La regione Lazio critica la vendita del Santa Lucia: preoccupazioni per occupazione e assistenza

La regione Lazio critica la vendita del Santa Lucia: preoccupazioni per occupazione e assistenza

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La regione Lazio critica la vendita del Santa Lucia: preoccupazioni per occupazione e assistenza - Gaeta.it

La decisione della Fondazione Santa Lucia di alienare l’istituto attraverso un procedimento giudiziario destano forte preoccupazione all’amministrazione regionale del Lazio. Questo passo, ritenuto problematico, solleva interrogativi sui livelli occupazionali, assistenziali e sulla continuazione delle attività di ricerca, cruciali per l’ente e per la comunità. Il comunicato ufficiale della Regione Lazio delinea una situazione complessa, in cui il futuro dell’istituto rimane incerto.

La posizione della Regione Lazio

Preoccupazioni sull’alienazione del Santa Lucia

Nel comunicato diffuso, la Regione Lazio manifesta il proprio disappunto verso la decisione della Fondazione di ricorrere al tribunale per la vendita del Santa Lucia. L’amministrazione esprime rifiuto a questa scelta, ritenuta non solo inadeguata ma anche potenzialmente dannosa per l’occupazione e per i servizi erogati. Si sottolinea l’importanza di preservare una struttura che, fino ad ora, ha rappresentato un punto di riferimento nella sanità e nella ricerca, specialmente per i 800 lavoratori coinvolti. La decisione della Fondazione di avvalersi del concordato semplificato, senza richiedere l’amministrazione straordinaria, viene vista come una mancanza di rispetto verso le attese istituzionali e sociali.

Il ruolo del governo e degli enti locali

La Regione Lazio, insieme a figure istituzionali come il Ministro Adolfo Urso e il Presidente Francesco Rocca, aveva invitato la Fondazione a considerare la strada dell’amministrazione straordinaria. Questo approccio avrebbe permesso una gestione diretta della situazione e la creazione di un nuovo soggetto giuridico. Per la Regione, l’amministrazione straordinaria non si limiterebbe a soddisfare le esigenze dei creditori, ma garantirebbe anche la salvaguardia dell’occupazione e il mantenimento della qualità dei servizi offerti dal Santa Lucia.

Il futuro del Santa Lucia e dei suoi lavoratori

L’incertezza per i dipendenti e i pazienti

Il rischio più grande legato alla decisione di vendere il Santa Lucia è l’incertezza che grava su circa 800 lavoratori e sugli utenti dei servizi offerti. L’eventuale vendita attraverso una procedura giudiziaria non garantisce, infatti, la continuità dell’assistenza e dei livelli occupazionali. La Regione Lazio ribadisce la necessità di un impegno reciproco tra le parti coinvolte per evitare che l’istituto venga privatizzato, a scapito della qualità dei servizi sanitari e della stabilità lavorativa degli operatori.

Appello alla responsabilità

La Regione esprime rammarico per la mancanza di ascolto da parte della Fondazione rispetto all’appello alla responsabilità rivolto durante il tavolo di lavoro del 6 agosto scorso. In quell’occasione, le istituzioni e i sindacati avevano manifestato la volontà di collaborare per trovare soluzioni alternative alla vendita. La Regione Lazio continua a sperare in un dialogo costruttivo con la Fondazione, puntando su un progetto no-profit che matche concretamente le esigenze di sostenibilità economica e di servizio al pubblico.

Il dibattito su come gestire il futuro del Santa Lucia è quindi destinato a continuare, con l’obiettivo di trovare una soluzione che tuteli tanto i lavoratori quanto i pazienti, mantenendo l’integrità e l’efficacia di una delle strutture più importanti nel panorama della sanità laziale.

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