In un tempo segnato da rapidi cambiamenti tecnologici e sociali, la mostra-installazione “Is it sundown”, curata da Raffaele Curi, invita a esplorare il destino del mondo artistico e dello spettacolo. Questa esibizione, che si svolgerà dal 26 febbraio al 15 ottobre a Palazzo Rhinoceros, cuore pulsante della Capitale ai piedi del Circo Massimo, si propone di interrogare se l’intelligenza artificiale e le nuove realtà politiche ed economiche rappresentino la fine di un’epoca dorata. I visitatori saranno coinvolti in un’esperienza che stimola la riflessione sull’identità umana e il ruolo dell’arte in un futuro incerto.
Un’occasione di riflessione sulla società contemporanea
Raffaele Curi, direttore creativo della Fondazione Alda Fendi Esperimenti, si pone domande provocatorie riguardanti i profondi cambiamenti in atto nella società. L’attraversamento delle possibilità tecnologiche, l’avvento della nuova era politica americana e la lenta erosione del tradizionale mondo dello spettacolo pongono interrogativi cruciali: siamo all’alba di un cambiamento radicale o stiamo assistendo semplicemente al declino di ciò che conosciamo? Curi utilizza per il suo discorso l’immagine di “Tramonto a New York”, un divano progettato nel 1980 da Gaetano Pesce, simbolo di una luce che si affievolisce tra i grattacieli. Questo chiarisce il feeling di inquietudine che pervade l’epoca attuale e il bisogno di trovare una nuova luce in mezzo all’oscurità.
La mostra si snoda attraverso un percorso visivo denso di stimoli, dove la trasformazione non è solo percepita a livello estetico, ma diventa un tema centrale. L’interrogativo di Curi resuona nel visitatore, spingendolo a riflettere su cosa significhi essere umani in un mondo che si fa sempre più tecnico e digitalizzato. La citazione di Karl Kraus, che afferma che solo un artista è in grado di creare un enigma da una soluzione, sottolinea ulteriormente la complessità dell’arte nell’era della tecnologia. Oltraggiosa e che porta il pubblico a considerare che la sfida maggiore sta non solo nel scegliere il giusto mezzo espressivo, ma anche nel mettere in discussione i riferimenti culturali di un’epoca.
L’arte come risorsa in tempi di crisi
Alda Fendi, co-fondatrice della Fondazione, esprime la sua speranza di non vivere un declino ma di essere testimoni di una nuova era creativa. Il suo appello va alla comunità artistica, affinché utilizzi la propria capacità innovativa per diffondere un messaggio di rinascita e di positività. “La religione degli artisti”, sostiene, deve tornare a essere punto di riferimento, in grado di illuminare il presente e il futuro, suggerendo nuovi sentieri da percorrere.
Nel contesto della mostra, le opere sono un vero e proprio caleidoscopio di citazioni, che spaziano da riferimenti cinematografici come “La caduta dell’impero romano” di Anthony Mann, fino alla presenza evocativa delle immagini surreali di David Lynch. Le sagome dell’artista statunitense, silenziose e sospese, richiamano l’attenzione del pubblico in un gioco di rimandi, dove ogni visitatore può interpretare la situazione attuale come un dialogo tra il presente e il passato.
L’uso del giallo e del viola, colori emblematici di una crisi, riflette questo contrasto tra entusiasmo e timore verso il futuro. Curi sottolinea che Hollywood, incontrando la realtà delle piattaforme di streaming, sta vivendo una metamorfosi. Le storie che giungono dall’America sembrano concentrarsi più su elementi fantastici che sulla rappresentazione di drami umani. Anche il cinema europeo, in particolare quello italiano, attraversa un periodo di incertezze, perdendo la capacità di raccontare storie che parlano di esperienze genuine e reali.
La reinvenzione della società attraverso l’arte
La riflessione di Curi sulla necessità di reinventare la nostra società trasmette un senso di urgenza. Nuove prospettive e possibilità, anche radicalmente diverse, potrebbero delineare un modello di esistenza alternativo. In questo contesto, l’arte potrebbe rivelarsi fondamentale per promuovere un’interazione più significativa tra individui e tecnologia. La capacità dell’intelligenza artificiale di influenzare il nostro modo di vivere, di lavorare e di comunicare impone la necessità di riconoscere il valore della creatività umana.
Le opere esposte in “Is it sundown” invitano alla riflessione su come l’arte possa servire da veicolo di cambiamento sociale e culturale. La sfida è quella di costruire un’umanità che riesca a convivere e a valorizzare l’apporto tecnologico senza perdere il legame profondo con l’emozione e la narrazione. La mostra, quindi, non è solo un’esibizione, ma un viaggio emotivo e concettuale destinato a stimolare nei visitatori una riconsiderazione delle loro percezioni quotidiane, risvegliando una consapevolezza che ci accompagni verso una continua evoluzione.