La fertilizzazione oceanica con ferro: una soluzione controversa per catturare CO2

La fertilizzazione oceanica con ferro: una soluzione controversa per catturare CO2

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La fertilizzazione oceanica con ferro: una soluzione controversa per catturare CO2 - Fonte: Euronews | Gaeta.it

In un contesto di crescente preoccupazione per i cambiamenti climatici, gli scienziati stanno esplorando la fertilizzazione oceanica con ferro come un potenziale metodo per incrementare la capacità degli oceani di catturare anidride carbonica dall’atmosfera. Questo approccio, sebbene finanziato da esperti e sostenuto da alcuni studi, ha sollevato forti dibattiti sull’impatto reale che potrebbe avere sugli ecosistemi marini. Nel 2026, un ambizioso piano di ricerca potrebbe avviare esperimenti su vasta scala nelle acque dell’Oceano Pacifico, all’altezza di 10.000 chilometri quadrati.

Che cos’è la fertilizzazione oceanica con ferro?

L’importanza del ferro negli oceani

La fertilizzazione oceanica con ferro è una tecnica volta a stimolare la crescita di fitoplancton, piante unicellulari che prosperano in ambienti marini. Questi organismi, attraverso la fotosintesi, assorbono CO2 dall’atmosfera, contribuendo così a ridurre la quantità di gas serra nel clima terrestre. Rilasciando piccole quantità di ferro, ritenuto un nutriente essenziale, gli scienziati sperano di migliorare questa naturale capacità di assorbimento del carbonio degli oceani. Tale processo è particolarmente rilevante considerando che l’oceano possiede una capacità di stoccaggio del carbonio oltre 50 volte superiore a quella dell’atmosfera.

Impatto prevedibile della fertilizzazione

Il principale obiettivo di questo approccio è quello di favorire la crescita di fitoplancton, che, una volta morti o mangiati, affondano nelle profondità degli oceani portando con sé il carbonio accumulato. Per affrontare il problema dell’atmosfera intossicata dall’anidride carbonica, è quindi fondamentale capire quanta CO2 potrebbe essere effettivamente catturata. Paul Morris, responsabile del progetto ExOIS , ha affermato che anche se venissero fermate tutte le emissioni di carbonio immediatamente, sarebbe necessario potenziare l’assorbimento di CO2 da parte degli oceani a causa dell’enorme quantità di gas già presente.

Il dibattito sulla fertilizzazione oceanica

Le preoccupazioni e i divieti precedenti

Fino ad oggi, la fertilizzazione oceanica con ferro ha suscitato un acceso dibattito nella comunità scientifica e nel pubblico. Negli anni ’90 e 2000, diverse sperimentazioni hanno portato alla luce potenziali effetti collaterali. La controversia è culminata nel 2013, quando è stato implementato un divieto internazionale per l’uso di questa pratica a scopi commerciali, come stabilito dal Protocollo di Londra. A scatenare reazioni negative fu anche la spiacevole iniziativa dell’imprenditore americano Russ George, il quale nel 2012 scaricò 100 tonnellate di polvere di ferro nell’oceano, alimentando le critiche per il potenziale impatto sugli ecosistemi marini e sulla biodiversità.

Le conseguenze potenziali

I timori riguardano la possibilità che la fertilizzazione con ferro possa causare fioriture algali tossiche, che consumerebbero l’ossigeno presente nell’acqua, portando alla formazione di “zone morte”. Inoltre, queste fioriture potrebbero competere per le sostanze nutritive necessarie ad altri organismi marini, alterando potenzialmente l’equilibrio degli ecosistemi acquatici. Recenti studi condotti da ricercatori internazionali suggeriscono che l’aggiunta di ferro potrebbe anche diminuire la disponibilità di nutrienti per altre forme di vita marina, rendendo la questione ancora più complessa e urgente.

Il futuro della ricerca sulla fertilizzazione oceanica

Prossimi passi del progetto ExOIS

Per chiarire questi dubbi, il programma ExOIS prevede di avviare una serie di esperimenti di fertilizzazione nel Pacifico nord-orientale nel 2026. Con un budget stimato di 160 milioni di dollari, di cui 2 milioni già ricevuti dalla National Oceanic and Atmospheric Administration degli Stati Uniti, il progetto mira a fornire dati concreti per valutare l’efficacia della fertilizzazione oceanica. Ken Buesseler, direttore del programma, ha sottolineato l’importanza di monitorare l’impatto reale della fertilizzazione e di coinvolgere il pubblico nei processi decisionali.

Monitoraggio e responsabilità

La responsabilità sociale della scienza marittima emergerà come un fattore cruciale per il successo di quest’iniziativa. ExOIS ha promesso un attento monitoraggio degli esperimenti e un’analisi dettagliata degli effetti potenziali sull’ecosistema marino. Saranno necessari studi a lungo termine e di più ampia portata per colmare le lacune nelle attuali conoscenze scientifiche sulla fertilizzazione oceanica e per garantire che questo approccio venga attuato in modo responsabile. La strada verso un futuro sostenibile per i nostri oceani richiederà una collaudata combinazione di approcci scientifici innovativi e collaborazione con le comunità locali e internazionali.

  • Armando Proietti

    Armando è un giovane blogger esperto di cronaca e politica. Dopo aver studiato Scienze Politiche, ha avviato un blog che analizza e commenta gli eventi politici italiani e internazionali con uno stile incisivo e informativo, guadagnandosi la fiducia di un vasto pubblico online.

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