La rapida scomparsa delle filiali bancarie in Italia: una situazione allarmante

La rapida scomparsa delle filiali bancarie in Italia: una situazione allarmante

Nel 2024, l’Italia affronta una crescente desertificazione bancaria con la chiusura di filiali, colpendo in particolare le aree vulnerabili e aumentando il rischio di esclusione sociale.
La rapida scomparsa delle fili La rapida scomparsa delle fili
La rapida scomparsa delle filiali bancarie in Italia: una situazione allarmante - Gaeta.it

Nel 2024, la rete bancaria in Italia continua a restringersi, con un numero crescente di filiali che chiudono i battenti. Questo fenomeno ha notevoli conseguenze per la popolazione, in particolare per le fasce più vulnerabili. L’analisi di First Cisl mette in luce le problematiche legate a questo trend, evidenziando come la desertificazione bancaria stia colpendo in modo severo molte aree del Paese e richieda urgentemente un intervento.

La situazione attuale delle filiali bancarie

La situazione del sistema bancario italiano è a dir poco preoccupante. Già nel 2023, sono stati chiusi ben 508 sportelli, portando il numero totale a meno di 20.000 filiali, un dato lontano dal picco storico di 34.000 registrato nel 2008. Questo declino ha prodotto un impatto significativo, con quasi la metà dei comuni italiani ora privi di uno sportello bancario. Per molti cittadini, specialmente in aree più isolate e rurali, la difficoltà di accedere a servizi finanziari sta creando situazioni di esclusione sociale.

La chiusura delle filiali è attribuita a diversi fattori. Da un lato, si nota un incremento nei pagamenti digitali, ma dall’altro, l’uso dell’internet banking resta limitato nel nostro Paese. Molti cittadini non hanno ancora familiarità con le nuove tecnologie, rendendo difficile l’adattamento al cambiamento. All’antipodo di questa evoluzione tecnologica, ci sono i fenomeni di declino economico e demografico che interessano molte zone interne, contribuendo ulteriormente alla desertificazione bancaria.

L’appello di First Cisl e gli effetti sulle aree vulnerabili

First Cisl ha lanciato un allarme, sottolineando il rischio di una crescente esclusione sociale. Le chiusure delle filiali non colpiscono tutti i territori allo stesso modo. Le regioni con le chiusure più significative, come la Valle d’Aosta, l’Umbria e la Sardegna, sono aree già fragili che rischiano di subire ulteriori danni a causa della mancanza di accesso ai servizi bancari. Questo non è solo un problema di comodità, ma una vera e propria emergenza sociale.

Riccardo Colombani, segretario generale del sindacato, ha evidenziato le conseguenze potenzialmente devastanti della concentrazione del sistema bancario. Le fusioni tra istituti di credito potrebbero portare a una significativa riduzione del numero di sportelli. Con un prossimo scenario che vede l’accorpamento delle reti fisiche sul territorio, i tagli continuerebbero, impoverendo ulteriormente il tessuto socio-economico delle aree colpite.

Le disparità regionali e il futuro delle filiali

Analizzando le chiusure delle filiali, emerge una disparità evidente tra le diverse regioni del Paese. Valle d’Aosta, Umbria e Sardegna hanno visto le percentuali di chiusura più alte, rispettivamente con -7,5%, -4,3% e -3,9%. D’altro canto, regioni come Emilia Romagna e Calabria hanno risentito meno gli effetti di questa crisi, con chiusure inferiori all’1%. Tale variabilità segnala una crisi che non solo è globale, ma che colpisce in modo differente ciascun angolo dell’Italia.

Le conseguenze non si fermano ai semplici numeri delle filiali. Ogni chiusura corrisponde a un servizio in meno per le comunità, con ripercussioni che possono culminare in un aumento della povertà e della marginalità sociale. Per affrontare questi problemi, dallo scorso anno è attivo un tavolo di lavoro al CNEL coinvolgendo ABI e sindacati, ma le strade da percorrere appaiono lunghe e piene di ostacoli. Senz’altro, una strategia inclusiva e mirata è necessaria per garantire che anche le aree più svantaggiate possano continuare ad avere accesso ai servizi bancari essenziali.

Ultimo aggiornamento il 10 Febbraio 2025 da Sofia Greco

Change privacy settings
×