La diocesi di Trento lancia nuove linee guida per proteggere minori e vulnerabili nelle attività pastorali

La diocesi di Trento lancia nuove linee guida per proteggere minori e vulnerabili nelle attività pastorali

La Diocesi di Trento lancia nuove linee guida per garantire la sicurezza e il benessere di minori e vulnerabili nelle attività ecclesiali, promuovendo un ambiente protettivo e relazioni positive.
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La diocesi di Trento lancia nuove linee guida per proteggere minori e vulnerabili nelle attività pastorali - Gaeta.it

Il lancio di nuove linee guida da parte della Diocesi di Trento rappresenta un passo significativo e necessario nel miglioramento della sicurezza e del benessere delle persone minorennni e vulnerabili coinvolte nelle attività ecclesiali. Queste indicazioni si collocano in un contesto in cui la Chiesa cattolica è chiamata a riflettere e agire in modo proattivo per mettere in atto misure di prevenzione e tutela, rispondendo così alle sollecitazioni emerse sia a livello locale che nazionale.

La genesi delle nuove linee guida

Il progetto di predisposizione di queste linee guida è nato dal Tavolo degli Esperti del Servizio Tutela, in risposta all’esigenza di attuare le indicazioni già formulate dalla Conferenza Episcopale Italiana nel 2019 e successivamente aggiornate nel 2023. L’obiettivo principale è quello di adattare tali direttive alla realtà specifica della diocesi trentina, tenendo conto delle peculiarità e delle necessità della comunità locale. Gli esperti hanno lavorato per elaborare un documento che fosse non solo teoretico, ma anche pratico e applicabile alle situazioni quotidiane di vita ecclesiale.

Durante il processo di creazione, è stato sottolineato l’importanza di fornire indicazioni chiare e concrete per prevenire comportamenti scorretti o abusivi da parte degli adulti nei confronti di minori o persone vulnerabili. Ciò include una serie di comportamenti da evitare, con l’intento di creare un ambiente sicuro e protettivo per tutti.

Il contenuto delle linee guida

Le nuove linee guida si muovono su più fronti, con l’intento di abbracciare un approccio completo alla tutela. Tra i principali temi trattati, vi è la ferma condanna di qualsiasi forma di abuso, sia esso fisico, psicologico o sessuale. Viene messo in evidenza l’importanza di mantenere il rispetto della riservatezza e dell’intimità delle persone coinvolte nelle attività pastorali. Ogni adulto è chiamato a riflettere profondamente sul proprio comportamento, prestando attenzione al linguaggio, alle conversazioni e ai gesti.

In particolare, si sottolinea la necessità di garantire che non vi siano comportamenti offensivi, inappropriati o sessualmente provocatori. Le linee guida invitano a promuovere relazioni positive, sia umane che spirituali, in grado di nutrire il benessere delle persone coinvolte. Ciò implica anche un lavoro di educazione e sensibilizzazione tanto per gli adulti quanto per i minori, affinché vi sia una maggiore consapevolezza sui confini personali e sull’importanza del consenso.

La presentazione delle linee guida

La presentazione delle nuove linee guida ha visto la partecipazione di figure rilevanti della diocesi, tra cui l’arcivescovo Lauro Tisi. Durante l’evento, Tisi ha evidenziato l’importanza di questo passo, affermando che rappresenta l’impegno della Chiesa nel prendersi cura in modo autentico dei più vulnerabili, nell’ottica di una comunità accogliente e inclusiva. L’arcivescovo ha auspicato che queste indicazioni possano essere condivise ampiamente nel territorio, contribuendo così a costruire una comunità responsabile e aperta al dialogo.

Don Alessandro Aste, referente del Servizio Tutela Minori, ha sottolineato come le linee guida non vogliono solo disciplinare, ma anche promuovere un ambiente sicuro dove ciascuno possa sentirsi accolto. L’accento posto sul coinvolgimento delle famiglie e sull’educazione al consenso è fondamentale per permettere ai giovani di stabilire e difendere i propri confini personali.

Anche per le attività di oratorio e Grest, sono state fornite indicazioni pratiche, guidando così gli educatori verso l’adozione di pratiche che favoriscano un clima di sicurezza e rispetto, affinché ogni partecipante possa vivere un’esperienza ecclesiale sana e positiva. Dove ci sono abusi o sopraffazioni, non può esserci una vera esperienza di fede. La responsabilità nella prevenzione e nell’educazione si fa quindi cruciale.

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