La cucina italiana in corsa per il riconoscimento Unesco: valutazione a novembre e attese per dicembre

La cucina italiana in corsa per il riconoscimento Unesco: valutazione a novembre e attese per dicembre

La candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’umanità si avvicina al verdetto dell’Unesco del 10 novembre, sottolineando l’importanza culturale e identitaria del cibo nel paese.
La cucina italiana in corsa pe La cucina italiana in corsa pe
La cucina italiana in corsa per il riconoscimento Unesco: valutazione a novembre e attese per dicembre - Gaeta.it

La candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’umanità si avvicina a un momento cruciale. L’organo tecnico dell’Unesco, infatti, si esprimerà il 10 novembre, comunicando se il dossier presentato sarà accolto in maniera favorevole, rinviato o respinto. Questa candidatura non si limita a celebrare le singole pratiche gastronomiche, ma punta a riconoscere il cibo come emblema dell’identità culturale di un popolo, un aspetto centrale secondo Pier Luigi Petrillo, professore alla Luiss e autore del dossier.

La portata del riconoscimento e la filosofia del dossier

Il dossier di candidatura per la cucina italiana rappresenta un passo importante nella valorizzazione delle tradizioni culinarie nazionali. Nonostante possa sembrare una mera formalità, il suo esito avrà un impatto significativo sul riconoscimento della cucina italiana nel contesto internazionale. Questo non è solo un traguardo per il settore gastronomico, ma un’affermazione culturale che sottolinea come il cibo sia un tassello fondamentale dell’identità italiana.

Petrillo mette in luce che non si tratta solo di un elenco di pratiche culinarie, ma di una narrazione che collega il cibo alla cultura, alla storia, e alla vita quotidiana degli italiani. La proposta di riconoscimento pone l’accento sul fatto che il cibo è una forma d’arte attraverso cui si esprime la diversità culturale e la storia di un paese. “Vogliamo che il mondo comprenda come il nostro approccio alla cucina racchiuda valori di comunità e tradizione,” afferma Petrillo, evidenziando l’importanza di tale riconoscimento da un punto di vista identitario.

Le aspettative e il sondaggio dell’Unesco

Le aspettative intorno alla candidatura sono elevate. Petrillo ha dichiarato di sentirsi “ottimista” riguardo all’esito, poiché il dossier riesce a trasmettere efficacemente il significato culturale della cucina italiana. Ma più che i documenti e le pratiche culinarie, ciò che sorprende è il modo in cui la cultura alimentare viene percepita dal pubblico. Recentemente, l’Unesco ha avviato un sondaggio sul suo canale WhatsApp, chiedendo cosa venga in mente quando si parla di patrimonio immateriale. La maggior parte delle risposte indicate include le tradizioni alimentari, un elemento che riflette l’importanza del cibo nelle culture di tutto il mondo.

Petrillo sottolinea come la risposta positiva a questo sondaggio sia stata inaspettata. “Quando nel 2003 mi sono impegnato con la Convenzione dell’Unesco, la connessione tra cibo e cultura era un argomento poco discusso,” spiega. Tuttavia, il riconoscimento della Dieta Mediterranea ha segnato un cambiamento, diventando il primo sigillo di approvazione internazionale per una pratica alimentare. Oggi, quasi il 10% delle iscrizioni Unesco riguarda il cibo e le tradizioni alimentari, un dato che denota la crescente consapevolezza del valore culturale del cibo.

La cucina italiana come mosaico culturale

La proposta di riconoscimento non si prefigge solo di celebrare la cucina italiana nel suo complesso, ma di evidenziare la ricchezza e la varietà di tradizioni culinarie presenti nel paese. Ogni piatto racconta una storia, riflettendo le diverse influenze storiche e geografiche. Questa varietà è ciò che rende la cucina italiana unica e caratteristiche come la freschezza degli ingredienti e la valorizzazione delle produzioni locali sono essenziali.

L’auspicio è che il riconoscimento aiuti a promuovere e preservare queste tradizioni. Il cibo, lontano dall’essere visto come un mero prodotto commerciale, viene considerato nella sua dimensione culturale e sociale. La sensibilità odierna verso il cibo come forma di espressione culturale evidenzia un cambio di paradigma, dove la gastronomia non è più solo una questione di nutrimento, ma di identità e appartenenza.

Con la discussione dell’Unesco che si avvicina, l’attenzione è rivolta alla capacità della cucina italiana di affermarsi come simbolo di un patrimonio culturale unico, una sfida che non solo mira al riconoscimento formale, ma a celebrare la ricchezza di storie e tradizioni che ogni piatto porta con sé.

Change privacy settings
×