Il sistema di trasporti pubblici di Roma, gestito dall’ATAC, si trova ad affrontare una situazione critica nel 2024, con perdite significative legate alla diminuzione degli abbonamenti mensili venduti. Rispetto ai dati del 2019, ci sono stati mancati introiti per circa 20 milioni di euro. Questa problematica non solo impatta sul bilancio dell’azienda, ma riflette anche un cambiamento nelle abitudini degli utenti e un fenomeno di evasione che resiste nonostante gli sforzi di controbattervi da parte dell’amministrazione.
Una profonda crisi economica
Negli ultimi anni, il trasporto pubblico romano ha vissuto una fase di instabilità economica. I dati mostrano una flessione con i ricavi da bigliettazione che sono passati da 270 milioni nel 2018 a una stima tra i 215 e i 225 milioni per il 2024. Questo segnale di crisi non è solo collegato alla ridotta vendita di abbonamenti, ma è amplificato dalla crescente evasione tariffaria. L’ATAC, consapevole della situazione, ha incrementato i controlli per combattere il fenomeno, eppure le strategie per eludere il pagamento continuano a espandersi, generando un grosso vuoto economico nel sistema.
Evasione tariffaria: pratiche eccessive
Le pratiche scorrette sono diventate un’abitudine radicata per molti passeggeri della metro di Roma. Situazioni come quella avvenuta recentemente alla stazione Garbatella, dove un giovane è saltato il tornello, sono solo un esempio del malcostume diffuso. Un altro caso si è verificato alla stazione Centocelle della linea C, dove alcuni viaggiatori hanno approfittato dei varchi riservati alle persone con disabilità per evitare di pagare il biglietto. Non è raro osservare comportamenti simili anche in altre stazioni, come a Pigneto e Cornelia, dove i “furbetti” hanno trovato forme creative per eludere il controllo.
Le aree di accesso alle stazioni ad ampio spazio rendono difficile per gli operatori monitorare tutti gli utenti. Lo scavalcare i tornelli o il seguire un passeggero pagante per entrare senza ticket è diventato un fenomeno quotidiano. La consapevolezza di una sorveglianza non sempre attiva invita a perpetuare tali comportamenti illegittimi.
Lacune nel sistema di controllo
Uno dei problematici aspetti che favoriscono l’evasione è l’assenza di un sistema di doppia timbratura, un metodo adottato da altre città come Milano. Questo sistema comporterebbe la convalida sia all’ingresso che all’uscita, riducendo il numero di passeggeri che riescono a entrare senza pagare. A Roma, il rilascio di un solo timbro fornisce un’opportunità ai “furbetti” di entrare e rimanere nel sistema senza essere mai sorpresi. Il monitoraggio delle stazioni si dimostra un compito arduo, e questo porta a una maggiore diffusione dell’evasione.
In aumento le sanzioni, ma non basta
Nonostante l’evasione dilagante, i dati mostrano un incremento degli introiti derivanti dalle sanzioni. Le multe pagate entro cinque giorni dall’emissione sono passate da 2,2 milioni nel 2018 a 5,6 milioni nel 2023. Questo incremento suggerisce che, sebbene il fenomeno dell’evasione continui, esiste una parte dei passeggeri disposti a pagare le sanzioni, forse come risultato di un aumento della vigilanza. Il bilancio del 2024 non è ancora noto, ma è lecito aspettarsi che segua la linea ascendente dello scorso anno.
Cambiamenti nelle abitudini di viaggio
Le ragioni alla base della crisi nel numero di abbonamenti e utilizzo del servizio di trasporto pubblico sono varie. Dopo il periodo di pandemia, molti pendolari hanno cambiato abitudini, il che ha portato a una diminuzione degli spostamenti quotidiani. Lo smart working ha contribuito a ridurre l’affollamento su treni e metropolitane, favorendo soluzioni alternative, come l’uso di mezzi privati. La digitalizzazione ha inoltre reso più semplice la gestione delle operazioni di viaggio, facendo sì che molti possano evitare il trasporto pubblico.
Ultimo aggiornamento il 13 Gennaio 2025 da Marco Mintillo