La famiglia Nassar: una testimonianza di resistenza pacifica dalla fattoria Tent of Nations

La famiglia Nassar: una testimonianza di resistenza pacifica dalla fattoria Tent of Nations

La famiglia Nassar di Betlemme promuove la pace e la resilienza attraverso il progetto “Tent of Nations”, affrontando le sfide dell’occupazione con dialogo, solidarietà e attività educative per i giovani.
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La famiglia Nassar: una testimonianza di resistenza pacifica dalla fattoria Tent of Nations - Gaeta.it

Daoud Nassar e la sua famiglia, residenti a Betlemme, rappresentano un faro di speranza e resistenza non violenta in una regione segnata da conflitti e tensioni. Attraverso il loro progetto “Tent of Nations“, hanno creato un luogo di incontro e dialogo, nonostante le sfide continue degli insediamenti e delle intimidazioni subite dai coloni israeliani. In questo articolo, esploreremo la loro storia, l’importanza della loro fattoria e il significato della loro visione di pace.

Origini e background della famiglia Nassar

Daoud Nassar è nato a Betlemme nel 1970 e, come palestinese cristiano, ha sempre vissuto nel cuore di una terra lacerata dai conflitti. Cresciuto in una grande famiglia – è l’ottavo di nove figli – ha vissuto in prima persona le difficoltà e le ingiustizie della vita in una zona di conflitto. Dopo aver conseguito una laurea in Economia Aziendale e un diploma post laurea in Gestione del turismo internazionale in Germania, Daoud è tornato a casa per lavorare nella fattoria di famiglia.

La fattoria, acquistata dai Nassar nel 1916, si trova nella Cisgiordania, a sud di Betlemme, circondata da insediamenti israeliani. Nonostante le avversità e il muro di separazione, la famiglia ha sempre cercato di promuovere un clima di amicizia e cooperazione. La loro storia è un esempio di determinazione e resilienza, specialmente nei momenti più bui, come l’inizio della seconda intifada, che ha complicato ulteriormente la situazione politica e sociale della regione.

Oggi, la fattoria è un’importante meta per pellegrinaggi e un luogo dove i volontari internazionali si riuniscono per sostenere le attività del progetto “Tent of Nations“. La fattoria accoglie visitatori per sprigionare un’energia di vita che mira a spezzare il ciclo della violenza e a infondere speranza.

La lotta per la terra e la giustizia

Nell’ultimo decennio, la famiglia Nassar ha affrontato continui soprusi legati all’occupazione della loro terra. Nonostante il terreno sia di proprietà della famiglia da oltre un secolo, nel 1990 il governo israeliano ha dichiarato il suo stato di proprietà. Questo ha avviato un lungo conflitto legale che prosegue ancora oggi, accompagnato da episodi di intimidazione come il lancio di massi e il divieto di costruzione di infrastrutture essenziali.

I Nassar si sono rifiutati di cedere alla tentazione di trasferirsi altrove e hanno cercato soluzioni legali per difendere la loro proprietà. Nonostante le difficoltà, hanno trovato modi innovativi per gestire le risorse idriche e di energia, ad esempio raccogliendo acqua piovana e utilizzando pannelli solari donati da volontari. Questa resilienza dimostra un forte attaccamento alla loro terra e alla loro missione di offrire un modello di vita pacifico.

La continua minaccia di violenza e rimozione non ha fermato la famiglia Nassar. Essi stanno costruendo una comunità basata sulla solidarietà, accogliendo visitatori e volontari e organizzando attività educative e sociali. La fattoria è diventata un simbolo di speranza e determinazione, rappresentando la volontà di resistere attraverso la pace.

Un messaggio di pace e di dialogo

Il motto di “Tent of Nations“, “We refuse to be enemies” , esplica la filosofia di Daoud e della sua famiglia. In un contesto così difficile, la scelta di perpetuare la volontà di dialogare, piuttosto che ripagare l’odio con l’odio, è un atto di coraggio. Daoud spiega che, sebbene la strategia del conflitto sia la più semplice, egli si rifiuta di farsi trascinare in quella negatività. Il suo approccio è quello che promuove la giustizia e la pace, cogliendo le opportunità di incontro e scambio.

La formula di Daoud per affrontare le sfide richiede un’azione concreta per spezzare il ciclo dell’ingiustizia. È fondamentale creare una rete di connessioni umane e stabilire un dialogo intergenerazionale. Egli sostiene che per raggiungere una pace duratura, è necessario sradicare l’ingiustizia e lavorare insieme per un futuro condiviso.

Il progetto di “Tent of Nations” comprende attività per i bambini e per i giovani, evidenziando l’importanza dell’educazione alla pace, alla creatività e alla consapevolezza sociale. Attraverso laboratori di arte, musica e attività comunitarie, i giovani hanno l’opportunità di esprimere i loro talenti, riscoprire i sogni e sviluppare la fiducia in sé. Daoud insiste nell’affermare che è cruciale trasformare la sofferenza in una benedizione e incoraggiare le nuove generazioni a costruire legami più forti e significativi.

Promuovere la resilienza e la leadership

La primogenita di Daoud, Shadin, con la sua formazione in Diritto Internazionale e Diritti Umani, prosegue il lavoro di advocacy della famiglia. È impegnata in progetti artistici e di scrittura creativa per stimolare i giovani a rielaborare le esperienze traumatiche in modi costruttivi. Shadin sottolinea l’importanza di trasformare la mentalità perpetrata dalle ingiustizie in una forza positiva, in modo che i giovani possano diventare protagonisti del cambiamento.

Abbiamo bisogno di formare una nuova leadership”, afferma Shadin. “L’obiettivo è dare agli adolescenti gli strumenti per esprimere le loro storie e partecipare attivamente ai processi decisionali.” Daoud e Shadin lavorano per fornire opportunità di crescita e di sviluppo delle competenze, affinché i giovani possano diventare cittadini consapevoli e determinati.

Ricorda e condivide un momento difficile in cui centinaia di alberi da frutto furono distrutti. In quel frangente, distruzione e impotenza sembravano prevalere. Tuttavia, unendo le forze con i volontari, sono riusciti a piantare il doppio o il triplo di quanto perso. Questa esperienza ha rappresentato un segno tangibile di resilienza e speranza.

Costruire ponti di comprensione

Daoud Nassar porta avanti un messaggio che invita a non chiudersi in una dimensione di paura e rassegnazione. La storia di “Tent of Nations” è una testimonianza di come sia possibile affrontare la vita con determinazione e compassione. La sua storia, infatti, è simile a quella dei discepoli che uscirono a proclamare il Vangelo, costruendo ponti di dialogo e amicizia.

Daoud e la sua famiglia continuano a lavorare senza sosta per creare opportunità di incontro e di scambio tra le persone di diverse nazionalità e culture. La loro iniziativa dimostra che, anche in mezzo alle apparenti difficoltà, è possibile costruire un futuro migliore. Una riflessione profonda, che invita a rimanere aperti e disponibili a nuovi incontri, è alla base della loro missione di vita.

Ultimo aggiornamento il 18 Dicembre 2024 da Sofia Greco

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