La chiusura della libreria Bookish, situata nel quartiere di Montesacro a Roma, segna la perdita di uno spazio culturale significativo per gli appassionati di letteratura orientale. Fondata da Giorgia dieci anni fa, Bookish ha rappresentato un rifugio per lettori, famiglie e studenti, diventando un importante punto di riferimento per eventi culturali e discussioni su temi contemporanei. L’annuncio di chiusura, comunicato rischiarando la volontà di trasformazione della libraia, ha suscitato una serie di reazioni e commenti sulla piattaforma sociale.
La storia della libreria Bookish
La libreria Bookish ha aperto i battenti dieci anni fa, grazie all’intraprendenza di Giorgia, la titolare, che ha dedicato anima e corpo a creare uno spazio accogliente per gli amanti dei libri. Situata in via Valle Corteno, la libreria si è specializzata in letteratura orientale, con una particolare predilezione per i testi giapponesi. La libreria ha conquistato il cuore dei residenti attraverso percorsi di lettura dedicati e una selezione attenta di titoli di interesse, inclusi libri per bambini. La presenza di eventi come letture pubbliche e gruppi di discussione ha consolidato la sua reputazione come un centro culturale e sociale.
Malgrado il successo ottenuto e l’amore della comunità, la libreria è giunta alla decisione di chiudere a causa delle sfide che comporta la gestione di un’attività del genere. La fondatrice ha espresso sui social la sua difficoltà nel dedicare il tempo e le energie necessarie per mantenere viva la sua visione e i suoi progetti. In un messaggio toccante, ha raccontato come, durante questi dieci anni, il suo esercizio sia diventato un’importante rete di relazioni, cultura e inclusione.
La reazione della comunità
La notizia della chiusura di Bookish ha suscitato una reazione immediata da parte dei clienti e dei lettori, che si sono sentiti colpiti dalla perdita di un luogo significativo. Diversi commenti sui social media esprimono tristezza e nostalgia, con molti che sottolineano come la libreria fosse diventata una “seconda casa”. Le opinioni evidenziano la preoccupazione per la mancanza di spazi culturali e librai nel quartiere, dove sempre più spesso si assiste alla chiusura di attività indipendenti a favore di realtà commerciali meno legate alla comunità.
Giorgia ha dimostrato una grande capacità di ascolto nei confronti dei suoi clienti, evocando ricordi condivisi e la passione per la lettura. Le sue parole risuonano come un riconoscimento della vitalità del suo operato, fatto non solo di vendita di libri, ma anche di relazioni interpersonali e scambi culturali.
I progetti futuri di Bookish
Nonostante la chiusura fisica della libreria, Giorgia ha annunciato che le sue iniziative non si fermeranno. Infatti, diversi progetti, come il gruppo di lettura “The Bookish Bookclub”, continueranno tramite piattaforme come Discord e Telegram, garantendo che i lettori possano rimanere in contatto e continuare a scambiarsi idee letterarie. La selezione di letteratura orientale, oltre a essere trasferita presso l’amica libreria Sinestetica, sarà promossa attraverso eventi come i “Japan Days”, permettendo agli appassionati di mantenere viva una parte preziosa della cultura giapponese.
Le pagine social di Bookish resteranno attive, continuando a offrire consigli e novità editoriali, alimentando la comunità di lettori che si è formata in questi anni. Giorgia ha invitato tutti a visitare la libreria fino al 7 febbraio, offrendo sconti sui libri, per salutare un capitolo della sua vita e un percorso che ha arricchito tanti.
La situazione delle librerie a Roma
La chiusura di Bookish si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà che interessa il settore delle librerie indipendenti a Roma. Recentemente, altre realtà come Anglo American Book e Odradek hanno chiuso i battenti, segnalando una tendenza preoccupante che coinvolge il settore librario. Guido Ciarla, presidente del Sindacato Italiano Librai di Roma e Lazio, ha dichiarato che circa 450 librerie nella capitale e nell’intera regione potrebbero rischiare di chiudere, con gravi conseguenze per l’occupazione.
La situazione richiede una riflessione su come sostenere la cultura e le iniziative locali, affinché non scompaiano tra le maglie di un’economia sempre più orientata al consumo veloce. Spazi come Bookish sono essenziali per la crescita culturale e la coesione sociale, facendo fronte alla sfida di mantenere viva l’amore per i libri in un contesto che sembra sfavorevole.
Ultimo aggiornamento il 5 Gennaio 2025 da Armando Proietti