La situazione legata alla geografia giudiziaria in Abruzzo sta generando preoccupazione tra i rappresentanti politici e i cittadini. Le recenti dichiarazioni di Daniele Marinelli, segretario regionale del Partito Democratico, mettono in evidenza una realtà critica: i tribunali di Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona rischiano di chiudere a partire dal 31 dicembre. Il governo Meloni e la giunta regionale di Marco Marsilio si trovano così di fronte a una sfida urgente, oltre che storica, che risale addirittura al 2012.
La consapevolezza del problema
Fin dall’insediamento del governo Meloni nell’autunno del 2022, era chiaro che la situazione legata ai tribunali in Abruzzo rappresentasse una questione da affrontare. Con la decisione di chiudere diverse sedi giudiziarie, non è solo il benessere dei cittadini a essere in gioco, ma anche il funzionamento dell’intero sistema legale regionale. Marsilio, in qualità di presidente della giunta regionale dal 2019, avrebbe dovuto essere già al corrente di questa delicata problematica.
Nonostante ciò, sia il governo nazionale che quello regionale hanno finora ignorato l’emergenza che si sta profilando e sembrano aver adottato un’attitudine di indifferenza. È solo in una riunione recente convocata a L’Aquila che Marsilio ha manifestato una ritardata consapevolezza della necessità di agire tempestivamente per salvaguardare le sedi colpite. Le parole spese durante l’incontro, seppur con un apparente slancio da parte della giunta, pongono però interrogativi inquietanti: perché solo ora si discute di un tema così cruciale rispetto alla scadenza imminente?
I limiti e i tempi per le decisioni
Durante l’incontro tenuto ad Avezzano, avvocati e professionisti del settore hanno sollevato una questione fondamentale: c’è un termine da rispettare per la pianificazione delle udienze. Risulta essenziale chiarire se le attività legali si svolgeranno nei tribunali locali o nei capoluoghi. Con soli 80 giorni a disposizione per prendere decisioni concrete, la pressione su Marsilio e il suo team aumenta notevolmente. Il mese di maggio rappresenta un punto di non ritorno per capire se ci sono possibilità di rivedere la struttura della geografia giudiziaria o se i tribunali verranno trasferiti.
Questi eventi aggiungono un ulteriore strato di responsabilità e sfida per la giunta regionale, che deve ora attivarsi per garantire il diritto alla giustizia per i cittadini abruzzesi. La possibilità che Marsilio e la sua squadra possano effettivamente influenzare le decisioni del governo centrale appare quindi cruciale, così come la necessità di avviare un dialogo produttivo con le autorità competenti in materia.
Le conseguenze di un ritardo prolungato
Osservando il contesto attuale, è inevitabile notare un copione già visto con altri problemi, come il debito accumulato nella sanità , la gestione del complesso sportivo Le Naiadi e la situazione dell’aeroporto locale, che hanno mostrato un deficit di reattività da parte dell’amministrazione. Il timore è che, come già accaduto in altre circostanze, la sanità e il settore aeroportuale possano rimanere emblematici della scarsa capacità di gestione della giunta.
Marinelli ha messo in evidenza la necessità per il governo di pianificare e assicurare una stabilità giuridica per i tribunali, invitando il presidente della giunta ad agire prontamente. La criticità della situazione impone, secondo molti, una riflessione seria e approfondita sulla capacità dell’attuale classe dirigente di governare efficacemente la regione. Non si tratta solo di salvaguardare i tribunali abruzzesi, ma di garantire un futuro sostenibile e giusto per tutti i cittadini. Il rischio è che, se non si interverrà in modo tempestivo, il territorio possa subire ulteriori danni sotto la pesantezza dell’inazione.