La democrazia cristiana irpina: storia e leggende di Ciriaco De Mita e dei Magnifici 7

Il libro di Daniele Morgera, “Li chiamavano i Magnifici 7”, esplora la storia della Democrazia Cristiana in Irpinia, evidenziando l’eredità politica e sociale dei suoi protagonisti attraverso un dialogo intergenerazionale.
La Democrazia Cristiana Irpina La Democrazia Cristiana Irpina
La democrazia cristiana irpina: storia e leggende di Ciriaco De Mita e dei Magnifici 7 - Gaeta.it

La storia della Democrazia Cristiana in Irpinia è un racconto affascinante che attraversa periodi di grande cambiamento politico e sociale in Italia. Nel suo ultimo libro “Li chiamavano i Magnifici 7“, Daniele Morgera, giornalista di Radio Rai, offre una visione unica di questo fenomeno, presentando una narrazione che mescola elementi di “favola politica” e “romanzo popolare“. Attraverso il dialogo tra generazioni, il libro esplora la vita e l’eredità di alcuni dei protagonisti chiave della DC, rendendo accessibile una storia complessa e articolata.

Un racconto intergenerazionale

Il libro di Morgera inizia con un messaggio di WhatsApp da parte della giovanissima Alfonsina, una tredicenne che scopre la realtà della politica attraverso le parole di suo nonno Genesio. È in questo scambio generazionale che si sviluppa l’interesse per la politica, descritta come un campo complesso, dove ciascuno la interpreta secondo la propria esperienza. Questo approccio dialogico permette al lettore di immedesimarsi e di comprendere le sfide e le dinamiche politiche che hanno caratterizzato la storia italiana del dopoguerra.

Morgera non si limita a raccontare eventi; crea un ponte tra passato e presente. Le esperienze di Alfonsina e del nonno offrono un spaccato di come la politica, talvolta percepita come distante e astratta, possa essere influenzata da persone realmente vissute, i cui nomi e storie rappresentano una parte significativa della storia nazionale. In questo contesto, il libro svolge un ruolo importante nel conservare la memoria storica della DC irpina.

I protagonisti della DC irpina

Al centro della narrazione ci sono i famosi “Magnifici 7“, un gruppo di politici che ha avuto un impatto notevole sulla scena politica italiana. Ciriaco De Mita emerge come il leader carismatico, descritto da Morgera come il “segreterio nazionale dello Scudocrociato” e figura chiave nel consolidamento del partito. Accanto a lui, altri nomi come Gerardo Bianco, Nicola Mancino e Biagio Agnes, che hanno lasciato una forte impronta nelle istituzioni locali e nazionali.

Morgera descrive questi uomini come architravi del potere, capaci di trasformare le piccole realtà della provincia di Avellino in centri decisionali di rilevanza nazionale. Attraverso i loro successi, tra gli anni ’50 e ’80, si possono rintracciare opere infrastrutturali che hanno cambiato il volto del territorio, rendendo le periferie protagoniste in un contesto politico dominato dalle grandi città.

L’autore si sofferma anche sulla dimensione umana di queste personalità, sottolineando il loro spirito di servizio e l’impegno nel miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini, spesso a discapito di stereotipi che riducono la politica a una mera lotta per il potere. Tra opere pubbliche e progetti di ricostruzione, questi politici non solo hanno creato un’eredità tangibile ma hanno anche plasmato l’idea di un’Italia in crescita e sviluppo.

L’eredità di un’epoca

L’analisi di Morgera non si ferma ai risultati tangibili, ma esplora anche le complicazioni e le sfide vissute in questo periodo storico, come il terremoto che devastò parte della regione. L’autore riflette su come la Democrazia Cristiana, nonostante le sue contraddizioni, sia stata fondamentale nella ricostruzione materiale e culturale. Le imprese realizzate dai Magnifici 7 hanno lasciato cicatrici e opportunità, configurando un’eredità che influenza ancora oggi il panorama politico.

La testimonianza di Andrea Covotta, responsabile di Rai Quirinale, attribuisce a questi politici un’alta considerazione, definendoli “personalità colte e raffinate“. Covotta evidenzia la differenza di approccio tra questa epoca e il presente, dove la quantità delle proposte politiche sembra prevalere sulla loro qualità. Si delinea così un contrasto netto tra la decision-making basata su valori e relazioni personali del passato e l’eventuale superficialità delle politiche contemporanee.

Morgera offre, quindi, non solo un racconto della DC irpina ma una riflessione sul valore della politica come servizio pubblico e sulla necessità di un coinvolgimento sincero e sentito nella gestione della cosa pubblica. Scrivere storia in questa forma, mescolando narrazione personale e analisi critica, fa sì che le esperienze di figure come Ciriaco De Mita rimangano vive e presenti nel dibattito odierno.

L’importanza della memoria storica

In un’epoca in cui il dibattito politico può apparire spersonalizzato, il lavoro di Morgera invita a interrogarsi sulla storia recente e sul suo significato. Attraverso lo sguardo giovanile di Alfonsina e i ricordi di Genesio, il lettore viene chiamato a riflettere su come la politica non sia solo un ambito di decisioni astratte, ma una dimensione che tocca le vite quotidiane delle persone.

Il libro si propone, pertanto, come un importante contributo alla memoria collettiva di un periodo che ha segnato profondamente il territorio irpino e italiano, sottolineando l’importanza di onorare le storie e le esperienze di coloro che, con determinazione e passione, hanno cercato di migliorare il contesto in cui vivevano. Una vera e propria riscoperta di valori e significati legati alla politica, che possono essere trasmessi alle nuove generazioni, affinché non solo comprendano il passato, ma possano anche trarre insegnamento per il futuro.

Ultimo aggiornamento il 13 Novembre 2024 da Marco Mintillo

Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Gestione cookie