Dal 13 aprile al 25 maggio, gli appassionati d’arte potranno visitare la mostra “Elegia degli affetti”, dedicata all’artista Carlo Tassi. Curata da Valeria Tassinari e ospitata all’interno del Museo della Civiltà Contadina di Villa Smeraldi a San Marino di Bentivoglio, sarà un’occasione per esplorare il legame tra il passato e l’arte. L’esposizione riunisce antichi oggetti e mobili tradizionali con una selezione di circa trenta opere dell’autore, creando un dialogo tra diverse epoche e culture.
Un allestimento che racconta storie di vita
La mostra si sviluppa in diverse stanze del museo, dove i visitatori possono immergersi in un’atmosfera ricca di storia e suggestioni. L’accostamento tra gli oggetti esposti e la pittura di Tassi offre un’interpretazione unica del suo lavoro. I piccoli strumenti e le ambientazioni rustiche diventano parte integrante del narrare visivo proposto dall’artista, il quale porta alla luce la memoria di volti e scenari del quotidiano. Le sue opere, realizzate tra il 1933 e il 2011, ritraggono con delicatezza la vita di uomini e donne anziani, i profili dei bambini e le tensioni del lavoro nei campi, tutto in uno sfondo naturale di grande impatto visivo.
Tassi riesce a evocare sentimenti di nostalgia e affetto attraverso il suo stile semplice e diretto. Le immagini di abbracci materni, di volti segnati dal tempo, trasmettono una saggezza silenziosa. L’artista invita a riflettere sul ciclo delle stagioni, illustrando la bellezza della vita e la sofferenza. La scelta dei papaveri come simbolo naturale e sociale all’interno dell’esposizione si lega a questi temi, attraendo i visitatori in un viaggio emotivo tra passato e presente.
Il legame con la memoria storica
La mostra coincide con le celebrazioni per il 80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, un fatto che non passa inosservato. La scelta del papavero, simbolo di resistenza e libertà, diventa un elemento cruciale. Tra le opere esposte, particolare rilievo otteniene “Pietà partigiana”, un dipinto su tavola realizzato nel 1954. Quest’opera incarna l’impegno e il sacrificio di coloro che hanno lottato contro il regime, sottolineando il dovere della memoria. Essa rappresenta una riflessione profonda e un invito a non dimenticare l’importanza della libertà, tema a cui Tassi ha dedicato molta della sua produzione.
La presenza della memoria storica all’interno di un contesto artistico contemporaneo invita il pubblico a esplorare le proprie radici culturali. Le opere di Tassi, in questo senso, si trasformano in strumenti di dialogo intergenerazionale. Le generazioni future trovano nella sua arte un richiamo a conoscere la propria storia, per non perdere i legami con il passato.
L’eredità di Carlo Tassi e il suo messaggio
L’arte di Carlo Tassi è intrisa di autobiografia e di sentimenti. Egli ha scelto una vita riservata, ma piena di significato, dedicandosi alla difesa dei valori in cui credeva fermamente. La sua volontà di rendere la propria casa e la propria opera accessibili alle generazioni future riflette un desiderio profondo: non dimenticare il mondo che ci ha preceduto. La mostra “Elegia degli affetti” si configura quindi non solo come un’omaggio a un grande artista, ma anche come un monito a mantenere viva la memoria di chi ci ha preceduto.
L’esposizione rappresenta un’importante opportunità per riflettere sulle connessioni tra arte e storia. Attraverso le opere di Tassi, i visitatori possono riconoscere e apprezzare le lezioni del passato, incapsulate in un linguaggio visivo che parla oltre il tempo. La mostra coinvolge soggetti, emozioni e esperienze, facendo di ogni opera un luogo di raccolta condiviso, dove la memoria e l’arte si intrecciano in un abbraccio duraturo.