Nella cornice del Teatro Nuovo di Napoli, il 30 gennaio debutta “La leggenda del santo bevitore”, un adattamento della celebre opera di Joseph Roth. Questo racconto poetico e profondo, che esplora il conflitto tra sogno e realtà, debito e redenzione, sarà in scena fino al 2 febbraio. L’interpretazione, firmata da Andrée Ruth Shammah, prevede la presenza di Carlo Cecchi, noto per la sua capacità di portare in vita personaggi complessi. Con lui, nel cast, ci saranno Claudia Grassi e Giovanni Lucini, che insieme promettono di offrire un’interpretazione memorabile.
Trama e significato dell’opera
“La leggenda del santo bevitore” narra le disavventure di Andreas Kartak, un clochard che trova conforto e speranza in una Parigi intrisa di suggestioni e contrasti. L’incontro con un misterioso benefattore gli offre una somma di denaro significativa, ma con una condizione: restituire i duecento franchi alla chiesa di Santa Maria di Batignoles, un luogo che rappresenta la chiave per il riscatto interiore di Andreas. Questa dinamica innesca una riflessione profonda sul valore del dovere morale e sulla fragilità della vita, che Roth riesce a rendere con una scrittura essenziale e intensa.
L’opera, pubblicata nel 1939, ha colpito il pubblico europeo per la sua evocazione di esperienze umane universali. Emerge una narrazione intessuta di colpi di fortuna e incontri che si rivelano fugaci, invitando a considerare quanto sia effimera l’esistenza e quanto l’alcool possa diventare un rifugio. La semplicità della trama nasconde una rete di significati più complessi, che esplorano la solitudine, la speranza e la ricerca di identità.
Un allestimento ricco di suggestioni
L’adattamento teatrale di Andrée Ruth Shammah si distingue per la sua capacità di trasmettere l’intensità emotiva del testo originale. La regia con cui Carlo Cecchi interpreta Andreas Kartak contribuisce a rendere palpabili le sfide quotidiane del protagonista. Con la sua voce caratteristica e un tono che mescola ironia e malinconia, Cecchi guida il pubblico attraverso le varie fasi della parabola di Andreas, rivelando la sua impotenza di fronte a una vita piena di promesse disattese.
L’impatto scenico è accentuato dalla scenografia evocativa, che trasmette un senso di nostalgia e contemporaneità. Gli ambienti sono costruiti per riflettere la complessità dell’animo umano e la lotta contro il destino avverso. Le proiezioni visive supportano la narrazione, rinviando a memorie collettive e storie umane, mentre il bar diventa un simbolo di rifugio e di perdita.
La colonna sonora e il linguaggio visivo
Un elemento fondamentale dell’allestimento è la colonna sonora, che accompagna e amplifica le emozioni dello spettacolo. Le musiche selezionate, che spaziano da Stravinskij al jazz, dalle melodie yiddish e russe alla musica parigina, creano un’atmosfera avvolgente e coinvolgente. Questi brani non sono solamente un sottofondo, ma un vero e proprio complemento narrativo, capace di evocare le emozioni dei personaggi e la tensione della storia.
Il linguaggio visivo e sonoro dell’opera permette di esplorare temi complessi quali identità, onore, eros e morte. Questi concetti, che riaffiorano nel corso della rappresentazione, rendono il racconto di Roth estremamente attuale, suscitando una riflessione profonda sulle dinamiche sociali e morali. L’arte di Shammah invita il pubblico a partecipare attivamente al viaggio interiore del protagonista, in un dialogo continuo tra vita e letteratura, tra fatto e immaginazione.
Il potere del teatro sta nella sua capacità di evocare realtà e sogni, e con “La leggenda del santo bevitore”, Napoli avrà l’opportunità di assistere a un’opera che sfida i confini della comune esperienza umana.
Ultimo aggiornamento il 27 Gennaio 2025 da Sofia Greco