Giancarlo Ferrari, l’eroe del tiro con l’arco italiano, nasce ad Abbiategrasso ma trova la sua dimensione sportiva a Novegro, frazione di Segrate. Ha partecipato a ben cinque edizioni delle Olimpiadi, ma nonostante i successi ottenuti, un importante riconoscimento gli è sfuggito, scatenando una polemica silenziosa.
L’ascesa di un campione
Giancarlo Ferrari, 81 anni di pura passione e dedizione, ha rivoluzionato il mondo del tiro con l’arco in Italia. Conosciuto come un vero e proprio “robot” dell’arco, riusciva a scagliare 300 frecce al giorno a una velocità impressionante di 240 chilometri l’ora, con una precisione che lo ha reso un mito nel panorama sportivo italiano.
Il talento inaspettato
La sua storia con l’arco inizia in modo casuale, mentre svolgeva il suo lavoro in un’impresa edile a Novegro. Una sola prova gli bastò per dimostrare un talento naturale, che lo avrebbe portato a diventare un’icona nazionale nel tiro con l’arco.
Tra medaglie e delusioni
Il trionfo a Montreal e la tragedia di Monaco
Il bronzo conquistato a Montreal nel 1976 è stato un momento storico per il tiro con l’arco italiano, ma l’esperienza alle Olimpiadi di Monaco nel 1972 è stata segnata dalla tragica vicenda dell’assalto dei fedayn palestinesi, che ha sconvolto l’intera competizione e lasciato un’impronta indelebile nella memoria di tutti gli atleti presenti.
Il boicottaggio di Mosca e la costanza nelle medaglie
Nonostante il boicottaggio alle Olimpiadi di Mosca e le difficoltà incontrate, Giancarlo Ferrari è riuscito a mantenere un alto livello di prestazioni, aggiudicandosi nuovamente il bronzo e contribuendo a consolidare la tradizione italiana nel tiro con l’arco.
Un’eredità duratura
Il maestro dei campioni
Oltre ai successi personali, Ferrari ha trasformato la sua esperienza in un’opportunità per allenare giovani talenti, come Michele Frangilli e Matteo Bisiani, contribuendo alla crescita della disciplina a livello internazionale e all’affermazione dell’Italia tra le élite mondiali.
L’amore per l’arco e il prezzo pagato
Nonostante i trionfi e le soddisfazioni, l’impegno nel tiro con l’arco ha avuto un prezzo personale per Ferrari, che ha dovuto rinunciare a relazioni affettive importanti per dedicarsi completamente alla sua passione sportiva.
Un ritiro consapevole
Giancarlo Ferrari ha scelto di ritirarsi dall’attività sportiva e dall’insegnamento, ma il suo impegno nell’ambito dell’arco continua a vivere attraverso il supporto che offre all’Astarco di Asti, dimostrando che la passione per lo sport è una fiamma che non si spegne facilmente.
Il futuro dell’arco alle Olimpiadi
Guardando al futuro, Ferrari si mostra fiducioso nel talento e nella preparazione degli atleti italiani per le prossime Olimpiadi di Parigi, sottolineando la competizione serrata ma il forte spirito di squadra che può portare a risultati eccellenti.
Una vita dedicata all’arco
Conclusa la carriera sportiva, Giancarlo Ferrari guarda con nostalgia ma senza rimpianti al suo passato, consapevole che l’arco gli ha dato molto ma ha richiesto anche dei sacrifici personali. La freccia di Cupido potrebbe aver mancato il bersaglio, ma il suo nome rimarrà per sempre scolpito nella storia del tiro con l’arco italiano.