La mostra di Domenico Notarangelo a Parigi celebra il legame tra Pasolini e Matera

Fino al 2 novembre, la mostra “Domenico Notarangelo: Pasolini a Matera” all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi esplora il legame tra Pasolini e Matera attraverso 35 fotografie inedite.
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La mostra di Domenico Notarangelo a Parigi celebra il legame tra Pasolini e Matera - Gaeta.it

Fino al 2 novembre, i visitatori di Parigi possono immergersi nel mondo di Pier Paolo Pasolini grazie alla mostra “Domenico Notarangelo: Pasolini a Matera“, inaugurata il 23 settembre presso l’Istituto Italiano di Cultura. Questo evento, fortemente sostenuto dalla Farnesina, esamina il profondo legame del maestro del cinema italiano con la città dei Sassi, attraverso il lavoro del fotografo Domenico Notarangelo, offrendo uno spaccato unico delle riprese del film “Il Vangelo secondo Matteo“, realizzate nel 1964.

L’interesse del pubblico francese per Pasolini

La mostra ha attirato un significativo numero di visitatori, testimoniando l’interesse persistente del pubblico francese verso la figura di Pier Paolo Pasolini. L’esposizione presenta 35 fotografie, molte delle quali inedite, ideate da Notarangelo che catturano momenti autentici delle riprese a Matera. Queste immagini vanno oltre la rappresentazione visiva, raccontando storie e creando un legame emotivo tra l’arte cinematografica e il suo contesto geografico. Grazie al lavoro di Notarangelo, il pubblico può esplorare il fascino e l’intensità del set, nonché la magia dell’approccio creativo di Pasolini. Le fotografiche sono descritte come finestre su un mondo che, pur essendo storicamente distante, mantiene un’intimità tangibile, rivelando il processo creativo dietro una delle opere più rinomate del XX secolo.

Il rapporto tra Pasolini e Notarangelo

Uno dei punti salienti della mostra è il racconto della collaborazione personale tra Pasolini e Notarangelo. Il regista italiano, non solo ha scelto Matera come location per il suo capolavoro, ma ha anche deciso di coinvolgere direttamente la comunità locale. Notarangelo ha avuto il compito di reclutare circa cinquanta materani per interpretare i ruoli di scritti e farisei nel film, una scelta che riflette l’approccio autentico di Pasolini verso l’arte e la narrazione. Ogni scatto realizzato da Notarangelo non è solo un ricordo visivo, ma costituisce una testimonianza della meticolosità e dell’attenzione al dettaglio che caratterizzano il processo creativo del regista. Attraverso le sue fotografie, Notarangelo riesce a immortalare l’energia e l’incredibile atmosfera che pervadevano il set, offrendo al pubblico una visione inedita di un periodo cruciale per il cinema italiano.

Il contributo di artisti contemporanei alla mostra

Oltre alle opere di Notarangelo, la mostra include anche lavori di altri tre artisti contemporanei: Silvio Cadelo, Valentina Mir e Giuseppe Palumbo. Questi artisti, attraverso le loro opere, approfondiscono e rivisitano l’eredità visiva di Pasolini a Matera, presentando una narrazione contemporanea che mette in luce gli influssi e i temi che continuano a ispirare generazioni successive. Questa aggiunta alla mostra non solo dirige l’attenzione verso la figura di Pasolini, ma invita anche i visitatori a riflettere sull’impatto duraturo delle sue opere nel contesto dell’arte moderna. La sinergia tra le diverse forme di espressione artistica presente in mostra crea un dialogo affascinante tra passato e presente.

Eventi collaterali e testimonianze sul set

Durante l’inaugurazione della mostra, ha avuto luogo anche la proiezione de “Il Vangelo secondo Matteo“, un’opera che trova nuova vita attraverso gli scatti di Notarangelo. All’evento ha partecipato l’attrice Rossana Di Rocco, che nel film interpretò il ruolo dell’angelo. La sua presenza ha arricchito l’evento, poiché ha condiviso con il pubblico preziosi aneddoti e ricordi del suo lavoro con Pasolini a Matera. Con lei, anche Giuseppe Notarangelo, curatore della mostra e figlio del fotografo, ha discusso l’importanza di queste immagini, accompagnato da esperti del settore come Ines Silvia Nenna e Roberto Chiesi, che hanno contribuito a evidenziare la rilevanza storica di questo corpus visivo per il cinema e la fotografia italiani. Silvio Cadelo e Valentina Mir hanno altresì illustrato le loro opere, offrendo ai visitatori ulteriori spunti di riflessione sull’eredità culturale lasciata da Pasolini.

Ultimo aggiornamento il 3 Ottobre 2024 da Sofia Greco

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