La multinazionale Flex si allontana dal sito di Trieste. I sindacati chiedono chiarezza

La multinazionale Flex si allontana dal sito di Trieste. I sindacati chiedono chiarezza

Preoccupazioni crescenti per il futuro del sito di Trieste di Flex: i sindacati chiedono un piano industriale chiaro e investimenti concreti, mentre Fair Cap non fornisce garanzie sull’occupazione.
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La multinazionale Flex si allontana dal sito di Trieste. I sindacati chiedono chiarezza - Gaeta.it

Quello che ieri è emerso durante l’incontro al Mimit ha suscitato non poche preoccupazioni riguardo il futuro del sito di Trieste della multinazionale americana Flex. La società ha comunicato di essersi ormai disimpegnata dalle trattative, e di quanto esposto da Fair Cap, presente al tavolo, i sindacati manifestano perplessità e insoddisfazione.

La posizione di Fair Cap e la mancanza di dettagli

Fair Cap, durante il confronto, ha delineato un piano industriale molto generale, carente di numeri e di impegni concreti che potessero rassicurare riguardo le prospettive future del sito. Secondo i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm, le dichiarazioni fatte da Fair Cap si sono concentrate su strategie organiche e inorganiche, senza fornire dettagli pratici in merito alla sostenibilità di queste strategie. Le dichiarazioni si sono limitate a buoni propositi, lasciando gli interlocutori al tavolo con più domande che risposte e nessuna informazione concreta riguardo eventuali investimenti o iniziative finalizzate a incrementare la produttività e a garantire l’occupazione.

Il sindacato ha sottolineato che un impegno più deciso verso gli investimenti è essenziale per evitare che il sito di Trieste diventi sempre più marginale nel contesto delle operazioni di Flex. “Senza un piano industriale chiaro e dettagliato, è difficile valutare le reali potenzialità di questo stabilimento”, hanno detto i rappresentanti sindacali, evidenziando la volontà dell’azienda di mantenere aperta la porta degli ammortizzatori sociali, senza però tradurre questo in azioni concrete per il mantenimento dell’occupazione.

Rischi e preoccupazioni per l’occupazione

Uno dei punti centrali emersi nell’incontro è stato il tema dell’occupazione. I sindacati hanno evidenziato che l’azienda non ha fornito alcuna certezza sui piani futuri, limitandosi a manifestare una generica “volontà di lavorare a stretto contatto con istituzioni e parti sociali”. Ciò ha sollevato preoccupazioni significative sulle reali intenzioni di Fair Cap in merito alla salvaguardia dei posti di lavoro. Le richieste di impegni espliciti da parte del sindacato non sono state accolte, il che ha aumentato le tensioni tra le parti.

“Le dichiarazioni odierne non offrono alcun conforto per i lavoratori e non ci rassicurano”, hanno ribadito i sindacati. Con il passare del tempo, infatti, le perplessità accumulate negli ultimi mesi rimangono rilevanti, e la necessità di garanzie tangibili si fa sempre più urgente. La mancanza di visioni chiare sugli investimenti futuri lascia spazio a timori riguardo la sostenibilità del sito.

Il sostegno delle istituzioni e le richieste di chiarezza

Le istituzioni, comprese la Regione FVG e il Mimit, sono state partecipi al tavolo e hanno condiviso le preoccupazioni espresse dalle organizzazioni sindacali. La necessità di un piano industriale serio e di impegni concreti da parte di Fair Cap rimane centrale. In questo contesto, si auspica un’investimento maggiore per il sito di Trieste, affinché possa continuare a essere un hub produttivo di rilievo.

I sindacati hanno chiesto di passare da parole generiche a una strategia definita, che preveda investimenti reali e un chiaro progetto industriale. “Ci aspettiamo un approccio proattivo da parte di Fair Cap e una visione orientata al futuro che consideri seriamente il benessere dei lavoratori e la sostenibilità del sito”, hanno concluso. Resta ora da vedere come e se l’azienda risponderà a queste sollecitazioni, e se si riusciranno a creare in tempi brevi le condizioni per un passo in avanti significativo nel dialogo fra le parti.

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