La recente situazione economica globale impone una riflessione profonda sui modelli di internazionalizzazione, con particolare attenzione agli sviluppi geopolitici che influenzano i mercati. Alessandro Minon, coordinatore del Progetto Sistema NordEst e presidente di Finest, ha espresso la necessità di un approccio pragmatico e tempestivo. I cambiamenti in atto richiedono uno sforzo significativo per rimanere competitivi, soprattutto in un contesto dove fragilità e ripresa coesistono.
Nuove strategie di internazionalizzazione
Luigino Pozzo, presidente di Confindustria Ud, ha avanzato l’idea che gli attuali equilibri geopolitici richiedano una revisione profonda delle strategie di internazionalizzazione.
In particolare, Pozzo ha indicato l’attenzione necessaria verso i paesi dell’Est e i Balcani. Queste aree rappresentano opportunità di crescita e sviluppo, elemento cruciale in un momento storico in cui le aziende devono affermarsi su fronti competitivi in continua evoluzione. L’industria del Nordest, storicamente abituata a reinventarsi, si trova a dover affrontare questa nuova sfida, ricercando alleanze strategiche che possano garantire una presenza consolidata su mercati reattivi e dinamici.
Il ritorno delle filiere produttive, trasferite negli anni precedenti verso orizzonti orientali, è considerato un passaggio fondamentale per garantire la sicurezza industriale europea. Recuperare la filiera produttiva sarà determinante non solo per il Nordest ma per l’intera Europa, che deve sostenere una crescita indipendente e resiliente.
Efficienza e controllo della catena di approvvigionamento
Alessandro Minon ha anche accennato ai temi dell’efficienza produttiva e del controllo della catena di approvvigionamento. Questi elementi sono ritenuti essenziali per migliorare la competitività delle aziende. Le strategie di friendshoring e nearshoring emergono come risposte alle attuali sfide, inserirsi in un quadro di evoluzione dell’internazionalizzazione.
Queste modalità di approvvigionamento avvicinano le risorse strategiche, riducendo la dipendenza da mercati lontani e incerti. L’obiettivo è garantire una produzione più controllata e vicina alle esigenze del mercato locale, aumentando così la capacità di risposta alle domande dei consumatori e riducendo i rischi legati alla globalizzazione.
L’importanza della sinergia territoriale
Il ruolo dell’assessore regionale alle Attività produttive e Turismo, Sergio Emidio Bini, è cruciale in questa fase di transizione. Bini ha messo in evidenza come la sinergia territoriale possa rappresentare una risposta efficace alle sfide odierne. Il piano “Agenda Fvg Manifattura 2030” prevede investimenti sostanziali, con iniziali risorse di 107,5 milioni di euro, destinate a incentivare l’internazionalizzazione e la scoperta di nuovi mercati.
Il lancio di 11 nuovi bandi nel 2025 è un passo fondamentale per garantire il sostegno alle imprese che intendono espandere la loro attività all’estero. La collaborazione con la Regione Veneto e la Provincia Autonoma di Trento dimostra come un’alleanza strategica possa arricchire le risorse a disposizione.
Attraverso strumenti come lo Sportello Sprint e iniziative di Finest, le realtà locali possono affrontare in modo più deciso le sfide globali, avviando progetti di alto profilo e sostenibili. La sinergia diventa così non solo un concetto, ma una pratica concreta per promuovere il successo delle imprese del Nordest.