La polemica su Alisa: le voci contrastanti tra Fratelli d'Italia e opposizioni in Liguria

La polemica su Alisa: le voci contrastanti tra Fratelli d’Italia e opposizioni in Liguria

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La polemica su Alisa: le voci contrastanti tra Fratelli d'Italia e opposizioni in Liguria - Fonte: Ansa | Gaeta.it

Le recenti dichiarazioni sul futuro di Alisa, l’agenzia ligure per la salute, hanno acceso un vivo dibattito tra le forze politiche della regione. In particolare, l’onorevole Matteo Rosso e il capogruppo del PD, Luca Garibaldi, si sono scontrati sulle politiche sanitarie e sulla gestione di questa istituzione. Un tema che tocca da vicino la vita di molti liguri e suscita un forte interesse pubblico.

Alisa: una creazione della destra in Liguria

Le origini di Alisa

Alisa, l’Agenzia ligure sanitaria, è stata istituita nel 2016 e fortemente sostenuta da Fratelli d’Italia. Luca Garibaldi, esponente del PD, ha voluto ricordare come questo ente sia considerato il “figlio” della destra ligure, rivendicando la paternità della sua creazione e gestione. Secondo Garibaldi, Alisa rappresenterebbe un “carrozzone inutile“, espressione della cattiva amministrazione della sanità in Liguria. Da questo punto di vista, l’attuale intenzione di Fratelli d’Italia di chiudere Alisa sembra possa essere interpretata come una manovra disperata per distanziarsi da un fallimento gestionale.

Critiche alla gestione sanitaria

La gestione di Alisa è stata contestata in diverse occasioni. Garibaldi ha sottolineato come tutte le decisioni politiche in ambito sanitario, sotto la leadership del governatore Giovanni Toti, siano state condivise e sostenute da Fratelli d’Italia. Secondo l’esponente del PD, le politiche sanitarie della destra mirerebbero a smantellare la sanità pubblica, trasformando la salute in un diritto accessibile solo a pochi. Questo ha sollevato interrogativi sul futuro delle politiche sanitarie liguri e su come potrebbe cambiare il panorama sanitario con l’eventuale chiusura di Alisa.

Le posizioni delle opposizioni

La critica di Lista Sansa

I rappresentanti della Lista Sansa, Ferruccio Sansa, Selena Candia e Roberto Centi, hanno espresso incredulità sulle proposte recenti di Fratelli d’Italia. Questi consiglieri sottolineano che, nella loro esperienza di governo degli ultimi anni, la stessa maggioranza che oggi si dichiara contraria a Alisa ha in realtà sostenuto la sua esistenza. L’agenzia, con un bilancio di circa 400 milioni di euro, non sarebbe riuscita a garantire una gestione efficiente, lasciando i liguri insoddisfatti dallo stato della sanità pubblica.

Confusione tra le forze di centrodestra

Il consigliere regionale Gianni Pastorino ha messo in evidenza la confusione interna tra le fila del centrodestra riguardo le politiche sanitarie. Le recenti proposte del sindaco Marco Bucci su come ridurre le liste d’attesa sono considerate “superficiali” e “insufficienti“. Pastorino ha denunciato il fatto che l’attuale assessore alla sanità non ha mai adottato proposte coerenti rispetto a quelle oggi suggerite, lasciando i liguri senza soluzioni concrete.

La risposta del governo regionale

La difesa di Alisa da parte di Angelo Gratarola

L’attuale assessore alla Salute, Angelo Gratarola, ha reagito alle critiche avanzate dalle opposizioni definendo le proposte alternative come “poco fattibili“. Ha evidenziato gli sforzi compiuti dalla Regione per potenziare il sistema sanitario pubblico, citando investimenti in macchinari e strutture. Gratarola ha rigettato l’idea secondo cui ricorrere alla sanità privata equivalga a pagare per farsi curare, sottolineando che i servizi privati erogati sono coperti da ticket e non comportano alcun costo diretto per i cittadini.

Il futuro della sanità in Liguria

Il dibattito sulla riforma di Alisa segna un momento critico per la sanità ligure. Le dichiarazioni di alcuni esponenti politici mostrano una certa disconnessione tra le promesse elettorali e la realtà dei fatti. Resta da vedere come la questione sarà affrontata nel continuo dialogo tra le diverse forze politiche e quale sarà il destino della sanità pubblica in Liguria. I nodi da sciogliere rimangono numerosi e complessi, con impatti diretti sulla popolazione.

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