La gestione delle risorse idriche in Sardegna: dati e criticità emergenti nel 2023

La gestione delle risorse idriche in Sardegna: dati e criticità emergenti nel 2023

L’Istat denuncia il razionamento dell’acqua in un terzo dei capoluoghi del Mezzogiorno, evidenziando criticità nella gestione delle risorse idriche e la crescente sfiducia dei cittadini nel servizio.
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La gestione delle risorse idriche in Sardegna: dati e criticità emergenti nel 2023 - Gaeta.it

La gestione oculata delle risorse idriche è essenziale per garantire non solo il benessere della popolazione ma anche la sostenibilità ambientale. Tale importanza è sottolineata dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che sancisce come obiettivo primario la garanzia di accesso all’acqua per tutti. In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, l’Istat ha rilasciato uno studio che evidenzia la situazione attuale delle risorse idriche, rivelando aspetti critici, in particolare per il Mezzogiorno d’Italia, dove il razionamento dell’acqua ha toccato un terzo dei capoluoghi di provincia.

Razionamento dell’acqua e inadeguatezze nella rete fognaria

Nel 2023, l’analisi dell’Istat ha messo in risalto come la fornitura d’acqua sia stata ridotta in un terzo delle province del Mezzogiorno. Il dato è preoccupante, considerando che circa 6,6 milioni di italiani non hanno accesso a una rete fognaria comunale. La gestione dei servizi idrici nel paese risulta frammentata, con 2.110 enti gestori attivi nel 2022. Una spesa significativa, pari a un quarto del budget destinato alla protezione ambientale, è impiegata nella gestione delle acque reflue.

Particolarmente critica è la situazione della Sardegna, caratterizzata da scarse precipitazioni e infrastrutture inadeguate. Queste difficoltà hanno portato a deficit idrici nei bacini artificiali. Aumenta la preoccupazione tra i cittadini: quasi il 48,2% della popolazione sarda non si fida dell’acqua del rubinetto, e circa un terzo degli abitanti del luogo si dichiara insoddisfatto del servizio.

L’approvvigionamento idrico isolano: dati e origini

Nell’analisi delle fonti di approvvigionamento idrico in Sardegna, i dati sono chiari. L’81% dell’acqua potabile proviene da bacini artificiali, con oltre 238 milioni di metri cubi prelevati. Le altre fonti sono marginali: solo il 19% dell’acqua proviene da sorgenti e pozzi. In dettaglio, 31,1 milioni di metri cubi sono stati prelevati da sorgenti e 24,2 milioni da pozzi. Inoltre, esistono anche gestioni locali, dalle quali si prelevano ulteriori 9,2 milioni di metri cubi.

Questa situazione evidenzia una forte dipendenza da fonti centralizzate per l’approvvigionamento dell’acqua, il che solleva interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine di tali pratiche. Le consistenti risorse idriche derivanti di fatto dalla gestione organizzata dello stato mettono in luce un’importante questione di governance e responsabilità.

Fognatura e depurazione: il quadro attuale in Sardegna

In termini di copertura della rete fognaria, Sardegna si posiziona tra le regioni italiane più efficienti: l’81,1% della popolazione è allacciata alla rete. Solo Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Lombardia presentano tassi superiori. Le province sarde mostrano sempre percentuali superiori alla media nazionale, con punte del 97% a Oristano.

Arrivando ai depuratori, i dati raccolti indicano la presenza di 391 impianti in Sardegna, progettati per servire 4.898 abitanti equivalenti. Molti di questi impianti sono di tipo secondario, con un trattamento prevalentemente biologico. La maggior parte delle operazioni di depurazione è condotta da gestori specializzati, ma sono in funzione anche alcuni impianti gestiti da amministrazioni locali, i quali, pur essendo in numero inferiore, sono essenziali per il servizio.

Razionamento dell’acqua: un problema attuale anche a Nuoro

Nel 2023, 14 Comuni in Italia sono stati interessati da misure di razionamento dell’acqua, e Nuoro è stato uno di questi. Tuttavia, il razionamento ha colpito solo una parte minoritaria della popolazione, circa lo 0,2%, per un brevissimo periodo. La situazione è stata altamente monitorata, considerando che negli ultimi anni, il numero di città italiane che ha dovuto affrontare il razionamento è cresciuto, da 9 a 14, evidenziando una tendenza allarmante.

Tuttavia, solo la zona di Sassari aveva sperimentato in passato misure simili, con un periodo di razionamento che si è protratto per diversi anni. Questo ha reso la situazione a Nuoro, documentata dall’Istat, un elemento raro, anche se significativo, nel panorama regionale.

Soddisfazione degli utenti e fiducia nel servizio idrico

Il livello di soddisfazione degli utenti è un indicatore chiave per valutare l’efficacia della gestione dei servizi idrici. I sardi si dimostrano particolarmente critici: nel 2024, il 9,6% degli utenti della rete idrica ha espresso un’insoddisfazione totale. Questa percentuale si attesta come la più alta in Italia. Non è sorprendente, quindi, che anche il 24% degli utenti si dichiari poco soddisfatto.

Un dato ancor più preoccupante è che il 48,2% degli intervistati afferma di non fidarsi dell’acqua proveniente dal rubinetto. Le irregolarità nell’erogazione dell’acqua riguardano il 18% delle famiglie in Sardegna, ben oltre la media nazionale. Questa serie di dati rivela una frattura nella fiducia della popolazione nei servizi offerti.

Aumento dei prelievi di acque minerali in Sardegna

Contrariamente alla tendenza nazionale, nel 2022 i prelievi di acque minerali in Sardegna sono aumentati del 13,8%, traducendosi in 402 mila metri cubi prelevati per produzione. Questo incremento pone la regione al terzo posto a livello nazionale, dietro Liguria e Friuli-Venezia Giulia. Una percentuale considerevole di sardi consuma acqua minerale, registrando un 83,7% di consumatori, sopra la media italiana.

Questo dato rappresenta una risposta alle preoccupazioni per il servizio idrico pubblico, con molti abitanti che scelgono di utilizzare acque minerali invece dell’acqua potabile. Tale tendenza potrebbe aggravare le problematiche di approvvigionamento nel lungo periodo.

Investimenti per un futuro sostenibile

In un tentativo di migliorare la situazione delle risorse idriche, la Regione Sardegna ha recentemente sottoscritto un accordo per lo sviluppo e la coesione, destinando 3,55 miliardi per interventi strategici. Di questi, 735 milioni sono dedicati a migliorare l’approvvigionamento idrico. Un piano regionale di sviluppo è stato varato, destinando circa 1,7 miliardi all’efficientamento del servizio idrico.

La Giunta regionale, impegnata nella creazione di un piano coeso per il futuro, punta a garantire una gestione delle risorse idriche che risponda non solo alle necessità immediate, ma che pianifichi anche un approccio sostenibile per le generazioni future.

  • Elisabetta Cina

    Elisabetta è una talentuosa blogger specializzata in attualità, con un occhio critico sui temi caldi del momento. Laureata in comunicazione, ha trasformato la sua passione per il giornalismo in una carriera online, creando un blog di successo che esplora e discute le ultime tendenze in politica, società e cultura. Conosciuta per il suo approccio analitico e la capacità di sintesi, Elisabetta attira lettori che cercano una prospettiva affilata e ben informata sugli eventi mondiali. Attraverso il suo blog, offre non solo notizie, ma anche approfondimenti e riflessioni che stimolano il dialogo e la comprensione.

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