La putizza: il dolce tradizionale del Friuli Venezia Giulia tra storia e gastronomia

La putizza: il dolce tradizionale del Friuli Venezia Giulia tra storia e gastronomia

La putizza, dolce tradizionale del Friuli Venezia Giulia, è un simbolo delle festività locali con un impasto soffice e ripieno di noci e spezie, rappresentando la cultura gastronomica della regione.
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La putizza: il dolce tradizionale del Friuli Venezia Giulia tra storia e gastronomia - Gaeta.it

La putizza è un dolce tipico del Friuli Venezia Giulia, spesso trattato come un simbolo delle festività locali. Con un impasto soffice e un ripieno ricco di noci, uvetta e spezie, questo dolce non solo è apprezzato per il suo sapore, ma è anche un pezzo fondamentale della cultura culinaria di questa regione. Simile alla gubana, la putizza si distingue per la sua versatilità e il forte legame con le tradizioni austro-ungariche e slovene.

Un dolce delle grandi occasioni

La putizza svolge un ruolo importante nelle celebrazioni delle festività, in particolare a Natale e Pasqua. È un dolce tipico delle zone di Trieste e Gorizia, spesso presente sulle tavole di famiglie e ristoranti in queste occasioni. Riconosciuta come prodotto agroalimentare tradizionale , la putizza promuove la cultura gastronomica del Friuli Venezia Giulia e racconta la storia di una regione a cavallo tra Italia, Slovenia e Austria. La ricetta è stata tramandata di generazione in generazione, rappresentando un legame profondo con le radici locali.

Questo dolce, quindi, non è solo una prelibatezza, ma è un simbolo di appartenenza e identità. Il suo sapore ricco e aromatico racchiude un patrimonio culturale che unisce diverse influenze gastronomiche. Con l’arrivo delle festività, è tradizione preparare la putizza, che diventa un elemento chiave delle riunioni familiari e delle celebrazioni comunitarie.

Origini storiche della putizza

L’origine della putizza, secondo gli esperti, è connessa alla Slovenia medievale. Vari registri storici la collocano nell’ambito delle preparazioni dolciarie della borghesia viennese del XVIII secolo. Il linguaggio utilizzato nel nome del dolce deriva dal termine sloveno “potica“, che significa “arrotolare,” in riferimento alla forma caratteristica di questo dessert. Una delle prime menzioni documentate della putizza risale al 1864, in occasione di un evento presso il Castello di Miramare, a Trieste. Questo contesto storico denota l’importanza che la putizza ha assunto nel panorama culinario locale.

La putizza è stata tramandata nel tempo non solo come alimento, ma come un vero e proprio simbolo di convivialità e festa. La sua inclusione in eventi significativi ha contribuito a cementare il suo status come dolce tradizionale, e oggi è parte integrante delle celebrazioni natalizie e pasquali.

Le differenze tra putizza e gubana

Spesso la putizza viene erroneamente confusa con la gubana, ma ci sono differenze significative tra questi due dolci. L’impasto della putizza è morbido e ricco di burro e uova, mentre la gubana ha una consistenza più simile alla pasta sfoglia. La differenza principale si trova nel ripieno: la putizza è un trionfo di noci, uvetta, canditi, biscotti sbriciolati e spezie come cannella e noce moscata, con l’aggiunta di rhum. Esistono anche varianti che includono pinoli, mandorle e, in alcune ricette, ciccioli, evidenziando la grande varietà di interpretazioni della putizza nel corso degli anni.

Queste distinzioni non sono solo culinarie, ma riflettono anche due diverse tradizioni gastronomiche che si intrecciano nei territori di Friuli Venezia Giulia e Slovenia. Sebbene abbiano similitudini, ognuno di questi dolci racconta la propria storia e partecipa in modo unico alle celebrazioni locali.

La putizza nell’era contemporanea

Un episodio curioso ha messo la putizza sotto i riflettori internazionali. Durante un incontro tra Papa Francesco e Donald Trump nel 2017, il Pontefice ha chiesto alla First Lady Melania Trump se preparasse la putizza. L’interprete, però, ha frainteso il termine, traducendo “putizza” come “pizza”, creando un momento di ilarità tra i presenti. Questo siparietto ha fatto conoscere la putizza a un pubblico più vasto, portando alla ribalta un dolce che, pur essendo un simbolo nel Nord-Est italiano e nei Balcani, era sconosciuto a molti.

La putizza ha acquisito così maggiore visibilità e ha rappresentato un legame culturale tra le tradizioni slovene e il pontificato di Papa Francesco, il quale ha sempre mostrato un forte attaccamento alle sue radici. Questo scambio, apparentemente semplice, ha messo in luce non solo le meraviglie della cucina locale, ma anche come la cultura, attraverso la gastronomia, possa unire differenti nazioni e tradizioni.

Come preparare la putizza triestina

Preparare la putizza richiede un procedimento attento, codificato in un disciplinare che ne definisce la preparazione. La ricetta classica prevede un impasto lavorato in tre fasi di lievitazione. L’accuratezza nella lavorazione dell’impasto e il tempo dedicato alla lievitazione sono cruciali per ottenere un dolce perfetto. Di seguito sono elencati gli ingredienti necessari e i passaggi da seguire.

Ingredienti per l’impasto

  • 500 g di farina
  • 70 g di zucchero
  • 120 g di burro
  • 2 uova
  • 25 g di lievito di birra
  • 150 ml di latte tiepido
  • Scorza grattugiata di limone o arancia
  • Un pizzico di sale
  • 2 cucchiai di rhum

Ingredienti per il ripieno

  • 200 g di noci tritate
  • 100 g di uvetta
  • 50 g di pinoli
  • 50 g di canditi
  • 100 g di zucchero
  • 50 g di biscotti secchi sbriciolati
  • 1 cucchiaino di cannella
  • 2 cucchiai di miele
  • 2 cucchiai di rhum
  • 50 ml di panna fresca

Procedimento

  1. Sciogliere il lievito nel latte tiepido e unire farina, zucchero, uova, burro fuso, scorza di limone, rhum e un pizzico di sale.
  2. Lavorare fino a ottenere un impasto liscio e morbido, quindi lasciarlo lievitare coperto per circa due ore.
  3. Nel frattempo, preparare il ripieno mescolando le noci tritate, l’uvetta ammollata e strizzata, i pinoli, i canditi, i biscotti sbriciolati, la cannella e lo zucchero. Aggiungere miele, rhum e panna, mescolando fino a ottenere un composto omogeneo.
  4. Quando l’impasto è lievitato, stenderlo in una sfoglia sottile, distribuire uniformemente il ripieno e arrotolare con cura.
  5. Disporre il rotolo in uno stampo imburrato, avvolgendolo a chiocciola. Lasciarlo lievitare ancora per un’ora, quindi infornare a 180° per circa 40-50 minuti, finché la superficie non risulta dorata.

Così preparata, la putizza non sarà solo un dolce da gustare, ma anche un legame con la tradizione e la cultura del Friuli Venezia Giulia.

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