Un episodio recente ha coinvolto l’imprenditrice di Ascoli Piceno Lorenza Roiati, titolare del panificio “L’assalto ai forni“. L’attenzione si è concentrata sugli accertamenti condotti due volte dalla polizia locale nella sua attività commerciale. Al centro della vicenda, lo striscione appeso ogni anno per celebrare il 25 aprile, con la frase “buono come il pane bello come l’antifascismo“. L’iniziativa, tradizionale e simbolica, ha attirato un intervento delle forze dell’ordine sul posto.
Lorenza roiati e lo striscione che ricorda la liberazione
Lorenza Roiati, conosciuta fuori dai confini nazionali per la qualità dei suoi prodotti da forno legati alla tradizione, ha subito la visita degli agenti che, come da lei documentato in un video, le hanno chiesto di fornire le generalità durante un controllo. L’imprenditrice sostiene che la motivazione sia stata legata proprio all’esposizione dello striscione dedicato al 25 aprile, festa nazionale che ricorda la liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Il valore simbolico dello striscione
Lo striscione, visibile sulle pareti del suo panificio, ricorda il valore dell’antifascismo accompagnandolo al simbolo del pane, elemento centrale nella sua attività lavorativa e nella cultura del territorio. La pratica di esporre questa scritta è una tradizione che si rinnova ogni anno, segno di un impegno civile che si lega a eventi storici importanti. L’intervento della polizia ha attirato l’attenzione non solo locale ma anche nazionale per le implicazioni legate alla libertà di espressione.
La risposta della cgil e delle forze politiche locali
Dopo l’accaduto, sono giunte diverse reazioni di solidarietà a Lorenza Roiati. La Cgil ha espresso una forte preoccupazione per l’atmosfera che si percepisce nel Paese, definendola “davvero brutta”. Il sindacato ha sottolineato come l’antifascismo sia un principio sancito dalla Costituzione italiana, eppure considerato da alcuni come un problema anziché un valore da difendere. La vicinanza alla titolare del panificio e all’attività “L’assalto ai forni” è stata espressa con fermezza.
Le posizioni dei partiti
Anche Italia Viva Marche ha manifestato preoccupazione per quanto accaduto, lanciando un appello a mantenere vivo il ricordo del sacrificio di chi ha combattuto per la giustizia, la libertà e l’uguaglianza. Questi principi, secondo il partito, meritano una difesa permanente, soprattutto in momenti in cui sembrano messi in discussione.
Dal Partito Democratico, attraverso il segretario provinciale Francesco Ameli, è arrivata una critica verso l’identificazione obbligata dell’imprenditrice. Ameli ha definito incomprensibile un gesto rivolto a una persona che si impegna a produrre con metodi rispettosi della tradizione e a portare un’immagine positiva alla città su scala nazionale. Questa presa di posizione ha rafforzato il dibattito sull’importanza di tutelare chi sceglie di rappresentare valori storici con prodotti concreti e riconosciuti.
Il significato politico e culturale della vicenda ad ascoli piceno
Il caso apre una riflessione sul clima culturale e politico che si vive non solo ad Ascoli Piceno ma in diversi contesti italiani. L’uso di simboli come il 25 aprile e l’antifascismo riveste un significato profondo legato alla memoria storica e all’identità collettiva. Esporre uno striscione che omaggia questa data rappresenta un gesto pubblico e politico, attraversato da tensioni che si riflettono anche nelle reazioni istituzionali.
Ordine pubblico e libertà civili
Il controllo delle forze dell’ordine su un’attività commerciale proprio per questo motivo solleva interrogativi sul bilancio tra ordine pubblico e rispetto delle libertà civili. La sollecitazione a mantenere viva la memoria della Resistenza e il riconoscimento dei sacrifici fatti si scontra con una realtà in cui questi valori non risultano sempre condivisi o compresi da tutti gli attori sociali.
Nel contesto locale di Ascoli Piceno, la vicenda ha acceso un dibattito ampio che coinvolge cittadini, sindacati e rappresentanti politici. Le associazioni hanno ribadito la necessità di proteggere iniziative che si richiamano alla storia italiana recente, soprattutto in un momento storico in cui i simboli della Resistenza rischiano di essere strumentalizzati o fraintesi. L’episodio mette a fuoco questioni delicate legate a memoria, identità e diritti.