Sebbene le dichiarazioni di minaccia da parte del presidente russo Vladimir Putin possano generare preoccupazione, la Germania ha ribadito la propria posizione in merito al previsto dispiegamento di missili a lungo raggio statunitensi sul suo territorio. La portavoce del governo tedesco, Christiane Hoffmann, ha chiarito che Berlino giustificherà la presenza di tali missili dal 2026 come risposta alla trasformazione dell’equilibrio strategico in Europa, enfatizzando le crescenti minacce alla sicurezza continentale.
Putin avverte: una crisi missilistica alle porte
Le dichiarazioni del presidente russo
Vladimir Putin ha avvertito che il dispiegamento di missili statunitensi in Germania potrebbe scatenare una nuova crisi simile a quella della guerra fredda. Durante una cerimonia tenutasi a San Pietroburgo per il 328esimo anniversario della fondazione della Marina militare russa, ha dichiarato che Mosca sarebbe costretta a rispondere con azioni “speculari” alle scelte di Washington e Berlino. Putin ha chiarito che la Russia non si sentirà più vincolata dal precedente divieto sul dispiegamento di armi nucleari a medio raggio, sottolineando l’intensificazione delle minacce provenienti dall’Occidente.
La nuova postura della Russia
Putin ha messo in evidenza che se gli Stati Uniti procederanno con il piano di dispiegamento, Mosca percepirà la necessità di dotarsi di sistemi di difesa più robusti. Il presidente russo ha affermato che missili di nuova generazione potrebbero essere schierati sulla flotta russa, specificando che il tempo di volo per colpire obiettivi in Russia, in caso di attacco, sarebbe solo di dieci minuti. Questo potenziamento militare è visto come una risposta diretta all’intensificarsi delle tensioni internazionali.
Il trattato INF e le sue implicazioni
La fine di un accordo storico
Il Trattato INF , firmato nel 1987 da Mikhail Gorbaciov e Ronald Reagan, non è più in vigore dal 2019. Gli Stati Uniti si sono ritirati dall’accordo, giustificando la loro decisione con la violazione delle clausole da parte della Russia. Putin, tuttavia, ha accusato gli Usa di aver distrutto gli accordi esistenti, sostenendo che Mosca ha continuato a rispettare le disposizioni del trattato, nonostante ormai non avesse alcun valore pratico.
Le conseguenze della violazione del trattato
L’uscita degli Stati Uniti dall’INF ha sconvolto l’equilibrio strategico globale e ha agevolato la corsa agli armamenti. Con la Russia intenzionata a riprendere la produzione di missili nucleari a raggio intermedio, la situazione rischia di inasprirsi ulteriormente e di condurre a un aumento della tensione tra le potenze nucleari. Le parole di Putin evidenziano un rinnovato impegno della Russia nel potenziare le proprie capacità difensive e offensive, specialmente in risposta a iniziative militari occidentali.
Il programma di dispiegamento dei missili Usa in Germania
Dettagli del piano militare americano
Il progetto per il dispiegamento di missili a lungo raggio in Germania fa parte di una strategia più ampia della Multi Domain Task Force, che prevede l’integrazione di missili Tomahawk, SM-6 e sistemi futuristici ipersonici. Questi missili sono molto più versatili rispetto ai precedenti sistemi di armamento a terra. Stati Uniti e Germania hanno annunciato, durante un incontro della NATO a Washington, che i primi dispiegamenti inizieranno nel 2026, con l’intento di stabilire una presenza duratura.
Implicazioni per la sicurezza europea
Il dispiegamento di missili a media gittata, un tempo proibito dal trattato INF, segna un punto di svolta significativo nella strategia difensiva della NATO in Europa. Le potenzialità di tali missili, con una gittata che varia dai 500 ai 5.500 chilometri, potrebbero alterare drasticamente la dinamica delle relazioni di sicurezza sul continente. L’obiettivo di queste manovre è di rafforzare la deterrenza europea e dimostrare l’impegno degli Stati Uniti nei confronti della NATO, soprattutto in un contesto geopolitico difficoltoso, dove la sicurezza è diventata un tema di primaria importanza.