Il recente evento in onore di Santa Rosa ha visto i facchini protagonisti di un’impresa straordinaria, portando la nuova macchina progettata dall’architetto Raffaele Ascensi. Questo spettacolare evento ha attirato una folla numerosa, creando una cornice di festeggiamenti e spirito comunitario nel cuore del centro storico.
La processione notturna: un momento di grande suggestione
La processione di Dies Natalis, che si è svolta ieri sera, ha rappresentato un momento di grande importanza per i devoti di Santa Rosa. A partire dal tramonto, le strade del centro storico si sono illuminate con la colonna luminosa della nuova macchina. Migliaia di spettatori, accorsi per assistere al debutto, hanno applaudito con entusiasmo mentre la macchina avanzava con dignità e rispetto. Questa scena suggestiva non solo ha unito i devoti, ma ha anche attratto turisti e cittadini desiderosi di vivere una tradizione tanto radicata nel territorio.
Il capofacchino Luigi Aspromonte, subentrato a Sandro Rossi durante la convalescenza di quest’ultimo, ha saputo guidare il gruppo con grande maestria. Attraverso le curve e i passaggi più critici di via Roma e Corso Italia, Aspromonte ha dimostrato una leadership ferma e ispirata. L’ambiente carico di emozione ha ulteriormente motivato i facchini, bruciando l’energia necessaria per superare le sfide affrontate durante la lunga traversata.
La fase finale: l’ultimo sforzo verso il santuario
Dopo aver compiuto il difficile percorso del centro, i facchini hanno affrontato il tratto finale, una salita ardua lungo via Santa Rosa. Arrivati in piazza del Teatro, hanno potuto concedersi una breve pausa, durante la quale hanno recuperato le forze prima dell’ultimo sforzo. Questo momento di riposo ha dato loro l’opportunità di riallinearsi, sia fisicamente che spiritualmente, prima di concludere la celebrazione.
La macchina, dal peso di oltre cinque tonnellate, è stata manovrata con straordinaria abilità. Grazie a leve e corde, i facchini, noti come i “bianchi cavalieri”, hanno compiuto l’ultimo tratto con determinazione e abilità. La collettività ha collaborato in un’armoniosa sinergia, facendo sì che la macchina di luce volasse letteralmente fino ai piedi del santuario. La straordinaria fatica è stata ripagata dall’applauso caloroso dell’assemblea presente, a testimonianza di un legame forte con la tradizione.
Un messaggio di unità e incoraggiamento
Prima di annunciare il termine della processione con la celebre frase “fuori tutti”, Luigi Aspromonte ha preso un momento per rivolgersi ai suoi compagni. Con parole cariche di significato, ha elogiato il loro impegno e la loro dedizione: “Sono orgoglioso di voi”, ha detto, “avete dimostrato di essere forti nella fede e nel corpo.” Le sue parole hanno rappresentato non solo un riconoscimento dei sacrifici fatti, ma anche un legame continuativo con Sandro Rossi, il capofacchino assente a causa di un intervento al cuore.
Questo gesto ha dimostrato come l’unione e la tradizione siano colonne fondamentali nel culto di Santa Rosa. La processione ha regalato non solo un’emozione palpabile, ma ha anche rinnovato l’impegno della comunità nei confronti delle proprie radici culturali. Le parole di Aspromonte sono risuonate nel pubblico presente, riassumendo l’essenza stessa di questa tradizione, che continua a vivere attraverso le generazioni.