Un antico manoscritto custodito in Vaticano torna a far discutere dopo la morte di Papa Francesco. Questo testo medievale, conosciuto come “La Profezia dei Papi”, sembra suggerire che l’attuale pontefice potrebbe essere stato l’ultimo, in vista di eventi catastrofici legati al Giorno del Giudizio. Scopriamo cosa contiene questo documento risalente a nove secoli fa e quali sono le sue implicazioni.
il testo antico e la sua storia nei documenti vaticani
La “Profezia dei Papi” è un elenco composto da 112 brevi frasi latine che dovrebbero indicare l’identità di ogni Papa dalla metà del XII secolo fino al termine della serie. Il manoscritto è attribuito a San Malachia, arcivescovo irlandese vissuto nel XII secolo. Secondo la tradizione, sarebbe stato scritto in occasione di un viaggio a Roma nel 1139, anche se l’autenticità del testo resta discussa dagli storici.
Il documento rimase praticamente sconosciuto fino al 1590, quando il monaco benedettino Arnold Wion lo pubblicò in un suo libro. Da quel momento la profezia attirò l’attenzione soprattutto per le sue descrizioni enigmatiche dei papi e per la sua predizione sul termine della Chiesa cattolica. Negli archivi vaticani il manoscritto è stato custodito con grande cura, senza però una pubblica dichiarazione ufficiale sulla sua validità.
Di recente, a seguito della morte di Papa Francesco, alcune frasi del libro sono tornate a circolare sui social e sui siti web, alimentando speculazioni sul futuro del papato e sulla presunta vicinanza del Giorno del Giudizio, descritto come la fine del mondo e della Chiesa.
le profezie sulle ultime figure del papato
Le 112 frasi contenute nel manoscritto costituiscono una sorta di lancette che indicano i pontefici successivi, partendo da Celestino II. Lungo il testo si trovano descrizioni criptiche che in molti casi si collegano al nome o al blasone dei papi. Per esempio, per papa Sisto V si parla di “Asse in mezzo a un cartello”; il suo pontificato finì nel 1590, esattamente 442 anni dopo il primo papa citato, un riferimento che qualcuno interpreta come mezzo percorso di un cammino più lungo.
La profezia rinvia infatti a un arco temporale che si chiuderebbe proprio nel 2027, ovvero 442 anni dopo il pontificato di Sisto V. Questa data sarebbe legata all’inizio della cosiddetta “persecuzione finale” della Chiesa. Un evento che, secondo la lettura più estrema, coincide con la conclusione del ciclo papale e l’approssimarsi del Giudizio finale.
Il testo richiama quindi l’attenzione su una figura chiamata “Pietro il Romano”, che regnerà in mezzo alle difficoltà più gravi e che sarà l’ultimo papa prima del compimento della profezia.
la figura di pietro il romano e il significato della fine
L’ultima frase del testo parla di “Pietro il Romano”, che sarà il pastore del gregge cattolico tra “molte tribolazioni”. Il testo aggiunge che, a quel punto, “la città dai sette colli sarà distrutta” e che “il terribile giudice giudicherà il popolo”. È chiaro che la “città dai sette colli” si riferisca a Roma, la sede storica della Chiesa.
Questa previsione è interpretata da molti come l’annuncio di un evento apocalittico che coinvolgerà la città e la stessa Chiesa, preludio al Giudizio universale. Alcuni leggono in questa profezia un simbolismo: Papa Francesco, il cui nome è Jorge Bergoglio, potrebbe rappresentare il pontefice che precede l’ultimo, vero “Pietro il Romano”. Il protagonista dell’ultima fase della Chiesa e dei tempi finali.
La figura di Pietro, legata al fondatore della Chiesa, San Pietro, simboleggia anche un ritorno alle origini in un momento di crisi estrema, mentre la distruzione di Roma richiama immagini devastanti e una parola di giudizio supremo.
la morte di papa francesco e le speculazioni sul futuro del papato
La morte di Papa Francesco ha riacceso l’interesse sulla profezia nella stampa e sul web. Non è la prima volta che questo manoscritto entra nell’occhio del ciclone ad ogni cambio di pontificato, ma stavolta la coincidenza con l’età avanzata e la figura controversa del Pontefice ha amplificato l’attenzione.
L’idea che il mondo stia per vivere eventi catastrofici, con la possibile fine del papato e della Chiesa, manifesta un sentimento radicato in certe correnti di pensiero sugli scenari apocalittici. Oggi, però, la responsabilità di nominare un nuovo papa passa ai cardinali riuniti in conclave, senza alcun indizio ufficiale che possa confermare quanto detto dalla profezia.
Resta comunque interessante il modo in cui un testo antico riscuota sempre interesse, mescolando fede, storia e mistero. Intanto la Chiesa prepara il prossimo conclave e il mondo attende di conoscere chi guiderà i cattolici nei prossimi anni, in un contesto globale sempre complesso e ricco di sfide.