Nei giorni scorsi, un tribunale di Los Angeles ha completamente assolto Disney da un’accusa di plagio riguardante il film d’animazione Oceania. Un uomo, Buck Woodall, sosteneva che la storia della giovane polinesiana che intraprende un’epica avventura in mare fosse stata rubata dalla sua sceneggiatura, denominata “Bucky the Surfer Boy“. Dopo aver esaminato il caso per oltre due ore e mezza, la giuria ha stabilito che Disney non aveva avuto accesso ai materiali di Woodall, archiviando la causa.
La genesi della causa di plagio
Buck Woodall ha presentato la causa nel 2020, affermando che il suo copione fornisse le basi per Oceania, film che nel 2016 ha incassato oltre 700 milioni di dollari. Woodall ha spiegato di aver condiviso la sua sceneggiatura con una parente acquisita, Jenny Marchick, che lavorava per una società esterna situata presso il campus di Disney a Burbank. L’autore si aspettava che il suo lavoro potesse eventualmente finire su qualche scrivania importante all’interno della casa di produzione, ma Marchick ha confermato in aula che tale materiale non è mai giunto ai creatori di Oceania. Durante il processo, ha spiegato la sua posizione rispetto a Woodall e il suo coinvolgimento con Disney.
Dopo aver esaminato vari punti di contatto tra le due storie, l’avvocato di Woodall, Gustavo Lage, ha sottolineato una serie di somiglianze significative. Ha fatto riferimento agli elementi narrativi che sembrano coincidere tra le due opere. Woodall ha presentato la sua sceneggiatura in più versioni, l’ultima delle quali risale al 2011, e ha messo in evidenza come la sua trama comprendesse bambini alle Hawaii, avventure e interazioni con figure mitologiche. Secondo lui, queste similitudini non possono essere considerate casualità .
Le difese di Disney e la visione della creativitÃ
La difesa, rappresentata dall’avvocato Moez Kaba, ha cercato di smontare le argomentazioni di Woodall. Ha messo in evidenza come Oceania rappresenti un punto culminante della carriera di Ron Clements e John Musker, storici sceneggiatori e registi disneyani noti per capolavori come La Sirenetta e Aladdin. Kaba ha posto l’accento sul fatto che le tematiche e gli archetipi presentati in Oceania siano stati già esplorati in altre opere di Disney, evidenziando che elementi come animali parlanti e semidei sono ricorrenti nella narrativa Disney.
La giuria ha accolto la posizione di Disney dopo un’analisi attenta delle prove e delle testimonianze presentate. Nonostante le affermazioni di similitudine tra le due storie, la difesa ha sostenuto che nessuna prova chiara collegasse direttamente Oceania alla sceneggiatura di Woodall. In particolare, la giuria ha dovuto considerare non solo le somiglianze, ma anche le differenze evidenti che caratterizzano le due opere.
Le prospettive future e le conseguenze per Woodall
Mentre il tribunale ha emesso il suo verdetto, la causa legale contro Oceania non finisce qui per Woodall. Nel gennaio del 2025, ha avviato un nuovo procedimento legale contro Oceania 2, un sequel del film originale, richiedendo un risarcimento di ben 10 milioni di dollari. Questa causa si basa sul successo commerciale dell’originale e sulla possibilità di ottenere proventi significativi dalla vendita di DVD e Blu-ray. Anche se la denuncia su Oceania era arrivata troppo tardi per richiedere percentuali sugli incassi cinematografici, Woodall continua a cercare giustizia nel contesto del sequel.
Adesso, con il verdetto sfavorevole a suo carico, Woodall potrebbe trovarsi in una posizione precaria per quanto riguarda il nuovo procedimento. Le recenti pronunce potrebbero non essere favorevoli per le sue argomentazioni. La reale misura dell’impatto che questo caso avrà sulle future opere di animazione rimane da vedere. Il mondo dell’animazione sta sempre più affrontando interrogativi riguardanti la proprietà intellettuale e la questione di ispirazione creativa sarà sicuramente al centro del dibattito.