L’evento annuale degli Oscar ha portato sul palco del Dolby Theatre celebrazioni e commenti che hanno attraversato temi di cronaca e geopolitica. Durante la 97/a edizione di questa storica cerimonia, il comico Conan O’Brien ha colto l’occasione per fare riferimento ai recenti sviluppi politici negli Stati Uniti, in particolare alla figura di Donald Trump. La sua osservazione riguardo al confronto tra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha toccato corde sensibili in un momento in cui le tensioni globali sono all’ordine del giorno.
La frecciata di Conan O’Brien
Dopo tre ore di celebrazioni, O’Brien ha fatto un incauto riferimento a Donald Trump dicendo: “Anora sta avendo una buona serata. Gli americani saranno contenti di vedere qualcuno che finalmente tiene testa a un russo potente.” Questo commento ha fatto eco a un clima di preoccupazione per le alleanze storiche che sono state messe in discussione da eventi recenti, inclusa la controversa telefonata tra Trump e Zelensky. L’osservazione di O’Brien è stata la sola escursione verso il panorama politico attuale, un segnale di come la cerimonia cerchi di mantenere un certo distacco dalla politica aperta, nonostante i tempi tempestosi.
I simboli ucraini sottotono
Sebbene ci si aspettasse una presenza significativa dei colori blu e giallo della bandiera ucraina, i partecipanti hanno sorpreso gli spettatori con scelte contenute. Solo Peter Straughan, noto sceneggiatore, ha mostrato il supporto per l’Ucraina portando il giallo e blu sul palco. Daryl Hannah ha, invece, condito il suo intervento con un’esclamazione di “Slava Ukraini”, in segno di solidarietà , prima di presentare il premio a Sean Baker per il miglior montaggio del suo film. La ritrosia rispetto a posizioni politiche apertamente esposte ha messo però in luce come molti nel mondo del cinema preferiscano mantenere un basso profilo su argomenti così delicati.
Un Oscar che fà riflettere
Un altro momento cruciale della serata è stato l’assegnazione dell’Oscar per il miglior documentario al film “No Other Land”, che affronta la questione della pulizia etnica in un villaggio della Cisgiordania. Questo lavoro, realizzato da un collettivo israeliano-palestinese, ha trionfato su altre opere in competizione, come “Porcelain Wars”, evidenziando una vittoria significativa che sfida le narrazioni dominanti. Yuval Abraham, uno dei membri del team, ha utilizzato il palco per sottolineare la connessione necessaria tra varie nazioni: “Non saremo mai sicuri se anche gli altri non saranno sicuri,” ha dichiarato, richiamando l’attenzione su temi di giustizia e pace.
Un miracolo di presenza
Il premio per il miglior corto animato è andato a “In The Shadow of the Cypress”, un’opera iraniana i cui autori, Shirin Sohani e Hossein Molayemi, hanno ottenuto i visti per entrare negli Stati Uniti proprio in tempo per la cerimonia. Molayemi ha definito il loro arrivo un “miracolo” e ha dedicato il premio a quegli iraniani che continuano a lottare per la libertà e la dignità . Questo momento ha messo in risalto non solo il talento artistico ma anche le sfide che affrontano le voci da paesi in crisi.
Riferimenti a temi sociali e politica interiore
Tra i premiati della serata, Zoe Saldaña ha appositamente richiamato l’attenzione sulla situazione attuale dei migranti, sottolineando la propria eredità e i sacrifici dei suoi genitori immigrati. Il tono di Saldaña ha fatto eco ai dibattiti politici in corso sul tema dell’immigrazione negli Stati Uniti, mettendo in evidenza come il mondo dello spettacolo possa fungere da piattaforma per discussioni imperdibili. Tuttavia, il focus su temi rilevanti come i diritti dei trans è passato in secondo piano, soprattutto a causa di controversie recenti che hanno coinvolto alcuni membri del cast.
Questa edizione degli Oscar si è quindi distinta non solo per le celebrazioni del talento cinematografico ma anche per le riflessioni che emergono in un clima di instabilità politica. La serata ha dimostrato che, mentre il cinema celebra le sue stelle, le questioni globali e locali si intersecano inevitabilmente con l’arte.