La Lettera di Natale, un’iniziativa che si rinnova da oltre vent’anni, trae quest’anno ispirazione dalle parole del cardinale Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme. Nella sua riflessione, il cardinale invita il mondo a non cedere alle divisioni e all’odio, ma a puntare sulla speranza e sul dialogo. Questo messaggio centrale è stato presentato al Centro Balducci di Zugliano, in Friuli Venezia Giulia, diretto da don Paolo Iannaccone, con la partecipazione di sacerdoti e laici provenienti da diverse realtà del territorio.
Alzare lo sguardo alle emergenze globali
Il cuore della Lettera si concentra sulle emergenze che affliggono il mondo, in particolare le guerre in Ucraina e nel Medio Oriente, insieme alla crisi umanitaria legata alle migrazioni. Le parole di denuncia riguardano il FVG, dove le disuguaglianze e le ingiustizie si manifestano spesso attraverso lo sfruttamento dei migranti, costretti a vivere in condizioni precarie e vulnerabili. La Lettera invita a un impegno concreto contro queste problematiche, sottolineando l’importanza della nonviolenza come risposta alle crescenti tensioni internazionali.
Il messaggio è chiaro: di fronte alle difficoltà globali, ciascuno ha la responsabilità di non essere indifferente. La benevolenza deve sostituire l’indifferenza, e ogni azione quotidiana può contribuire a creare un mondo più giusto e inclusivo. Gli autori della Lettera richiamano l’attenzione sul fatto che ciascuno di noi può fare la differenza, lavorando insieme per promuovere valori di giustizia e accoglienza.
La riqualificazione culturale come risposta alla crisi
Un ulteriore messaggio di speranza emerge dalla futura candidatura di Gorizia e Nova Gorica come Capitale europea della cultura per il 2025. Questo rappresenta un’opportunità non solo per valorizzare il patrimonio culturale, ma anche per promuovere e costruire ponte tra i popoli. I firmatari della Lettera evidenziano che la cultura può diventare un potente strumento per favorire il dialogo e la comprensione reciproca, soprattutto in un momento in cui le divisioni sembrano sempre più marcate.
Il nuovo status di Capitale della cultura non è solo un titolo, ma un realto insito di significato sociale e umano. Per i firmatari, si tratta di un’opportunità per trasformare il nostro territorio in un crocevia di culture, stimolando una riflessione collettiva su come le diversità possano arricchire e unire le comunità piuttosto che separarle. La cultura deve essere l’emblema di un messaggio globale di pace e unione.
L’eredità di don Pierluigi Di Piazza
Ricordando don Pierluigi Di Piazza, fondatore del Centro Balducci e scomparso nel 2022, gli autori della Lettera richiamano alla memoria l’importanza del suo operato e della sua visione. Il messaggio di don Pierluigi, improntato all’accoglienza e alla solidarietà, continua a risuonare nel loro appello a “alzare lo sguardo”. Questo atto, sottolineano, è un atto di coraggio che richiede la determinazione di non rimanere indifferenti alle sofferenze altrui.
La Lettera di Natale diviene pertanto un invito a tutti, non solo ai firmatari, a cominciare un percorso di crescita collettiva. Alzare lo sguardo significa impegnarsi per una società accogliente, giusta e in pace. I firmatari chiedono a ciascuno di noi di farsi portavoce di questi valori, per costruire un futuro migliore proprio partendo dalle sfide quotidiane e dalle relazioni interpersonali. La visione di una società che promuove la giustizia e il dialogo è sempre a portata di mano, se s’impegniamo realmente.
Ultimo aggiornamento il 19 Dicembre 2024 da Sofia Greco