La recente mostra “Niki Berlinguer. La signora degli arazzi”, allestita presso la Casina delle Civette di Villa Torlonia, rende omaggio a una figura di spicco dell’arte tessile italiana del secondo Novecento. Il percorso espositivo celebra il talento di Niki Berlinguer, nome d’arte di Corinna Adelaide Augusta Fidelia, nota per la sua straordinaria capacità di reinterpretare l’arte pittorica attraverso il piccolo punto. Prodotto da Roma Capitale e curato da Claudio Crescentini, l’evento è un’occasione per esplorare non solo la sua opera, ma anche la sua vita, influenzata da amicizie con artisti di fama come Umberto Mastroianni e Renato Guttuso.
Il talento di Niki Berlinguer
Niki Berlinguer è considerata una pioniera nel tradurre la pittura in narrazioni tessili. Attiva principalmente dagli anni ’50 in poi, la sua carriera è caratterizzata da una profonda connessione con le correnti artistiche del suo tempo. La sua abilità nel reinterpretare opere di artisti celebri come Vincent van Gogh e Paul Klee si distingue per un approccio che non si limita a copiare, ma reinventa oggetti d’arte in un linguaggio tessile unico. Utilizzando l’antica tecnica del piccolo punto, Berlinguer è riuscita a fondere tradizione e modernità, creando arazzi che raccontano storie e emozioni.
La mostra presenta oltre trenta opere provenienti da collezioni private, esposte in un percorso tematico piuttosto che cronologico. Il curatore Crescentini ha sottolineato l’importanza di raccontare la visione dell’artista, selezionando opere significative come “Uccello di fuoco” ispirato a Igor Stravinskij e “Arcano maggiore” da Jean Cocteau. Quest’ultimo, insieme ad altre tele, testimonia la versatilità di Berlinguer e la sua capacità di rielaborare temi e stili diversi, mantenendo una forte personalità artistica.
Un’eredità familiare e un’influenza duratura
Bianca e Marco Berlinguer, nipoti dell’artista, condividono il ricordo di una nonna che ha influenzato significativamente la loro infanzia e la loro percezione dell’arte. Durante la presentazione della mostra, Bianca ha descritto Niki come una donna che, pur essendo una figura familiare, incarnava l’emancipazione e la passione per l’arte. “I suoi rituali quotidiani, tra telaio e passeggiate con i cani, dipingono un ritratto di una vita dedicata alla creatività e alla ricerca della perfezione.”
L’opera di Berlinguer ha avuto un impatto profondo sulla sua famiglia, e le opere che adornano le pareti di casa sono, in gran parte, un riflesso della sua visione artistica. Nonostante il suo rigore e l’insoddisfazione per il proprio lavoro, Niki Berlinguer ha lasciato un’eredità che continua a ispirare le generazioni future, sia nella sua famiglia sia nel panorama artistico italiano. La mostra alla Casina delle Civette è un modo per rinnovare l’interesse per la sua figura e il suo lavoro, sottolineando l’importanza di una donna che ha saputo proiettare l’arte tessile verso nuove frontiere.
La mostra: dettagli e opere in evidenza
Dal 26 ottobre fino al 6 aprile, la mostra “Niki Berlinguer. La signora degli arazzi” offre un’opportunità unica per esplorare la vita e l’opera della tessitrice italiana. Curata da Claudio Crescentini e supportata da Zètema Progetto Cultura, l’esposizione si propone di offrire una visione approfondita dell’artista, attraverso opere che spaziano da reinterpretazioni di lavori di grandi maestri a creazioni originali. Le opere sono disposte in modo tale da raccontare una narrazione visiva che riflette la sinergia tra l’artista e gli artisti con cui ha collaborato.
Significativa è la presenza dell’arazzo “Hammamet”, ispirato a Paul Klee, e di altre opere che evidenziano la capacità unica di Berlinguer di riscrivere attraverso il colore e le trame il linguaggio degli artisti contemporanei. La mostra è completata da una videointervista all’artista, registrata nel gennaio del 1994, che permette ai visitatori di avvicinarsi direttamente alla figura di Niki Berlinguer e alla sua visione innovativa dell’arte. Questo evento non solo celebra il suo lavoro, ma invita a riflettere sulla rilevanza dell’arte tessile nel contesto moderno e sulla sua capacità di dialogare con altre forme artistiche.