Il 23 maggio 2018, la vita di Maria Antonietta Madau è cambiata irrimediabilmente. Oggi, 9 aprile 2025, ha dovuto affrontare una nuova cerimonia di lutto per la scomparsa di suo fratello, Roberto Madau, avvenuta in un tragico incidente ferroviario. Un evento che ha segnato profondamente non solo la sua esistenza, ma anche il panorama della sicurezza ferroviaria in Italia.
L’incidente ferroviario del 2018
Era la sera del 23 maggio 2018 quando un treno regionale, in transito tra Ivrea e Torino, si schiantò contro un mezzo pesante fermo sui binari ad Arè di Caluso. L’impatto avvenne alle 23:15 e causò la morte del macchinista Roberto Madau e di uno degli autisti del convoglio, con ventitré feriti e oltre cinque milioni di euro di danni. Gli interrogativi sulla sicurezza ferroviaria e la gestione dei trasporti eccezionali emersero immediatamente dopo l’incidente. Temi che sono stati ripresi nel lungo processo che ha seguito la tragedia.
L’esito del processo e la reazione della famiglia
Oggi il Tribunale di Ivrea ha emesso la sua sentenza nel caso di questo tragico evento. Darius Zujius, l’autista del mezzo pesante, è stato condannato a due anni di reclusione con pena sospesa. Tuttavia, Wolfgang Oberhofer, il responsabile del trasporto eccezionale, è stato assolto con formula piena, lasciando Maria Antonietta Madau in uno stato di profonda delusione. La sua voce, colma di sofferenza, racconta di una giustizia che pare non averle sorriso. Le parole di Maria Antonietta esprimono un dolore punteggiato da una frustrazione intensa: “Non c’è giustizia. La legge è uguale per tutti? No.” La sentenza per lei non è solo un atto giuridico, ma una ferita che riapre un dolore già insopportabile.
La lunga battaglia legale
Maria Antonietta ha sempre seguito da vicino il processo, sentendo il bisogno di onorare il lavoro e la vita del fratello. Con il passare degli anni, in aula ha visto dipanarsi una lotta nella quale la speranza si è trasformata in disillusione. La sua prospettiva sul futuro è segnata dalla preoccupazione per i possibili ricorsi in appello: “Cosa mi devo aspettare dalla Cassazione?” si chiede. Questo punto di vista riflette le incertezze di una famiglia che ha già affrontato il lutto e ora si trova a combattere una battaglia legale. L’avvocata Eloisa Nardella sottolinea che è stata riconosciuta una responsabilità colposa in merito all’incidente, prescrivendo che un’assicurazione sia stata attivata per il risarcimento. Tuttavia, per la famiglia, il risultato ottenuto non è sufficiente a placare il dolore.
Risarcimento e la necessità di giustizia
Il Tribunale ha stabilito un risarcimento provvisorio di 118.000 euro per Maria Antonietta, ma ciò non rappresenta una soluzione al suo dolore. “Io voglio giustizia per mio fratello”, afferma con fermezza mentre sottolinea che la somma economica non restituirà mai Roberto. Questo sentimento è riassunto nella dolorosa affermazione che ogni giorno il peso della sua perdita si fa sentire. In aula, ha avuto modo di condividere il suo strazio con altre persone afflitte dallo stesso dolore. Le sue parole rivelano quanto sia pesante indossare “le sue scarpe”.
Il futuro incerto per la giustizia
Sui progressi del caso, l’ufficio della Procura, rappresentato dalla dottoressa Gabriella Viglione, ha dichiarato che aspetterà le motivazioni ufficiali per decidere se presentare appello. Nel frattempo, la famiglia Madau vive un momento di incertezza. La sensazione generale che attraversa le testimonianze di Maria Antonietta e del suo legale è che la giustizia non abbia totalmente operato nel loro favore. Mentre la vita continua, il ricordo di quel tragico evento rimane vividamente presente, così come la richiesta di una giustizia che, sperano, possa comunque arrivare.