Il Tribunale della Sorveglianza di Milano ha accolto il reclamo della difesa di Renato Vallanzasca, concedendogli il permesso di uscire dal carcere di Bollate e trascorrere del tempo in una comunità di cura. Lo riferiscono all’AGI fonti legali.
“I giudici hanno concesso un permesso, di fatto riaprendo la strada alla concessione di altri,” spiegano gli avvocati Corrado Limentani e Paolo Muzzi, che da tempo sostengono che l’aggravarsi della forma di demenza da cui è affetto il loro assistito sia incompatibile con il carcere.
L’udienza di ieri, alla quale ha partecipato anche Vallanzasca, ha portato i magistrati ad accogliere il reclamo contro il rifiuto dell’ultimo permesso per andare in comunità , negato nel marzo scorso. Questo ha riaperto la possibilità per il ‘bel René’ di frequentare la struttura terapeutica ritenuta utile per la “risocializzazione” e per rallentare il declino cognitivo. La data del primo ingresso in comunità sarà concordata tra le parti.
La concessione del permesso di frequentare una comunità fuori dal carcere viene motivata dai giudici della Sorveglianza di Milano come un modo per alleviare la patologia neurologica di Vallanzasca, a fronte del riconosciuto lungo periodo trascorso in carcere e della necessità di strutturare un percorso di risocializzazione che sembra essere stato intrapreso con serietà .
Il Tribunale non ha riscontrato motivi contrari alla frequentazione della comunità , riferiscono i legali, nemmeno per possibili ragioni di sicurezza. Vallanzasca, 74 anni, ha trascorso gli ultimi 52 anni quasi interamente in carcere, dove sta scontando quattro ergastoli. Da qualche settimana, è seguito da un amministratore di sostegno. Nel novembre dello scorso anno, gli erano stati concessi i domiciliari, una prospettiva che la difesa rimetterà sul tavolo.
“Renato sta male, malissimo. Ha pochi momenti di lucidità . Chi va a colloquio con lui mi racconta che la malattia degenerativa di cui soffre avanza. Cosa aspettano a farlo uscire? Di lui resta ormai solo il nome. I primi segni li ho visti quattro anni fa, si dimenticava di venire a mangiare,” aveva raccontato Tino Stefanini, che faceva parte della gang di Vallanzasca.
Approfondimenti
Renato Vallanzasca è stato un criminale che ha operato principalmente negli anni ’70 e ’80 a Milano. Era a capo di una banda criminale nota come la “Banda della Comasina”, responsabile di una serie di rapine, sequestri di persona e omicidi. Vallanzasca divenne un personaggio mediatico grazie alla sua audacia e al suo carisma. Dopo diversi arresti e periodi in carcere, Vallanzasca è diventato una sorta di “celebrità criminale” in Italia, oggetto di libri, film e interviste.
Il testo menziona il fatto che a Vallanzasca sono stati concessi dei permessi premio dai giudici della Sorveglianza a Milano. I permessi premio sono una forma di riduzione della pena che consente a un detenuto di trascorrere del tempo fuori dalla prigione per vari motivi, come visite mediche o motivi familiari. Questa decisione è stata presa probabilmente considerando le condizioni di salute di Vallanzasca e la necessità di cure specifiche.
La richiesta di permessi premio per Vallanzasca è stata supportata dalla difesa legale del criminale. Questo suggerisce che ci sia stata una buona argomentazione legale a favore di tali permessi, probabilmente basata sulle condizioni di salute e sul comportamento in carcere del detenuto.
La concessione dei permessi premio è stata vista come un passo positivo per la difesa di Vallanzasca, probabilmente perché potrà ricevere le cure di cui ha bisogno al di fuori della prigione, migliorando la sua qualità di vita.