Il Teatro alla Scala di Milano ha dato il via alla sua stagione di danza con il classico intramontabile, “Lo schiaccianoci“, reinterpretato da Rudolf Nureyev. Questo balletto, che riempie il periodo natalizio con la sua atmosfera incantata, ha registrato un successo straordinario, con il debutto accolto da nove minuti di applausi e tutte le recite sold-out. Per il pubblico, il balletto rappresenta un’occasione unica per ammirare una celebrazione della danza e della musica, mentre per i danzatori è un test importante delle loro abilità .
Una tradizione che continua
Il balletto “Lo schiaccianoci” è diventato un appuntamento annuale per il Teatro alla Scala, richiamando spettatori da tutto il mondo. Già allestito nel 1969, questo spettacolo si distingue per la sua complessità e per i momenti di grande difficoltà tecnica, offrendo una vasta gamma di personaggi e assoli che mettono in risalto il talento del corpo di ballo. Nonostante possa sembrare conservativo riproporre uno spettacolo storico, la scelta di “Lo schiaccianoci” offre un’opportunità perfetta per mostrare l’evoluzione e i progressi degli artisti, diretti da Manuel Legris, nel corso degli anni.
La produzione mette in luce non solo la maestria dei ballerini, ma anche l’abilità dell’orchestra, che accompagna le coreografie delle musiche magiche di Cajkovskij, diretta con maestria dal noto Valery Ovsyanikov. Da qui si evince che il balletto è non solo un intrattenimento, ma anche un oggetto d’arte che guarda al passato e al presente, creando un ponte tra generazioni.
Cast stellare di ballerini
Il balletto presenta ben sei cast che si alternano ben quattordici volte, evidenziando un alto livello di preparazione e varietà . Ad esempio, nel ruolo di Clara, si alternano talentuose ballerine come Alice Mariani e Camilla Cerulli, mentre nel ruolo del Principe e di Drosselmeyer troviamo rispettivamente Hugo Marchand e Navrin Turnbull. Marchand, étoile dell’Opéra di Parigi, porta sul palco una presenza scenica impeccabile, mentre le esibizioni di Manni e Andrijashenko, che danzeranno nelle performance serali, aggiungono un ulteriore strato di interesse.
Le recite si arricchiscono di danza spagnola, cinese, araba e russa, che rendono omaggio a una tradizione coreutica che attraversa culture e stili. Ognuna di queste danze scaturisce dal lavoro di molti ballerini, che danno vita a una festa di colori e movimenti che cattura il pubblico e crea un’atmosfera festiva. La qualità e la varietà degli interpreti ci permettono di apprezzare diversi stili di danza, mantenendo viva l’attenzione e l’emozione.
Un balletto che esplora la metafora della crescita
Rudolf Nureyev, nella sua versione di “Lo schiaccianoci“, ha voluto portare in scena un aspetto meno evidente: la crescita di Clara da bambina a giovane donna. Questo elemento psicoanalitico offre al pubblico una riflessione profonda su temi come la crescita e la transizione. Grazie a questa interpretazione, lo spettacolo riesce a coniugare la favola classica con una narrazione che tocca corde emotive, rendendolo ancora più adatto al periodo natalizio.
La rappresentazione della crescita di Clara viene enfatizzata attraverso i vari ruoli che si avvicendano sul palco e la progressione narrativa. I danzatori riescono a rappresentare in modo coinvolgente questo passaggio, rendendo l’esperienza non solo visiva, ma anche un viaggio emotivo. Le coreografie, unite a una scenografia da sogno e a costumi che sembrano usciti da una favola, completano l’esperienza sensoriale e dà al pubblico un momento di pura magia, perfetto per l’atmosfera di festa e riflessione tipica del Natale.
“Lo schiaccianoci” al Teatro alla Scala non è solo un balletto, ma un evento che celebra l’arte della danza, coinvolgendo e ispirando chi vi assiste, dimostrando che, anche nelle ripetizioni, il bello può risiedere nel continuo perfezionamento e nella rivisitazione dei classici.
Ultimo aggiornamento il 19 Dicembre 2024 da Sofia Greco