Il tema della provenienza e qualità dei prodotti alimentari è diventato cruciale nel dibattito contemporaneo. In particolare, durante il periodo pasquale, con circa 550 mila agnelli disponibili sul mercato, oltre la metà di essi proviene dall’estero. Questa situazione pone interrogativi significativi rispetto alla qualità e alle condizioni di allevamento degli animali. In effetti, gli agnelli importati, che superano i 300 mila, sono spesso sottoposti a pratiche di allevamento meno rispettose e mancano di garanzie riguardo alla tracciabilità. Di contro, esistono 185 mila agnelli certificati a livello nazionale, dei quali 35 mila provengono dal Consorzio dell’Abbacchio Romano IGP, un numero notevolmente diminuito rispetto ai circa 120 mila esemplari pre-pandemia.
L’allevamento e le sfide per gli agricoltori locali
L’abbattimento dei prezzi dei prodotti convenzionali è legato principalmente alle modalità di allevamento degli animali. Gli agnelli importati sono spesso allevati in stalla, il che riduce i rischi ma crea un vantaggio competitivo ingiusto rispetto agli allevatori locali. Gli agricoltori del Consorzio dell’Abbacchio Romano, invece, devono investire in misure di protezione, come recinzioni elevate per garantire la sicurezza del gregge dagli attacchi esterni. Questi costi si riflettono inevitabilmente sul prezzo finale della carne certificata, evidenziando come la qualità venga spesso penalizzata in un mercato dove i costi più bassi sembrano prevalere.
Natalino Talanas, presidente del Consorzio Abbacchio Romano IGP, ha messo in evidenza le difficoltà che le aziende locali affrontano in un contesto di crescente importazione. La disinformazione, infatti, rappresenta una minaccia per i produttori nazionali, che faticano a competere contro prezzi molto più bassi. Dal 2010, anno di creazione del Consorzio, si è lavorato per informare i consumatori sulla tracciabilità di questo prodotto e sul valore delle tradizioni locali. La consapevolezza dei consumatori è vista come un elemento cruciale per invertire la tendenza e garantire la sopravvivenza di una tradizione che ha dato forma all’identità gastronomica della regione.
La tradizione dell’abbraccio tra uomo e natura
Il Consorzio dell’Abbacchio Romano rappresenta un punto di riferimento per la tradizione pastorale del Lazio. Attraverso un disciplinare rigoroso, si impegnano a mantenere standard elevati non solo nella qualità della carne, ma anche nelle pratiche di allevamento. Gli animali sono alimentati esclusivamente con latte materno e vegetazione spontanea del territorio, seguendo procedure che rispettano i cicli naturali della transumanza. Questa pratica antica, che prevede il trasferimento del gregge in montagna durante l’estate e il ritorno in pianura nei periodi più freschi, non solo migliora la qualità della carne, ma protegge anche il paesaggio e contribuisce allo sviluppo rurale.
Il pastore, figura emblematicax del territorio, svolge un ruolo fondamentale, prendendosi cura del gregge e preservando le conoscenze tradizionali. Questo impegno non solo salvaguarda l’ambiente, ma contrasta anche l’abbandono delle campagne, un fenomeno allarmante che minaccia la biodiversità locale. La figura del pastore è quindi una sentinella, custode della natura e della filiera agroalimentare, che riveste un’importanza cruciale nella sostenibilità del settore.
Un consumo consapevole per sostenere l’eccellenza locale
Scegliere l’Abbacchio Romano IGP va oltre il semplice atto di acquistare un carne di qualità. Significa anche sostenere una comunità locale, una tradizione antica e un territorio che si è formato attraverso secoli di pratiche sostenibili. La Pasqua per molte famiglie italiane è un’occasione per riunirsi attorno alla tavola, e l’agnello occupa un posto speciale in queste celebrazioni. Si stima che circa il 40% delle famiglie italiane scelga di consumare agnello durante le festività, rendendo fondamentale un’informazione seria e approfondita su cosa significhi davvero un prodotto certificato.
Il prezzo di un abbacchio IGP riflette non solo la qualità intrinseca del prodotto, ma anche il lavoro e le tradizioni che lo circondano. La transumanza è riconosciuta dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità, un chiaro segno di quanto questa pratica sia significativa non solo per il Lazio, ma per l’umanità intera. L’abbacchio romano IGP è quindi un simbolo da tutelare, frutto di un’equilibrata simbiosi tra uomo, animale e natura, e la sua valorizzazione rappresenta un passo importante verso un futuro sostenibile per il nostro patrimonio culturale e gastronomico.