Il Palazzo della Rai di Viale Mazzini, uno dei simboli della televisione pubblica italiana, si appresta a chiudere i battenti da febbraio per un periodo di ristrutturazione. Questo articolo analizza i dettagli di questa operazione, che non solo segnerà la fine di un’epoca, ma porterà a un rinnovo importante degli spazi di lavoro e delle strutture interne.
Un addio emozionante ai luoghi storici
I corridoi del Palazzo della Rai, ora avvolti in un’atmosfera di silenzio e nostalgia, sono stati testimoni di molte storie e momenti significativi nel panorama politico e culturale italiano. I dipendenti stanno organizzando il trasferimento; scatoloni e buste di plastica si accumulano, contenendo oggetti significativi, foto e documenti che hanno caratterizzato la loro storia lavorativa. Tra un pranzo nella mensa al piano ottavo e un rapido caffè al bar, si respirano memorie di tavole rotonde e decisioni cruciali che hanno plasmato il destino di interi programmi televisivi.
La fascinosa Sala degli Arazzi, il giardino all’italiana e il cortile che accoglie la scultura del Cavallo morente sono luoghi che resteranno impressi nella memoria di chi ha lavorato in questi spazi. Dopo sessant’anni dall’inaugurazione, il palazzo chiude temporaneamente per dare inizio a una fase di ristrutturazione attesa da molto tempo. La chiusura del Palazzo di Viale Mazzini avrà un impatto notevole anche sulla piccola economia locale, come dimostra il trambusto espresso dai proprietari di bar e ristoranti che hanno già subito danni durante il periodo della pandemia e ora temono un ulteriore calo di affari.
Lavori in cantiere: ristrutturazione e bonifica
La ristrutturazione del Palazzo non è solo una questione estetica; include lavori di bonifica dall’amianto, un’operazione necessaria e attesa da anni. I lavori entreranno nel vivo dopo il trasferimento degli uffici e comprenderanno la sostituzione degli impianti ormai obsoleti, a lungo considerati troppo pericolosi da aggiornare. Solo la struttura in acciaio, un capolavoro architettonico degli anni ’60, rimarrà in piedi, mentre l’intero interno sarà rifatto, portando modernità e sicurezza agli spazi di lavoro.
L’architetto Francesco Berarducci, che progettò l’edificio, aveva creato una struttura innovativa e flessibile, che oggi richiede necessariamente un restyling per soddisfare le esigenze contemporanee. I lavori, avviati con l’ultimo piano immobiliare, sono stati accelerati dopo un recente incidente idraulico, che ha reso urgenti gli interventi richiesti.
La nuova organizzazione degli spazi di lavoro
Con il trasferimento di 1300 dipendenti da Viale Mazzini, la Rai si sta preparando a un periodo di smart working e lavoro distribuito. Saranno create nuove sedi temporanee per accogliere il personale; la sede di via Alessandro Severo accoglierà gran parte degli amministrativi e dei membri del consiglio di amministrazione. Nel frattempo, l’ex sede storica di via Asiago ospiterà incontri e riunioni di rappresentanza, mantenendo viva la comunicazione tra i vari settori.
Nonostante il dislocamento, l’azienda ha assicurato che Viale Mazzini rimarrà la sede centrale della Rai, sottolineando l’importanza storica e simbolica di questo luogo per l’ente. La ristrutturazione non segna la fine di un’era, ma rappresenta piuttosto un ambizioso passo verso un futuro rinnovato, in cui innovazione e tradizione possono coesistere. Dopo il termine dei lavori, previsto per cinque anni, i dipendenti torneranno a occupare i loro spazi, portando avanti l’eredità di un’azienda che ha visto crescere il panorama audiovisivo in Italia.
Con la chiusura di un capitolo e l’apertura di un altro, il Palazzo della Rai di Viale Mazzini si prepara a reinventarsi, mantenendo intatte le radici che lo hanno caratterizzato nel corso degli anni.
Ultimo aggiornamento il 30 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano