha portato a una conversione di molti appartamenti in case vacanze e bed and breakfast, sta trasformando la città e creando disagio tra i residenti e in particolare tra gli universitari. La petizione “Resta abitante” presentata dai movimenti cittadini all’indirizzo del Comune, sta raccogliendo numerose adesioni, segnando un segnale di protesta contro questa trasformazione.
Gli studenti e la ricerca di una casa a Napoli
Federica, una studentessa universitaria che vive a Donnaregina, racconta di come sia diventata difficile trovare un appartamento accessibile. “Dopo cinque anni a Napoli, ora mi trovo a dover pagare 400 euro per una stanza condivisa e devo cambiare casa, ma i prezzi attuali per una stanza oscillano tra i 600 e i 1000 euro,” spiega con rassegnazione. La presenza di un solo palazzo per studenti alla fine di via Brin dimostra quanto sia limitata l’offerta. Questo non è sufficiente nemmeno per coprire la domanda proveniente dai cinque atenei presenti in città, un chiaro segnale di una crisi abitativa che ha bisogno di risposte urgenti.
Il boom turistico ha radicalmente modificato il panorama abitativo, rendendo difficile per gli studenti trovare alloggi a prezzi ragionevoli. Molti si ritrovano costretti ad affrontare un mercato immobiliare sempre più inaccessibile, costringendoli a rinunciare a vivere e studiare in una città che storicamente ha dato ascolto alle esigenze degli studenti.
Le promesse dell’amministrazione comunale
Nonostante siano state fatte promesse dall’amministrazione comunale riguardo la costruzione di nuove residenze per gli studenti e la ristrutturazione di edifici, le iniziative non si sono concretizzate. “Attualmente una camera all’interno di uno studentato costa 500 euro al mese, un prezzo che non rientra nemmeno nella fascia delle borse di studio,” sottolinea Federica. La situazione richiede un intervento deciso da parte delle autorità locali, che hanno mostrato la volontà di affrontare il problema ma ad oggi non hanno dato risultati tangibili.
Anna Fava, attivista di uno dei gruppi che si oppongono all’attuale situazione abitativa, evidenzia le contraddizioni delle politiche comunali. Secondo le affermazioni del Comune, l’aumento del turismo non avrebbe influito drasticamente sui prezzi degli affitti. Tuttavia, i numeri raccontano una storia diversa: l’emergenza abitativa si combina con il fenomeno dell’iperturismo, aggravando una situazione già complessa.
La giungla degli affitti e l’emergenza abitativa
Attualmente, ci sono circa 15.000 annunci di affitti nel centro storico di Napoli, dei quali quasi il 70% riguarda appartamenti interi destinati a uso turistico. Questo ha portato a un incremento dei canoni d’affitto, che sono aumentati di circa il 40% dal 2017, spingendo sempre più persone fuori dal mercato della casa. Anna Fava avverte che “il turismo non porta ricchezze per tutti, e chi non ha le risorse necessarie per affittare o acquistare immobili non ha scelte concrete per abitare in questa città.”
La pandemia ha ulteriormente esacerbato la crisi, con oltre 10.000 sfratti esecutivi negli ultimi anni. A fronte di circa 90.000 appartamenti disponibili nel centro storico, la situazione è diventata insostenibile per molti. I cittadini sentono il disagio di non riuscire a trovare alloggi a prezzi sostenibili, mentre il mercato si orienta sempre più verso il turismo.
La questione abitativa a Napoli richiede quindi una riflessione profonda e misure concrete, affinché i cittadini, e in particolare gli studenti, possano avere accesso a spazi adeguati per vivere e studiare in una città che deve riflettere le proprie tradizioni di accoglienza e opportunità.