prodotti alimentari con etichette italiane in calo nei supermercati ma il fatturato resta in crescita nel 2025
Negli ultimi dodici mesi, la presenza di prodotti con richiami espliciti all’origine italiana sugli scaffali di supermercati e ipermercati ha mostrato un leggero declino in termini di varietà e quantità venduta. Nonostante questa diminuzione, il valore economico generato da questi prodotti continua a salire, sfiorando gli 11,4 miliardi di euro. Dati recenti dell’osservatorio Immagino di GS1 Italy tracciano un quadro dettagliato su come si muove il mercato dei prodotti italiani confezionati, evidenziando cambiamenti nelle preferenze e nelle strategie di etichettatura.
L’analisi ha preso in esame oltre 138mila referenze presenti nei punti vendita e ha identificato 26.411 prodotti che mostrano in etichetta evidenti richiami all’italianità, come claim dedicati, immagini specifiche, o indicazioni geografiche come DOP o IGP. Tra questi, si nota una diminuzione di circa il 2% nella proposta di prodotti riconducibili all’identità nazionale. Anche i volumi venduti sono calati dello 2% nello stesso periodo, suggerendo una riduzione nell’acquisto o nella presenza di tali prodotti sugli scaffali.
Nonostante questo trend negativo, il fatturato derivante da questi alimenti confezionati ha fatto segnare una crescita del 2,1%, arrivando vicino agli 11,4 miliardi di euro. Questo aumento suggerisce una maggior spesa media o un incremento dei prezzi, probabilmente legato a prodotti di fascia più alta o a particolari segmenti di nicchia.
L’elemento più comune usato per comunicare l’origine italiana resta la bandiera tricolore, presente nel 16,3% delle referenze monitorate, ovvero 15.414 prodotti. Tuttavia, una buona parte del mercato si sviluppa intorno a prodotti che richiamano specifiche tradizioni regionali, un fenomeno che sta prendendo sempre più piede e che sembra orientare parte delle preferenze dei consumatori verso prodotti con un legame territoriale più preciso.
Specialità regionali e prodotti dop in crescita
All’interno dell’offerta complessiva, si contano oltre 10.200 prodotti che evidenziano la propria appartenenza a una tradizione regionale italiana. Questi alimenti e bevande hanno raggiunto un volume d’affari di circa 3 miliardi di euro, con un incremento del valore dello 0,7% rispetto all’anno precedente. Di contro, anche in questo segmento si registra un calo nei volumi venduti, pari al 2,6%.
L’importanza della denominazione d’origine protetta
Un evento rilevante riguarda la crescita dei prodotti con Denominazione d’Origine Protetta , che si distinguono rispetto al resto del mercato. Le referenze DOP, poco più di 1.300, hanno aumentato sia il valore che i volumi di vendita, con rispettivi incrementi del 3,5% e 2,1%. Il fatturato derivato da questi prodotti supera i 723 milioni di euro, dimostrando la tenuta e il valore percepito di prodotti garantiti da certificazioni ufficiali.
Questi dati evidenziano come i consumatori considerino con maggiore attenzione i prodotti legati a specifiche certificazioni territoriali e di qualità. I prodotti DOP riescono a resistere alle fluttuazioni del mercato e a consolidare la loro posizione come punti di riferimento per chi cerca autenticità e garanzia sui prodotti alimentari italiani.
Le regioni italiane protagoniste nella crescita delle vendite
Diverse regioni italiane mostrano dinamiche positive nell’andamento del fatturato legato ai prodotti tipici in supermercati e ipermercati. In particolare, Puglia, Liguria, Veneto, Basilicata e Abruzzo hanno ottenuto un incremento significativo del giro d’affari legato a questi prodotti, segnale di un rafforzamento della presenza regionale sul mercato.
Molise, Valle d’Aosta e Sardegna si distinguono per aver migliorato anche le vendite in termini di volume, riuscendo cioè a vendere fisicamente più prodotti rispetto all’anno precedente. Questo dato è indicativo di un aumento del gradimento o di una maggiore diffusione di referenze con richiami territoriali in queste aree.
L’analisi regionale aiuta a capire come alcune realtà locali stiano puntando più di altre alla valorizzazione delle produzioni tipiche a scaffale, dando un impulso diretto ai consumi alimentari ispirati dall’identità culturale e gastronomica del territorio.
Classifica regionale per giro d’affari nei supermercati e ipermercati
La graduatoria delle regioni italiane per valore di vendite di prodotti con identità territoriale non ha registrato cambiamenti rispetto al precedente rapporto dell’osservatorio Immagino. Sul podio resta il Trentino-Alto Adige, con un giro d’affari superiore a 392 milioni di euro, seguito dalla Sicilia che totalizza 377 milioni e dal Piemonte con 319 milioni.
Questi dati confermano quali aree del paese riescano a sviluppare un mercato più solido e consistente attorno ai propri prodotti alimentari certificati o comunque riconoscibili come appartenenti a quella regione. La forza di tali mercati è legata a tradizioni produttive consolidate e a un forte legame con il territorio, che garantisce un’offerta distintiva nei punti vendita.
Il riconoscimento del valore economico di queste realtà rappresenta un punto fermo per capire come si muove il commercio al dettaglio in relazione al prodotto italiano di origine territoriale. Resta da monitorare l’evoluzione di questi trend nei prossimi mesi, per capire l’impatto delle scelte dei consumatori e delle strategie di mercato legate all’italianità nei supermercati.