Il comparto idrico italiano mostra un potenziale significativo di crescita e sviluppo, evidenziando la sua importanza strategica per l’economia del Paese. Secondo recenti studi, la filiera idrica estesa, che comprende le imprese, l’agricoltura e il settore energetico, cresce di circa il 5% all’anno, raggiungendo un valore di oltre 383 miliardi di euro. Questo settore coinvolge 1,5 milioni di imprese, generando un impatto considerevole sul prodotto interno lordo italiano, di cui il 20% è direttamente attribuibile alle risorse idriche. Difatti, i risultati della sesta edizione della Community “Valore Acqua per l’Italia“, promossa da Teha , evidenziano l’importanza del servizio idrico integrato, i cui dati sono raccolti nel Blue Book 2025, realizzato dalla Fondazione Utilitatis e supportato da Utilitalia.
Investimenti nel servizio idrico integrato
Negli ultimi anni, gli investimenti nel servizio idrico integrato hanno raggiunto cifre notevoli. Tra il 2021 e il 2023, i gestori del servizio hanno realizzato investimenti per circa 7,1 miliardi di euro. Questo importo è destinato a crescere ulteriormente, con interventi programmati per un totale di 13,2 miliardi per il biennio 2024-2025. Tali cifre sottolineano l’impegno verso la modernizzazione e la sostenibilità del settore, necessario per affrontare le sfide future.
I risultati mostrano come il settore agricolo giochi un ruolo chiave, con oltre 1,1 milioni di imprese che contribuiscono con un valore aggiunto di 39,5 miliardi di euro e occupano circa 930 mila lavoratori nel 2023. Le imprese manifatturiere idrovore, inoltre, rappresentano un altro pilastro economico, generando un PIL di 287,7 miliardi di euro e impiegando 3,5 milioni di lavoratori. Il settore energetico completa il quadro, con 10 mila imprese che producono un valore aggiunto di 25,3 miliardi di euro e danno lavoro a oltre 100 mila persone.
Crescita degli investimenti e delle tariffe
Il Blue Book 2025 mette in luce una significativa crescita degli investimenti da parte dei gestori industriali. Nel periodo dal 2012 al 2023, la cifra investita è passata da 33 euro per abitante a 65 euro nel 2023, con previsioni di ulteriore aumento a 72 euro per abitante nel 2024 e 80 euro nel 2025, anche grazie ai progetti legati all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza .
Analizzando la dimensione degli operatori, emerge che i gestori di minori dimensioni, con fatturato inferiore a 25 milioni di euro, investono mediamente 44 euro per abitante. Al contrario, quelli di dimensioni maggiori superano i 68 euro. Le gestioni in capo agli enti locali mostrano valori inferiori, pari a 29 euro per abitante. Per quanto riguarda le tariffe, nel 2024 il costo medio annuale per il servizio idrico sarà di 384 euro, per un’utenza di tre persone con un consumo di 150 metri cubi. Nonostante un aumento del 5% rispetto all’anno precedente, le tariffe italiane restano tra le più basse d’Europa.
Il fatturato del settore idrico
Secondo Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia, il fatturato complessivo del settore del servizio idrico integrato è di 8,9 miliardi di euro, impiegando quasi 30 mila addetti. Questo settore rappresenta un elemento strategico, non solo per la qualità della vita dei cittadini, ma anche per la sostenibilità e l’economia.
Nel corso degli ultimi anni, gli investimenti nel settore idrico hanno mostrato una crescita del 99% dal 2012, anno in cui è iniziata la regolazione da parte dell’Arera. È importante notare che il 37% di questi investimenti proviene da fondi pubblici e contributi. Guardando al futuro, è chiaro che il sostegno della finanza pubblica sarà fondamentale per affrontare le sfide che il settore idrico dovrà affrontare nei prossimi anni.