La memoria delle vittime innocenti della mafia: un appello alla verità e al coraggio

La memoria delle vittime innocenti della mafia: un appello alla verità e al coraggio

Mons. Francesco Savino, durante la XXX Giornata della Memoria e dell’Impegno, esorta a combattere la mafia attraverso verità e giustizia, sottolineando l’importanza di un impegno civile attivo contro le ingiustizie.
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La memoria delle vittime innocenti della mafia: un appello alla verità e al coraggio - Gaeta.it

In un contesto in cui la lotta contro la mafia continua a essere una questione cruciale per la società italiana, le parole di Mons. Francesco Savino, vescovo della diocesi di Cassano allo Ionio, si fanno sentire come un forte invito alla responsabilità civile e morale. Durante la XXX Giornata della Memoria e dell’Impegno, dedicata alle vittime innocenti della mafia, Savino ha messo in luce l’importanza di non restare in silenzio di fronte all’ingiustizia e di combattere attivamente ogni forma di corruzione e potere criminale.

L’identità della mafia: oltre l’organizzazione criminale

La mafia non può essere ridotta a un semplice gruppo di delinquenti; è un sistema complesso di potere e corruzione che si radica profondamente nel tessuto sociale. Essa si manifesta attraverso le pratiche illecite, ma soprattutto attraverso una cultura del silenzio e dell’omertà che avvelena le vite quotidiane. Questo “veleno” si insinua nei compromessi, nelle paure e nelle incertezze delle persone, creando un clima di tensione e soggezione. Le parole di Mons. Savino ci ricordano che il vero nemico è quel compromesso che porta a chiudere gli occhi di fronte alle ingiustizie. Essere consapevoli delle sfide che la mafia pone significa combattere un sistema, non solo un’organizzazione.

La lotta attraverso la verità e la giustizia

Mons. Savino ha sottolineato come la battaglia contro la mafia debba essere condotta attraverso la verità e la giustizia. Non basta ricordare le vittime innocenti; è fondamentale vivere la giustizia ogni giorno. Questo richiede un impegno attivo da parte di tutti, nel rifiuto della logica del favore, della convenienza e della paura. La giustizia non si può limitare all’ambito legale; deve penetrare nella coscienza collettiva. Le scelte quotidiane, anche le più piccole, diventano gesti significativi, capaci di contrastare un sistema perverso.

La chiamata a non girarsi dall’altra parte è una sollecitazione non solo morale, ma civica. Proprio in questo momento storico, è indispensabile che i cittadini si sintonizzino su una frequenza di verità e coraggio, affrontando le proprie responsabilità sociali in maniera ferma e determinata. Solo attraverso un impegno continuo e collettivo è possibile sperare in un cambiamento significativo.

L’impatto delle vittime e il tributo alla loro memoria

Ricordare le vittime innocenti della mafia non è solo un atto commemorativo, ma rappresenta un impegno a diventare uomini e donne di verità. Mons. Savino ha precisato che è fondamentale non restare indifferenti, perché chi tace collabora in modo silente con le ingiustizie. I nomi e le storie delle vittime devono diventare parte di una narrazione collettiva che ci stimola a rimanere vigili e attivi. La vera eredità delle vittime è quella di ispirare azioni concrete e un cambiamento duraturo nel modo di vivere la giustizia nella società.

Essere uomini e donne di coraggio significa non solo commemorare le vittime, ma entrare in campo attivamente nella lotta contro ogni forma di prevaricazione o ingiustizia. L’appello di Mons. Savino ci invita a riflettere su come ognuno di noi possa contribuire a costruire un futuro libero dalla mafia, in cui la verità e la giustizia possano finalmente prevalere. Questo è il tributo più alto che possiamo rendere a coloro che hanno perso la vita a causa della violenza mafiosa.

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