Il programma Artemis della NASA, volto a riportare gli esseri umani sulla Luna, ha subito una significativa modifica che ha suscitato clamore tra gli appassionati di esplorazione spaziale. La promessa di portare la prima donna e il primo astronauta di colore sul nostro satellite naturale non figura più nei piani aggiornati dell’agenzia spaziale americana. Questa decisione è stata influenzata dalle nuove direttive emesse dall’amministrazione Trump, che hanno colpito profondamente le politiche di diversità , equità e inclusione nelle agenzie federali.
La rimozione dei riferimenti alla diversitÃ
La NASA ha ripreso le sue attività legate al programma Artemis, ma con una revisione che ha fatto discutere. All’inizio del progetto, il sito web dell’agenzia presentava una sezione esplicativa in cui si sottolineava l’obiettivo di “far atterrare sulla Luna la prima donna e la prima persona di colore“. Questi obiettivi, fondamentali per segnare un cambiamento storico nella storia delle esplorazioni spaziali, sono stati cancellati in seguito a un ordine esecutivo del presidente Trump, che ha dettato nuove linee guida in merito alle politiche di inclusione.
La modifica al linguaggio utilizzato dalla NASA riflette un cambiamento più ampio, che sembra colpire non solo l’agenzia spaziale ma altre organizzazioni federali. Il portavoce Allard Beutel ha commentato sul Guardian, sottolineando che l’agenzia è attualmente impegnata a conformarsi all’ordine. Nonostante questa variazione di approccio, Beutel ha dichiarato di essere in attesa di chiarimenti sulle future intenzioni dall’amministrazione Trump per quanto riguarda l’esplorazione spaziale.
Le origini del programma Artemis
Il programma Artemis ha origini affondanti nel 2019, quando durante la prima presidenza Trump fu concepito con l’ambizioso obiettivo di lanciare un nuovo capitolo nell’esplorazione spaziale. Questo programma mira non solo a riportare gli esseri umani sulla Luna, ma anche a preparare il terreno per future missioni verso Marte. L’aggiornamento lanciato ora ha sollevato domande sul diaframma tra le aspirazioni iniziali e la nuova realtà sottostante.
Artemis III, previsto per il 2027, rappresenta il culmine di anni di lavoro e preparazione. Esplicitamente, il programma è concepito per favorire la ricerca scientifica e il progresso tecnologico. Tuttavia, il futuro equipaggio, i cui dettagli devono ancora essere definiti, sembra ora collocarsi all’interno di un contesto che ha visto ridimensionati alcuni obiettivi di inclusività fondamentali.
Cosa significa questo per l’esplorazione spaziale
La discussione intorno alla rimozione di riferimenti alla diversità dalla comunicazione della NASA è sintomatica di un dibattito più ampio su come le agenzie governative possano affrontare questioni relative alla diversità . Mentre molti nel campo dell’esplorazione spaziale e dell’innovazione tecnologica ritengono che sia fondamentale continuare a promuovere la diversità , la nuova amministrazione sembra prendere una direzione differente, che potrebbe influenzare non solo le scelte della NASA ma anche la percezione globale dell’agenzia e dei suoi obiettivi.
La NASA, con il suo programma Artemis, ha l’opportunità di ispirare una nuova generazione di scienziati, ingegneri e astronauti di ogni provenienza. Rimuovere il focus sulla diversità da uno dei programmi più iconici dell’agenzia sfida non solo le norme istituzionali, ma potrebbe anche influenzare l’interesse pubblico per l’esplorazione spaziale. La questione si pone: in che modo le politiche interne influenzano la missione fondamentale della NASA di esplorare e scoprire, mantenendo al contempo un impegno per l’uguaglianza?