Nel cuore di Napoli, la Galleria Borbonica racconta storie di speranza e resistenza, un luogo dove il passato si intreccia con il presente. Oggi, questo storico rifugio sotto terra non solo conserva le tracce di un periodo buio durante la Seconda Guerra Mondiale, ma diventa anche un palcoscenico per la musica e l’arte. Di recente, il videoclip della colonna sonora “C’era una volta il West“, creata dal leggendario compositore Ennio Morricone, è stato girato in queste suggestive cavità . Un’opera che unisce l’arte visiva a quella musicale, valorizzando la bellezza e la drammaticità del patrimonio culturale di Napoli.
La galleria borbonica: un viaggio nella storia
La Galleria Borbonica rappresenta uno dei luoghi più affascinanti di Napoli. Fatta costruire nel XIX secolo, questo passaggio sotterraneo doveva fungere da via di fuga per la famiglia reale Borbone. Tuttavia, storie di rifugio durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale hanno trasformato questo spazio in un simbolo di resistenza. Sotto le macerie e i graffiti paleocristiani, rimangono visibili i segni di una vita passata, dalle suppellettili ai resti di letti, fino alle latrine comuni. Ogni angolo racchiude storie di persone che cercavano riparo, un rifugio in un momento di grande angoscia.
Marco Minin e suo fratello hanno dedicato tempo e passione al recupero di questo patrimonio, permettendo di riemergere la memoria storica di un’epoca dolorosa. Nel contesto di questi ritrovamenti, è stato scelto di girare un videoclip che esalta la bellezza drammatica di questi spazi. La scelta del brano di Morricone non è casuale: le sue note risuonano profondamente con le esperienze e le emozioni di un passato che, purtroppo, sembra quasi tornare alla mente attraverso ogni graffito.
Musica e cultura: il videoclip “C’era una volta il West”
Il videoclip di “C’era una volta il West” ha visto la luce grazie all’abilità del video maker Mario Miccione, il quale ha saputo catturare l’essenza del luogo e la potenza della musica. Il brano, interpretato dal soprano Miriam Cicotti, è stato arrangiato e diretto dal maestro Vincenzo Sorrentino, noto per il suo approccio innovativo e la sua capacità di mescolare diversi generi musicali. Al violino, Vincenzo Ciccarelli ha aggiunto un tocco di emotività , creando un’armonia che risuona nel profondo.
Il repertorio di Miriam Cicotti è svariato, abbracciando diversi stili, dal sacro al profano, passando per il pop lirico e il metal sinfonico. È interessante notare come questa versatilità le consenta di affrontare diverse sfide musicali, rendendo ogni performance unica. La sua collaborazione con Sorrentino in un tour con il sassofonista Jimmy Sax ne è un esempio; l’abilità di adattarsi e di interagire con altri artisti la rende una figura di spicco nel panorama musicale contemporaneo.
Riconoscimenti e collaborazioni di Miriam Cicotti
Miriam Cicotti, soprano di talento, ha alle spalle una carriera ricca di collaborazioni significative. Ha lavorato con nomi noti come Beppe Vessicchio, Katia Ricciarelli e Sergio la Stella, consolidando la sua presenza nel mondo della musica. Tra le esperienze importante sicuramente si distingue il suo incontro con la “signora della lirica” Giovanna Lomazzi, che le ha fornito una visione importante della musica classica.
Nel 2023, il suo ruolo da protagonista in “Lo spartito magico“, opera di Sergio Cirillo, ha ulteriormente messo in luce le sue capacità . Questo spettacolo, realizzato al teatro Grande di Pompei, ha attratto l’attenzione e il plauso del pubblico, consolidando il suo status di artista versatile. Il riconoscimento nel 2021 con il Premio Masaniello Napoletani Protagonisti è un ulteriore attestato del suo impegno e della sua passione per la musica.
La magia del contrasto: messaggi di libertà e speranza
Miriam Cicotti ha descritto l’esperienza di registrazione “C’era una volta il West” come un momento di profondo impatto emotivo, dove il contrasto tra il brano musicale e i luoghi storici ha risvegliato in lei sensazioni forti. La Galleria Borbonica diventa così non solo un semplice sfondo, ma un autentico elemento narrativo che amplifica il messaggio di speranza e desiderio di libertà . Le sue parole rivelano una connessione profonda con la storia, facendo emergere l’importanza di non dimenticare il passato, ma di utilizzarlo come stimolo per costruire un futuro migliore.
Il progetto unisce quindi la bellezza della musica all’eredità storica, offrendo un tributo a coloro che un tempo trovarono rifugio in quei corridoi, facendo sì che le loro storie non vengano mai dimenticate.
Ultimo aggiornamento il 23 Dicembre 2024 da Laura Rossi