Mercoledì 26 marzo 2025, torna in onda “Piazza Libertà”, il programma di informazione condotto da Armando Manocchia. Quest’edizione si focalizzerà sulle dinamiche della nuova amministrazione siriana guidata da Mohammad al Jawlani. Un ex luogotenente di Abu Bakr al Baghdadi, il leader dell’Isis, al Jawlani adesso sembra cercare di ricoprire un ruolo di legittimità anche a livello internazionale. L’intervento del professore Giuseppe Romeo sarà fondamentale per comprendere i legami di al Jawlani con l’Occidente e le recenti trasformazioni nell’arena geopolitica che riguardano anche le relazioni con l’Unione Europea e l’Italia.
Chi è mohammad al jawlani: un leader controverso
Mohammad al Jawlani è emerso come figura chiave nella geopolitica siriana, eppure la sua ascensione al potere è costellata da una serie di eventi e scelte controverse. Prima di diventare amministratore siriano, al Jawlani era uno dei luogotenenti più fidati del leader del gruppo jihadista Isis, Abu Bakr al Baghdadi. I connotati di quest’uomo non sono per nulla rassicuranti: il suo curriculum è segnato da violenze indescrivibili, tra cui migliaia di stupri e decapitazioni. Un jeckpot di atrocità che gli è valso una taglia di 10 milioni di dollari da parte del governo statunitense, taglia che di recente è stata ritirata.
Al Jawlani ha avviato un processo di riabilitazione pubblica cercando di distaccarsi dalla sua immagine di terrorista. Ha abbandonato il tradizionale turbante e la tuta mimetica, scegliendo invece giacca e cravatta per apparire più “presentabile”. Questa trasformazione non è solo estetica; è stata strategicamente studiata per fare bella figura di fronte alle potenze occidentali. Adottando il titolo di “Presidente Ahmed al Sharaa”, al Jawlani ha di fatto tentato di legittimarsi, anche se nessuno ha mai votato per lui. La sua leadership è caratterizzata da continue violenze, eppure sembra ottenere una certa fiducia da esponenti del potere, ricevendo anche fondi per la sua amministrazione. È significativo notare che nonostante i recenti massacri di alawiti e cristiani, al Jawlani continua a godere di una certa protezione e attenzione da parte di attori internazionali.
Il legame con l’italia e l’unione europea
Il rapporto tra Mohammad al Jawlani e l’Italia, così come con l’Unione Europea, è complesso e sfaccettato. In un contesto in cui l’Europa cerca di stabilire alleanze o affermazioni di stabilità in Medio Oriente, al Jawlani si inserisce come un attore problematico. Reagendo a tensioni e conflitti in corso, ha cercato di posizionarsi come un interlocutore credibile. La sua abilità nel parlare il linguaggio della diplomazia rende necessaria un’analisi profonda delle sue manovre politiche.
L’Europa ha mostrato interesse a stabilizzare regioni instabili come la Siria. La presenza di al Jawlani come leader offre sia opportunità che rischi. Mentre al Jawlani cerca di guadagnare la fiducia tramite la sua immagine di uomo d’affari rispettabile, molti rimangono scettici sulla sua reale intenzione di porre fine alla violenza. La ricerca del consenso da parte delle nazioni europee aiuta a mantenere uno status quo, ma al contempo amplifica il rischio di legittimare un regime problematico. I connotati di questa nuova amministrazione richiedono una riflessione seria e pragmatica da parte dei leader europei.
Situazioni globali intersecate: russia-ucraina e israele-palestina
Oltre alla situazione siriana, il programma di stasera estenderà la sua discussione a ulteriori scenari critici come il conflitto tra Russia e Ucraina e il perpetuo scontro israelo-palestinese. Questi eventi non solo influenzano la dinamica del Medio Oriente, ma sono anche interconnessi con le scelte geopolitiche legate all’Europa.
L’intensificarsi della crisi russo-ucraina ha generato implicazioni significative per le alleanze politiche e militari in Europa. Mentre le nazioni occidentali monitorano con attenzione le mosse della Russia, al Jawlani potrebbe cercare di sfruttare la confusione per guadagnare terreno. Le relazioni fra gli stati in conflitto possono cambiare rapidamente e ogni decisione può avere ripercussioni immediate sulla Siria e dintorni.
Il medesimo discorso vale per la questione israelo-palestinese: ogni nuovo sviluppo in questo conteso territorio ha ripercussioni su una serie di attori regionali, compreso al Jawlani. La sua amministrazione, amplificando la retorica jihadista, può cavalcare l’onda di scontento e violenza, influenzando la capacità dei leader a trovare una soluzione pacifica.
L’appuntamento di questa sera si preannuncia ricco di spunti di riflessione. Le parole del professore Giuseppe Romeo aiuteranno a rendere chiara l’interconnessione di questi eventi, fornendo una comprensione più completa e stratificata delle sfide che il mondo si trova ad affrontare.