La nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere sospende le operazioni nel Mediterraneo centrale

La nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere sospende le operazioni nel Mediterraneo centrale

La nave Geo Barents sospende le operazioni di soccorso nel Mediterraneo a causa di leggi restrittive italiane, dopo aver salvato oltre 12.675 persone dal 2021, mentre Medici Senza Frontiere denuncia l’ingiustizia delle sanzioni.
La nave Geo Barents di Medici La nave Geo Barents di Medici
La nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere sospende le operazioni nel Mediterraneo centrale - Gaeta.it

La nave Geo Barents, impegnata nelle missioni di soccorso nel Mediterraneo centrale, ha deciso di sospendere le sue operazioni a causa di una serie di fattori normativi sfavorevoli. A partire da giugno 2021, la nave ha salvato oltre 12.675 persone, realizzando 190 operazioni. Medici Senza Frontiere ha dichiarato che questa interruzione è il risultato di “leggi assurde e insensate”, in riferimento al decreto Piantedosi e successive modifiche. Nonostante tale cessazione, MSF si impegna a ritornare in mare per continuare a salvare vite.

L’impatto delle leggi sul soccorso in mare

Le recenti leggi italiane hanno avuto un effetto restrittivo sulle operazioni di salvataggio in mare, come sottolineato da Juan Matias Gil, capomissione di MSF. La nuova normativa ha reso estremamente difficile per le ONG continuare a svolgere il loro operato di soccorso, ostacolando l’accesso delle navi alle zone in cui si verifica un maggior numero di naufragi. Dal 2014, il Mediterraneo centrale è diventato una delle rotte migratorie più pericolose, con oltre 31.000 persone dichiarate disperse o morte.

La Geo Barents ha subito quattro sanzioni dalle autorità italiane negli ultimi due anni. Questo ha portato a un fermo amministrativo di un totale di 160 giorni, penalizzando così la missione di salvataggio in mare. Medici Senza Frontiere ha denunciato l’ingiustizia di queste misure, che “riduce drammaticamente le possibilità di intervento nei momenti di emergenza”. Le sanzioni non riflettono solo un attacco alle ONG ma, come sostiene Margot Bernard, coordinatrice di progetto di MSF, “le politiche italiane esprimono un vero e proprio disprezzo per le vite delle persone che attraversano il Mediterraneo”.

I porti assegnati e le difficoltà operative

Un’altra questione cruciale è quella dell’assegnazione di porti lontani per lo sbarco delle persone soccorse, che ha complicato ulteriormente le operazioni della Geo Barents. Le autorità hanno frequentemente attuato la prassi di dirigere le navi verso porti situati a centinaia di chilometri di distanza, invece di utilizzare quelli più vicini. Senza andare troppo lontano, nel giugno 2023, la nave si è vista obbligata a navigare fino a La Spezia, distante più di 1.000 km, per sbarcare solo 13 sopravvissuti, mentre porti nelle vicinanze sarebbero stati immediatamente disponibili.

Questa politica ha non solo aumentato il carico di lavoro e i costi operativi, ma ha anche ridotto drasticamente il tempo a disposizione per le missioni di salvataggio. È evidente che le manovre burocratiche delle autorità italiane minano l’efficienza operativa delle navi umanitarie, mettendo a rischio la vita di coloro che si trovano in situazioni di emergenza nel Mediterraneo.

Il futuro delle operazioni di soccorso

Nonostante le attuali difficoltà, Medici Senza Frontiere ha dichiarato che continuerà a monitorare la situazione e a pianificare il ritorno in mare. MSF non solo punta a salvare vite, ma anche a portare all’attenzione internazionale le violazioni dei diritti dei migranti da parte delle autorità italiane e degli stati membri dell’Unione europea. La speranza è quella di operare in un contesto normativo che permetta il rispetto degli obblighi di soccorso e della dignità umana.

Nell’ultimo biennio, MSF ha presentato ricorsi contro le sanzioni e l’assegnazione di porti lontani. Due di queste contestazioni hanno portato a una sospensione temporanea dei provvedimenti di fermo. Nonostante i passi avanti, gran parte delle denunce presentate alla Commissione europea è rimasta senza esito, evidenziando la necessità di un cambiamento strutturale nelle politiche di gestione dell’immigrazione e del soccorso.

Le sfide che affronta la Geo Barents e altre ONG nel Mediterraneo centrale richiedono un urgente ripensamento delle leggi e delle prassi in vigore, affinché il diritto alla vita e il dovere di soccorso possano prevalere.

Ultimo aggiornamento il 13 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina

Change privacy settings
×