Il ricordo di Carlo Urbani, il medico che scoprì la Sars nel 2003, continua a ispirare nuove generazioni a lavorare per un mondo più equo. Luca Urbani, suo figlio e vice presidente dell’Associazione Italiana Carlo Urbani , ha recentemente partecipato a un evento in Consiglio regionale dedicato alla figura del padre, sottolineando l’importanza di sensibilizzare le persone sulla responsabilità collettiva di affrontare le disuguaglianze globali. Il suo impegno attivo in contesti internazionali dimostra come gli ideali di Carlo Urbani siano ancora rilevanti oggi.
L’importanza del ricordo di Carlo Urbani
Durante la seduta del Consiglio regionale, Luca Urbani ha condiviso quanto sia fondamentale preservare la memoria di suo padre non solo come medico, ma anche come difensore di ideali per una società più giusta. Il 29 marzo segna l’anniversario della scomparsa di Carlo, un momento significativo per riflettere sull’eredità lasciata da un professionista che, con la sua dedizione, ha salvato molte vite. Luca ha dichiarato: “È un grande onore mantenere vivo il ricordo di mio padre, per trasmettere i suoi valori e adattare le sue battaglie all’attualità.”
La cerimonia è stata anche l’occasione per premiare alcune classi di studenti che hanno partecipato al Premio Giornalistico Carlo Urbani 2025, un’iniziativa che mira a coinvolgere i giovani nella diffusione dei valori di giustizia e solidarietà promossi da Carlo. Questa attivazione della comunità scolastica rappresenta un passo importante per educare le nuove generazioni all’importanza del servizio umanitario e della responsabilità sociale.
Luca Urbani: un erede dell’impegno sociale
A differenza del padre, Luca Urbani ha scelto di non intraprendere la carriera medica, ma ha dedicato la sua vita a collaborare con organizzazioni non governative in contesti difficili. Recentemente è tornato dal Mali, dove ha lavorato per un’organizzazione francese, coordinando progetti attenti alle necessità locali. Il suo approccio mira a garantire sicurezza alimentare, accesso a istruzione e protezione per le popolazioni vulnerabili.
“Il mio lavoro consiste nel seguire l’implementazione dei progetti e redigere nuove proposte per attrarre fondi, in risposta ai crescenti bisogni delle comunità con cui collaboriamo,” ha spiegato Luca. Questa attività non solo gli consente di assistere attivamente le popolazioni, ma lo porta anche a confrontarsi con le disuguaglianze di cui suo padre parlava, esperienze che lo motivano a impegnarsi con sempre maggiore determinazione.
L’impatto delle esperienze sul campo
Luca ha trascorso un anno in Mali, dove ha potuto osservare da vicino le condizioni delle popolazioni locali. Le sue esperienze lo hanno profondamente segnato e lo hanno spinto a voler fare di più per affrontare le sfide globali. “Lì ho visto disperazione e precarietà, ma anche resilienza,” ha affermato. Queste situazioni, per lui, sono diventate una fonte di motivazione, un invito a non fermarsi di fronte alle difficoltà e ad incrementare il proprio impegno per il cambiamento sociale.
Luca ha riconosciuto che il lavoro nelle Ong non è semplice e richiede un grande sforzo per attrarre risorse e attenzione sui problemi che affrontano le comunità più svantaggiate. Tuttavia, questa lotta è in linea con l’eredità di Carlo Urbani, che ha sempre creduto nell’uguaglianza e nella giustizia sociale. L’attività di Luca rappresenta un ponte tra il passato e il futuro, rendendo la figura di Carlo non solo una memoria, ma un modello attuale di impegno e attivismo.