La difficoltà economica e l’incertezza lavorativa sono al centro delle preoccupazioni degli autisti del 118 che operano presso l’ospedale di Sulmona, situato nella provincia de L’Aquila. Questi professionisti, assunti tramite cooperative, stanno fronteggiando la prospettiva di rimanere senza stipendio nel mese di marzo, a causa di un ritardo nei pagamenti da parte della Asl1. Questo problema non coinvolge solo i lavoratori, ma impatta anche la comunità, che si ritrova a rischiare la qualità dei servizi sanitari.
I rischi per il servizio di emergenza-urgenza
Gli autisti del 118 hanno lanciato un allarme chiaro e diretto sulla situazione in cui si trovano. Hanno scritto una lettera indirizzata alla Asl Avezzano Sulmona L’Aquila, in cui evidenziano il fatto che la loro condizione precaria non solo compromette i loro diritti lavorativi, ma mette a repentaglio anche la qualità dei servizi sanitari fondamentali per la collettività. Il timore è che una riduzione del personale, già esiguo, possa portare a un indebolimento dei servizi di emergenza-urgenza nella zona peligna. Attualmente, la Asl si appoggia sulle tre unità di personale assunte a tempo indeterminato; queste non sono sufficienti a far fronte alle esigenze quotidiane di intervento, trasporto secondario, dimissioni e assistenza.
La lettera degli autisti sottolinea con fermezza che senza il contributo operativo dei lavoratori delle cooperative, il sistema sanitario di emergenza rischia di collassare. La situazione non può essere considerata di facile soluzione e richiede interventi concreti e rapidi per non compromettere la salute dei cittadini.
La richiesta di maggiore stabilità lavorativa
Nel loro messaggio, gli autisti non dimenticano di esprimere riconoscimento per il ruolo delle cooperative che fino ad ora li hanno impiegati. Tuttavia, evidenziano la necessità di cercare soluzioni più dirette e sostenibili. Questo significa un rapporto di lavoro più saldo con la Asl, che dovrebbe garantire una stabilità occupazionale maggiore a chi lavora quotidianamente in un contesto critico. La precarietà, secondo le loro parole, non è più accettabile; chi presta servizio nell’emergenza deve poter operare senza il timore costante di restare senza stipendio o di non avere supporto adeguato.
Le argomentazioni presentate pongono interrogativi sulla gestione delle risorse umane da parte della Asl, la quale, secondo gli autisti, dovrebbe garantire la continuità dei servizi e, al contempo, un giusto riconoscimento della professionalità di chi lavora in prima linea. L’impegno e la dedizione di questi operatori, che ogni giorno contribuiscono a salvaguardare la salute della comunità, meritano di essere apprezzati e valorizzati attraverso politiche lavorative più stabili.
L’importanza della sicurezza e dei diritti dei lavoratori
Infine, gli autisti del 118 pongono l’accento sulla questione della sicurezza: chi lavora nel settore dell’emergenza non solo garantisce la continuità dei servizi sanitari, ma lo fa spesso a rischio della propria incolumità. La gestione della crisi attuale deve prevedere un’attenzione premurosa anche verso le condizioni di lavoro. Ignorare questi aspetti non solo mette a repentaglio i diritti dei lavoratori, ma può ledere gravemente la qualità del servizio sanitario, fondamentale per il benessere dell’intera comunità.
L’appello di questi autisti rappresenta quindi una richiesta non solo di stabilità lavorativa e sicurezza, ma anche di considerazione da parte delle istituzioni per il ruolo cruciale che svolgono, il cui operato deve essere riconosciuto e valorizzato.