La lipoproteina (a): un fattore di rischio trascurato nelle malattie cardiovascolari

La lipoproteina (a): un fattore di rischio trascurato nelle malattie cardiovascolari

La lipoproteina (Lp) è un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, con recenti studi che evidenziano la sua rilevanza nella prevenzione e gestione della salute cardiaca.
La lipoproteina 28a293A un fattor La lipoproteina 28a293A un fattor
La lipoproteina (a): un fattore di rischio trascurato nelle malattie cardiovascolari - Gaeta.it

La lipoproteina , comunemente nota come Lp, gioca un ruolo cruciale come fattore di rischio nelle malattie cardiovascolari, la principale causa di morte e disabilità a livello globale. Questo articolo esplora le scoperte recenti su Lp, i suoi effetti sul sistema cardiovascolare e l’importanza della sua valutazione nel processo di prevenzione delle malattie cardiovascolari. In vista della Giornata mondiale della Lp, in programma il 24 marzo, l’argomento si rivela di grande attualità e rilevanza media.

La scoperta della lipoproteina e il suo legame con le malattie coronariche

La lipoproteina è stata identificata per la prima volta nel 1963 dal ricercatore Kåre Berg. Da allora, la ricerca ha dimostrato un nesso diretto tra Lp e malattie cardiache, inclusi infarto e patologie coronariche. Nel 2009, uno studio genetico condotto dal consorzio europeo Procardis ha confermato come elevati livelli di Lp possano contribuire all’insorgenza di aterosclerosi e stenosi aortica, due condizioni legate a eventi come infarto miocardico e ictus. Questo studio ha segnato un vero e proprio punto di svolta nella comprensione del ruolo di Lp nella salute cardiovascolare. Sono emersi dati che rivelano che oltre il 50% dei soggetti con livelli superiori a 50 mg/dl di Lp può essere a rischio.

Negli anni successivi, numerosi studi prospettici hanno avvalorato questi risultati, evidenziando che circa il 20% degli infarti e ictus avviene in pazienti con livelli elevati di Lp, anche in assenza di altri tradizionali fattori di rischio. Questo ha spinto medici e ricercatori a valutare Lp come un indicatore cruciale da monitorare, specialmente per la prevenzione secondaria delle malattie cardiovascolari.

Lp e genetica: una condizione ereditaria

La Lp è determinata geneticamente e il gene responsabile, Lpa, si trova sul cromosoma 6q26-27. I livelli di Lp tendono a rimanere stabili nel tempo e non possono essere alterati attraverso modifiche nello stile di vita, come dieta o attività fisica. Tuttavia, alcune ricerche mostrano che le donne oltre i 50 anni presentano concentrazioni di Lp superiori rispetto agli uomini. Questo aumento è generalmente collegato alla menopausa, suggerendo che è opportuno sottoporsi a test Lp anche dopo tale fase per monitorare eventuali cambiamenti significativi.

Un interessante studio prospettico del 2022 ha dimostrato che gli individui geneticamente predisposti a livelli elevati di Lp partono da valori alti sin dalla nascita. Analizzando il sangue del cordone ombelicale, è possibile prevedere i livelli futuri di Lp e identificare neonati a rischio di sviluppare elevate concentrazioni, un importante passo per la prevenzione precoce. Valori superiori a 30 mg/dL possono indicare un potenziale rischio di ictus ischemico nei bambini.

Misurazione e valutazione del rischio cardiovascolare

Il rischio cardiovascolare associato alla Lp sta guadagnando attenzione nelle discussioni mediche, in particolare per coloro con precedenti eventi acuti o patologie cardiache. Claudio Bilato, esperto in cardiologia, ha sottolineato l’importanza di considerare Lp nella valutazione del rischio cardiovascolare. Studi recenti suggeriscono che un alto livello di Lp possa aumentare di circa il 20% il rischio di infarto o ictus, rendendo evidente la necessità di includere questa misura nelle valutazioni cliniche.

La misurazione della Lp è particolarmente consigliata per i pazienti a rischio medio-alto, per coloro che hanno recenti eventi acuti e in pazienti con storie familiari di malattie cardiovascolari. Con una chiara evidenza della sua indipendenza da altri fattori di rischio tradizionali, Lp diventa un’aggiunta fondamentale nel calcolo complessivo del rischio cardiovascolare.

Lp e opzioni di trattamento

Attualmente non esistono farmaci specificamente approvati per ridurre i livelli di Lp, complicando così la gestione di pazienti con elevati valori. I medici si concentrano dunque su strategie indirette, come il controllo di colesterolo LDL, ipertensione e diabete. Nei casi più gravi, è possibile procedere con l’aferesi delle lipoproteine, una procedura invasiva simile alla dialisi che rimuove fisicamente Lp dal sangue.

Tuttavia, ricerche recenti stanno portando a sperimentazioni cliniche promettenti, come per esempio pelacarsen, un oligomero antisenso che ha mostrato risultati positivi in fase 3. Questa nuova terapia potrebbe rappresentare una svolta significativa nel trattamento dei pazienti con elevati livelli di Lp.

Paola Coco, Chief Scientific Officer di Novartis Italia, ha messo in evidenza l’emergenza continua delle malattie cardiovascolari e l’impegno della compagnia per sviluppare soluzioni terapeutiche. L’obiettivo è garantire a un numero crescente di pazienti un miglioramento della qualità della vita e una maggiore sopravvivenza, affinché nessun cuore smetta di battere troppo presto.

Change privacy settings
×